the first

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Ci divertimmo tanto sulla neve,sciando,facendoci stupidi scherzi,era la nostra oasi,eravamo liberi,ci credevamo invincibilmente forti e forse lo eravamo. Avevamo un sorriso inciso sul viso per tutto il giorno e la passione negli occhi durante la notte... E quanto è bello avere una donna che dopo aver fatto l'amore si addormenta sul tuo petto e che rimane fino al giorno successivo.

Stavamo però tornando dalla nostra "oasi" e si poteva leggere nei suoi occhi una specie di paura malinconica che le rendeva il viso buio,teso e con un sorriso falso che proprio non le calzava bene. Ma eravamo troppo stanchi e ci addormentammo dopo poco cullati dal movimento amaro di quel treno trasandato e scricchiolante.

Avvenne una mattina,due settimane dopo. Era un freddo giovedì di metà gennaio,e nell aria volteggiava una fredda aria invernale con l'umidità che ti entrava nelle ossa e pian piano te le gelava. Tutto era più grigio,le lucine di natale mezze scassate,ancora fuori i balconi appese,a ricordare una felicità che c'è stata ma di cui rimane solo una parte,qualche lucina qua e la. Così in mezzo a quello scenario mi apparve una figura ancor piu grigia,più sottile dell'aria gelida,con gli occhi più scuri di quelle fredde notti ed un sorriso che conoscevo bene...Il sorriso del boia prima di uccidere la sua vittima.

<<Anastasia qual buon vento>> il mio tono gelido e impaurito,avrei voluto spaccarle la faccia,spaccare quella citta, rompere sti schemi,sfasciare il mondo e correre via con lei. Avrei voluto,perché io avevo già capito,me lo sentivo nelle ossa,come l'umidità.

<<Nessun buon vento Alessandro,forsr è buono per me>> sorrise.

<<Cosa vuoi Anastasia non star qui ad annoiarmi>>
<<oh e perché? Devi andare dalla tua professoressa tutta rose e fiori e bacini,e cuoricini disegnati nella neve>>
<<Ma c-che cazzo dici,di che parli?>> e io cercavo di rimanere serio,calmo e convincente ma avevo la voce che tremava come le gambe,e un sentimento di rabbia che combatteva con la tristezza. "Gli uomini non piangono" mi dissi. Ma mi sarebbe piaciuto,mi sarebbe servito lì,e gli occhi mi pizzicavano,ma potevo dar la colpa all'umidita,al tempo ed il freddo... Ma io lo sapevo che il freddo mi veniva da dentro,altro che vento.

Estrasse il cellulare dalla tasca,mi fece vedere delle immagini avvicinandole,eravamo proprio noi. Noi così felici,che ci baciavamo,un altra a terra a disegnare un cuore,io sopra di lei nella neve. Erano tutti cosi chiari,i nostri momenti felici,i nostri momenti che erano stati rubati. Era accaduto due settimane prima,ma mi sembrava così lontano.

<<le farò vedere al preside e la polizia, oppure,oppure tu lasciala,e fa l'amore con me,e io non dirò niente>>
<<non farle vedere a nessuno dammi qua>> cercai di afferrare il telefono, ma le gambe non mi si muovevano,ero paralizzato, paralizzato dal dolore.

<<Fa l'amore con me,Alessandro,io ti amo,non lei>>

Stavo nella confusione totale,tante voci mi bisbigliavano pensieri diversi... se non lo facevo condannavo la nostra storia a priori. Se invece andavo a letto con Anastasia avrei salvato la nostra storia molto probabilmente,e se oltre fine giustifica i mezzi allora quella era la scelta giusta. Lo decisi a tre giorni dalla scadenza dell' "opportunità" concessami. Così mi trovavo in camera sua,bianca e celestino chiaro,con tante lucine tutte intorno e un letto matrimoniale che aspettava solo noi.

<<Bene Alessandro...fa l'amore con me>>
<<Non sarà amore>>
<<Fingerò che lo sia>>

Rabbrividii a quelle parole,alle sue mani sul mio petto. Non le volevo quelle mani,non le sue e la voglia di andarmene via era cosi forte che mi girai di scatto...

questo amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora