<<Dimenticati chi sei>>

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Ci pensai a lungo,ci pensai a lungo a lei,proprio a lei che non dovevo pensare. Pensai a quella frase "avvolte mi dimentico che sono la tua professoressa" detta con l'amaro negli occhi. Dimenticati chi sei,Jessica. Pensavo ai sentimenti che provavo,roba mai vista,la pensavo e nella mente c'era solo lei il resto spariva. Pensai che la sua bellezza mi allontana gli altri pensieri. Pensai che non potevo averla.

Era la seconda notte che non dormivo,pensavo,parole su parole,come voci che mi bisbigliano,talmente intrecciate da non riuscire a dare un senso ai pensieri sparsi. C'erano tante cose, nella mia testa. Riuscii a isolare solo un pensiero "paolo è sceso fino all'inferno per la sua Francesca e ora io non posso rischiare un po per una donna che amo?" Il ragionamento filava giustissimo,ma quella parola mi torceva lo stomaco, "amo"... l'amore... ho sempre voluto tener lontano questo sentimento ed ora mi sento invaso da questo amore,come una malattia, innamorato fino alle ossa.

Arrivai alla sua lezione con i capelli perfettamente pettinati,mi ero fatto la doccia e odoravo come il dopobarba di mio padre. Entrò lei che sembrava allegra, posò tutto il materiale in cattedra ed esclamò << mmm chi ha questo buon profumo?>> ci furono vari commenti che mi tiravano in causa. Lei così venne verso di me e avvicinò la sua testa al mio collo,così facendo anch'io sentii il suo profumo leggero all'aloeh. Fra noi era qestione di attimi,ma in realtà per noi due sembrava andare a rallentatore, il suo sguardo mentre si allontanava, urlava un bacio,tesi le labbra sempre immobile e anche lei morse il suo labbro inferiore. Si accomodó sul mio banco con le gambe incrociate strette dentro il Jeans mentre Anastasia la guardava accigliata. "Oh no" pensai. Lei se ne accorse,le donne si accorgono di tutto. <<Signorina Anastasia le do per caso fastidio qui?>> lei arrossì visibilmente e aggiunse <<si prof mi distrae>> Jessica alzò gli occhi al cielo e si andò a sedere su un altro banco guardandomi fisso,con uno sguardo piu duro e freddo,lo stesso che rivolsi io ad Anastasia. Passò infretta quella lezione,doevo fermarla fuori scuola,maledetta Anastasia. All uscita,come sempre un po in ritardo, stava andando via con una cartellina sotto braccio e lo sguardo assolto. Quando si fu allontanata dalla folla la fermai <<Jessica!>> arrestò di colpo il suo passo e si girò sorridente verso di me,mi sorrise con un cenno per farmi iniziare a parlare

<<Jessica mi sentivo in dovere di chiederle scusa per la scenata che oggi ha fatto Anastasia,non so perché abbia fatto cosi...>> lei rise seccata <<perché è innamorata di te d'urbino>> <<mi chiami per nome>> <<Alessandro>> disse con la voce che le moriva in gola. Abbassò gli occhi e mi guardò aggiungendo <<scusi lei Alessandro,se ogni tanto mi dimentico chi sono>> mi sentii crollare il mondo,dinuovo quelle parole. <<Jessica,dimenticati chi sei>> la tirai più vicina a me,le sue mani piccole mi toccarono il mio volto,osai a poggiarle le mani sulla schiena,come fanno i fidanzati che si stanno per baciare. Lei si alzò in punte per essere piu vicina al mio viso,la strinsi più forte. Si era creata una magia fitta,una musica soave e intensa, e tutto il resto poteva sparire. D'un colpo tutto si fermò brusco. I suoi occhi si affollarono di lacrime,rossi come il fuoco,la voce che le tremava <<sai che sta succedendo?>> volevo quasi piangere anch'io,l'avrei sbattuta al muro e l'avrei baciata li,subito, ma non volevo che il nostro primo contatto somigliasse a uno stupro. <<la sai la leggenda di icaro?>> chiese. Mi venne da ridere. <<lo chiede ad ogni ragazzo che la sta per baciare?>> rise,le lacrime si ritirarono. <<oh Alessandro,vorrei risponderle al piu presto,magari non in un posto come questo dove chiunque puo vedere una professoressa baciare un alunno, e magari le potrò raccontare la leggenda di Icaro>> frugò per un attimo nella borsetta piccola, color porpora. <<questo è il mio numero,mi scriva oggi,su whatsapp magari>> una professoressa su whatsapp uau... <<Jessica mi permetta una cosa>> la tirai per il braccio destro e la strinsi forte a me. Lei ricambiò la stretta,si scosto e rise. <<sei proprio come icaro>> <<ehy sono arrivato prima io,chi e questo ora?>> rise ancora,mi piaceva farla ridere, mi piaceva l'idea che quell sorriso meraviglioso era merito mio. <<mi scriva Alessandro e le spiegherò chi è Icaro e perché le somiglia tanto>> quella donna mi faceva stare così bene <<mi darà mai del tu?>> sorrise <<magari un giorno. Mi scriva,Alessandro>> <<lo farò>> quando lo pronunciai era gia andata via...

questo amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora