Irrazionalità

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Lo urtai sulla spalla. Non si svegliò.

Lo scossi nuovamente. Ma continuò a dormire.

Doveva essere proprio stanco.

Poi, realizzai che si trattava del mio servo. Il fatto che non scattasse sull'attenti ad ogni mio gesto era indubbiamente una forma di insubordinazione.

Gli diedi un colpo sulla testa e dissi con tono di voce autoritario: «Svegliati!».

Lui aprì gli occhi di colpo. Si strofinò confusamente il viso e si tirò su.

Seduto sul letto, si guardò un po' confuso in giro. Infine, si voltò verso di me e, con un dolcissimo sorriso, disse: «Buongiorno».

Non avevo mai visto quell'espressione sul suo viso. Rimasi pietrificata.

Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, corsi in bagno senza dire nulla.

Restai lì, immobile, attendendo che Alan lasciasse la mia camera.

In quel momento la confusione che avevo in testa non mi permise di ragionare e comportarmi razionalmente.

Vampiri 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora