Ventisettesimo capitolo

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Louis.
Passò una settimana da quel giorno al ristorante, ovvero una settimana da quando Harry non era più lui.
Mi nascondeva qualcosa, non sapevo cosa.
Provai a parlargli diverse volte ma lui girava sempre a modo suo il discorso, stavo incominciando ad irritarmi.
Chiesi anche ad Anne e Gemma ma niente, neanche loro sapevano cosa stava succedendo ad Harry.
"Harry, una volta per tutte, che succede?"
Rimase in silenzio continuando a guardare la quercia di fronte a noi.
"Harry?" insistetti.
Si voltò guardandomi con occhi vuoti e spenti, il viso sciupato, le occhiaie ben evidenti.
Sospirò continuando ad ignorarmi.
Mi stizzii.
"Allora?" sbottai raddrizzandomi.
"Niente Lou. Niente."
"Smettila di mentirmi."
Mi alzai inquadrano gli occhi nei suoi. Ero preoccupato, seriamente.
"Non ti sto mentendo."
"Allora smettila di girare sempre il discorso a modo tuo. Harry stai male, si vede da un chilometro di distanza e per favore, mi stai preoccupando, voglio sapere se è successo qualcosa." sospirai passandomi una mano tra i capelli "Sono stufo di vederti scrutare il vuoto." mormorai incrociando le braccia al petto.
La mia richiesta lo mise in suggestione, i suoi occhi si abbassarono guardando l'erba sotto di noi.
"Harry." ritento sussurrando.
Sospirò e riportò gli occhi su di me, non seppi bene che espressione avevo, ma doveva essere abbastanza preoccupata. O comunque qualcosa che ci andava vicino.
Harry si alzò prendendomi entrambi le mani e poggiando la sua fronte sulla mia.
"Non è niente di preoccupante Lou. Ho solo incontrato un amico di vecchia data."
"Il mio vecchio migliore amico." sospirò chiudendo gli occhi "Forse fidanzato."
Sentii il volto sbiancare. Lasciai le mani di Harry mentre i suoi occhi si aprirono di scatto afferrandomi nuovamente.
"Non in quel senso Louis, ex fidanzato."
Guardai altrove, guardavo gli alberi, gli uccelli, perfino i bambini ridere accanto a noi. Guardavo tutto ma non lui.
"Ti amo." gli sentii bisbigliare "Credimi."
"Ti credo."
Rilasciò un sospiro e sorrise.
Lo credevo, si, ma volevo ancora capire chi era quel ragazzo nel bagno.
"Nick."
Sbattei più volte le palpebre, non capendo "Come?"
"Il suo nome è Nick. Frequentava la mia stessa scuola."
"Eravate fidanzati?"
Annuì e sforzò un sorriso.
La domanda  che però mi ronzava in testa era: perché, allora, era così teso?
"Perché sei teso?" Difatti chiesi.
"Non sapevo come l'avresti presa e la cosa mi spaventava."
Sorrisi e mi avvicinai baciandolo. Ricambiò, posizionando le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans mentre io portai le mani fra i suoi capelli.
Non avrei mai smesso mai di amarlo cosi tanto, pagherei oro per non vederlo piangere.
Pagherei oro per renderlo felice.
Pagherei oro per trascorrere la mia vita con lui.
E questo perchè?
Perché potevo giurare di amarlo.

Paradise -l.s [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora