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" L' amore combacia con il significato di tutte le cose: la felicità "

<< Angelo>>.
La voce di Jeff aveva sui miei sensi lo stesso violento impatto che aveva avuto la prima volta in cui l' avevo sentito. Colta e venata di sensualità, mi stordiva sia nell' oscurità della camera di mia sorella, sia al telefono, dove non potevo essere distratto da quel volto splendente.
<< Ciao >> risposi, sapevo che voleva una risposta per la casa che aveva comprato per me, ma io ancora non ero riuscito a dargli una risposta. Voleva che tornassi a casa, da lui, ma non c'è la facevo era facevo; quella ferita era ancora troppo aperta per richiudersi. Il lavoro mi aiutava a non pensare a quello che era successo con Nathan, ma ovunque io mi girassi in quell' imponente palazzpo, mi sembrava di vederlo, sapevo che ancora non si era ripreso dal coma, dopo quello che aveva fatto Jeff.
<< Stanotte ti ho sognato >> dissi ad un tratto tutto d'un fiato, senza neanche pensarci, non volevo alimentare la sua speranza di riavermi accanto nell' immediato; fece un sospiro pesante << Cosa hai sognato Angelo? >> mi chiese con voce dolce, e quella sua dolcezza fece crollare tutte le mie barriere, una lacrima scese lungo la guancia, l' asciugai il più in fretta possibile << Ho sognato noi. Noi su una spiaggia, e su quella ci sposavamo, senza nessuno, solo io e te e l'uomo che celebrava la cerimonia. Una cosa semplice, come piace a me >> dissi senza dar freno alla mia lingua, già me lo immaginavo che con un dito si sfiorava le labbra al solo pensiero di me e lui che ci sposavamo, è sempre stato contrario, e non penso che cambi idea solo perchè glielo detto.
<< Angelo – fece un profondo respiro – e se succedesse davvero tu ti sentiresti pronto? Sono sei mesi che abiti da tua sorella; che non ti vedo tutti i giorni, ti vedo solo scendere dalla macchina di tuo padre con tuo padre accanto, ho cercato di rispettare la tua scelta di starti lontano, ma vederti solo per pochi secondi non mi basta più. So che stai affrontando questo problema dello stupro con una psicologa, ma ho bisogno di più. Ho bisogno di averti accanto a me tutti i giorni. Mi mancano i nostri messaggi, le nostre cene, il solo pensiero di non poterti abbracciare dopo aver fatto l' amore, anche se non l' abbiamo fatto, mi sta facendo impazzire; ed io non so quanto resisterò ancora così >> mi dice con voce triste.

