can you hear me? so i am here

405 15 0
                                    

Passò un anno dall ultima volta che la vidi,era il giorno del mio diploma. Mi sarebbe piaciuto averla accanto a me in quel giorno,e alla festa dopo,e la notte dopo ancora. Mi mancava il profumo della sua pelle,dolce, il sapore di quelle labbra che avevo il terrore di non poter piu assaggiare. Mi diplomai a pieni voti,venne l estate veloce come una meteora,una stella cadente che si apprezza solo quando e andata via. Vissi quell estate con andrea e con i miei amici di sempre. Giacevo nella convinzione che lei non mi volesse più,cosi cercai di dimenticarla,di riprendermi il mio tempo e il mio cuore. Ma lei era il mio tutto,e ne ero stato privato. Le foto le avevo cancellate ma il ricordo di quegli attimi rimase indelebile.nel mio.cuore. Il suo sorriso non ce l aveva nessuna. Quei suoi modi di fare un po lunatici,il suo modo di ragionare... pensai che mi sarebbe mancata per sempre, così la rinchiusi in cassaforte insieme al mio cuore e la seppellii sotto cumuli di erba,ondate di alcol e donne su donne. Quell estate passata di mattina a ridere e di sera a piangere. Quando le donne andavano via,il sole ancora dormiva insieme a tutta la città,rimanevo.solo io e i miei pensieri neri come inchiostro che gettavo su quel foglio bianco che era il soffitto... ma l inchiostro era mescolato col dolore e con le lacrime,e non aderiva a quel foglio bianco che gocciolava,goccia dopo goccia fino a corrodermi il cuore e scavare un solco incolmabile dentro me.

Ogni sera mi ritiravo alle prime luci del mattino nella casa che i miei genitori mi avevano regalato dopo il diploma. Mi stendevo sul letto,quel letto che portava i fantasmi di tante donne diverse. Verso le quattro del pomeriggio mi alzavo,mangiavo qualcosa e ricominciavo da capo il mio circolo di droga alcol e donne. Un giorno andai in coma etilico. Ricordo una ragazza bionda,si chiamava mery, lei mi portò in ospedale e se ne andò dicendomi di ritrovare me stesso. Quelle parole mi cambiarono...

Ora avevo venticinque anni, frequentavo l'ultimo anno di un università letteraria a quindici minuti di pullman da casa mia. Il tragitto attraversava tre quartieri,poi in via Alessandro Magno si fermava per far scendere noi studenti universitari.

Avvenne una mattina soleggiata di maggio, la vidi correre per raggiungere il pullman, con uno zainetto e due libri stretti al petto. Vestita semplice,capelli bruni sulle spalle,occhi neri. Si chiamava Valentina,e ogni giorno su quel pullman ci conoscevamo.un po.di piu. Ogni giorno su quel vecchio e scassato pullman,che attraversava il giallino e il verde di tre quartieri diversi nel lasso.di  tempo pari a quindici minuti,ventidue col traffico,io e lei ci innamoravamo un po di piu...

questo amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora