Gelosia

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Mi svegliai avvolta nelle mie lenzuola di lino.

Alan era già in piedi intento a sbrigare le sue solite faccende e a prepararmi la colazione. Il profumo di muffin appena sfornati impregnava tutta la casa.

Intanto che mi preparavo, la mia testa volò a quello accaduto il giorno prima.

Iniziai a domandarmi dove avesse imparato a fare l'amore in quel modo. Chi glielo aveva insegnato? Una donna più grande? Quant'è donne c'erano state prima di me? A quante aveva quasi fatto perdere i sensi? Aveva mai amato qualcuna?

Quest'ultimo interrogativo mi fece sprofondare in una strana sensazione di sconforto.

Vestita e truccata, entrai in sala da pranzo, già imbandita per il pasto. I posti a tavola erano due. Questa volta Alan aveva apparecchiato anche per sè.

Mi accomodai e lui mi servì la colazione regolarmente. Poi, si sedette al tavolo con me. Mangiò il solito croissant alla crema con succo d'arancia.

Presi l'iniziativa e decisi di togliermi i dubbi che mi avevano assalita.

«Quante donne hai avuto nella tua vita?», gli domandai.

«E tu?», mi rigirò la domanda.

«Stiamo parlando di te», controbbattei.

«Peccato... L'idea di te con altre donne la trovo molto stimolante», affermò con il suo solito sarcasmo.

Come al solito mi mise in imbarazzo, ma decisi di non mollare e proseguire la mia indagine. Dovevo sapere.

«Rispondi. Non cercare di cambiare discorso come al solito», proseguii io.

Lui fece un lungo sorso dal suo bicchiere e poi disse: «Qualcuna».

Fu vago. Preferì cambiare discorso, spostando l'attenzione su cosa preferissi mangiare per cena. Io non ero mai stata il tipo da interrogatorio e pertanto scelsi di non suffermarmici troppo su. Inoltre, l'idea di lui con un'altra mi fece venire una stretta al petto, quindi scelsi di non approfondire la conversazione. In fondo, ora lui era il mio servo, ora lui era mio.

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