Vorrei poterlo avere qui davanti, per bearmi dei suoi abbracci, ma un telefono non ti puo' dare quel tipo di calore.
<< Mi piacerebbe vederti. Vorrei uno di quei tuoi abbracci, dove mi fai sentire al caldo, ma sopratutto protetto e amato >>, << Piacerebbe anche a me Angelo, ma non voglio farti star male, e poi ho una riunione con degli azionisti giapponesi e se la salto anche stavolta, mi ritrovo fuori dall' azienda di famiglia >> dice con un tono freddo le ultime parole, guardo lo schermo del pc, e noto con orrore che dovevo essere anche io ad una riunione con degli azionisti almeno una decina di minuti fa, << Jeff che vuoi dire? >> domando preoccupato, mi alzo dalla poltrona di pelle morbida e guardo fuori dalla finestra, e noto che una macchina si ferma, ma non gli presto molta attenzione visto che hanno bussato alla porta, e appena si apre vedo mio padre, che mi fa segno di andare alla riunione, gli faccio segno di aspettare cinque minuti e che poi sarei andato, mi scruta per un secondo e poi si richiude la porta dietro.
<< Significa che mio padre sta cercando di spronarmi a lavorare, visto che non vedo da sei mesi, e non vedrei neanche mio padre, se non fosse per il lavoro. Significa che Nathan non solo ha fatto del male a te, ma si è portato via tutto il mio mondo. Sei tu il mio mondo. >> mi risponde con fermezza, mi lascio cadere sul divanetto e guardo la porta come se da un momento all' altro possa essere lì che mi guarda con quel sorriso furbo, di chi la sa lunga.
<< Jeff devo lasciarti, ho una riunione, ho meglio ci dovevo essere già da un po', ma volevo sentirti e sapere come stai >>, grugnisce per un secondo << Si devo entrare anche io. Ti amo Angelo >> dice non aspettandosi una mia risposta; chiiudo la chiamata, e vado verso la sala riunioni e appena entro vedo che è vuota, sto per uscire quando sbatto contro un corpo caldo.
Sto per scusarmi e noto che è Jeff, mi guarda dispiaciuto, e dietro di lui vedo i nostri padri, entro nella sala, e Jeff sta per dirmi qualcosa, quando Gideon lo precede << Allora ragazzi la situazione sta così, noi ci siamo stufati di vedervi in questo stato. Jeff lo sai che tua mamma non fa che piangere tutte le sere perchè sono mesi che non ti vede? Io capisco il male che vi ha fatto Nathan, ma non puoi tagliare fuori le persone che ti vogliono bene. Non è giusto >>, Jeff lo guarda con sfida, sta per prenderlo per il colletto della camicia, quando riesco a fermarlo in tempo << Jeff no >> rimane fermo a quelle parole e mi guarda stringendo forte, il tavolo talmente forte che ho quasi paura che si rompi. Mio padre sta per parlare ma lo blocco sul nascere << Gentilmente uscite, vorrei stare da solo con Jeff >> mio padre mi guarda preoccupato e io gli regalo un timido sorriso.
Escono, e io rimango da solo con lui, faccio il giro del tavolo e prendo il telefono, e chiedo alla recepionist di staccare la telecamera dalla sala riunione, mi fa un po' di storie, dopo aver chiesto il permesso a mio padre, mi fa sapere che è spenta.
Jeff è rimasto nella stessa posizione di prima, lo guardo e gli domando << Ti puoi mettere a sedere? >> fa come gli ho chiesto e mi avvicino piano, mi scruta per capire coosa voglio fare, prima di mettermi a sedere sulle sue gambe gli dico << Voglio provare una cosa, ma tu non ti devi muovere ok? >> mi fa un cenno di si con la testa e mi metto a sedere sulle sue gambe, appoggia una mano sul mio fianco e mi guarda fra lo stordito e il confuso, appoggio la testa nell' incavo del suo collo, annusando il suo profumo. L' odore inconfondibile di sigaretta e di Jeff, appoggiai una mano all' altezza del suo cuore, e l' altra la misi dietro la nuca, volevo che sapesse che il suo mondo c'era ancora, anche se instabile, ma c'era.
Mi strinse forte e mi sussurò tante di quelle volte ti amo, che quasi avevo perso il conto; restammo così per non so quanto tempo, finchè lui non ruppe quella bolla << Davvero mi sposeresti su una spiaggia senza nessuno delle nostre famiglie? >> annui con la testa, << Angelo ce una cosa che vorrei fare. Vorrei essere dentro di te, ma so che per te è troppo presto >>, alzo la testa e lo guardo fcendo scivolare una mano sul suo volto, << Forse è troppo tardi. La terapista mi aveva detto che dovevo avere un contatto fisico con te almeno tre mesi fa. Ogni volta che mi chiede se abbiamo provato a farlo, gli dico sempre che non me la sento. C'è un motivo per cui ho fatto spegnere le telecamere, voglio provarci >> annuisce con la testa, << Mi fermerai se qualcosa non va? - annuisco alle sue parole – mi permetterai di venire con te dalla terapista la prossima settimana? >> annuisco un' altra volta.

E dopo tanto tempo risuccede quello, che è stato il nostro mondo, fatto di carezze e baci.


NDA:
Okay voglio scusarmi per non aver aggiornato non so da quanto tempo. Non ammazzatemi, ma non ho avuto più tempo, fra il lavoro, i problemi di salute, e altre cose che adesso non vi sto a sbobbinare.
Spero che il capitolo vi piaccia.

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