"Marti adesso basta" le disse Gionata, lanciando il cucchiaino dentro al lavandino della cucina.
Martina sollevò gli occhi e guardò l'amico con sguardo stralunato "Eh?" Chiese
"Adesso non ti faccio andare via finché non mangi" disse Gionata
Martina si irrigidì immediatamente.
Non riusciva proprio a mandare giù nulla. Usciva di casa per andare sulle piste prima che Gionata si svegliasse e tornava quando chiudevano.Una volta a casa si chiudeva in bagno, si faceva la doccia ed usciva di nuovo solo se per cena andavano al ristorante.
"Marti ti vedo, anche se non sembra. Piangi tutte le notti, anche se pensi che io non ti senta, non mangi praticamente mai, campi di acqua e caffè e stai fuori giornate intere a sciare. Non va bene" lui si sedette di fronte a lei e le prese una mano.
Martina sentì gli occhi colmarsi di lacrime e sbuffò "Mi sono rotta i coglioni di piangere" la voce alta.
"Marti è normale che tu non sia ancora a posto. È passata una settimana" cercò di consolarla lui.
Effettivamente era passata una settimana anche se sembrava molto di più.
Avevano stabilito una regola, i cellulari venivano accesi soltanto un'ora, dalle 14 alle 15 di tutti i giorni e soltanto per sentire amici e familiari, niente social network.
E funzionava."Scusa Gio. Sono una stronza. Sono stata fuori a farmi i cazzi miei tutto il tempo e ti ho trascinato qua. Anche tu stai male, forse il tuo dolore è anche più grosso e profondo del mio e non ti sono stata accanto per niente. Perdonami"
Si rese conto solo in quell'istante, di quanto il ragazzo le fosse stato vicino e fosse stato in grado di osservarla e capirla. Mentre lei non aveva fatto nulla per stargli accanto e provare a farlo sentire meglio.
"Oh piccola no" Gionata le tese la braccia e la strinse a sé, prendendo in braccio Martina.
"Nessun dolore è più importante di altri, ricordalo sempre" le disse lui sussurrando.
"Ciò non toglie che mi sia comportata di merda" si scusò ancora lei.
"È normale, non te ne faccio una colpa" la rassicurò il rosso.
Martina si staccò e lo guardò in faccia. "Anche tu stai male Gio"
"Mi sento solo in colpa. Vorrei fare qualcosa ma non c'è nulla che io possa fare per restituire i figli a quei genitori, sono impotente" fece una pausa sospirando.
"E odio sentirmi impotente e inutile"
"Non sei né l'uno né l'altro. Giona non c'è nulla che tu possa fare, se non evitare di buttarti giù. Non è colpa tua. Nemmeno quei genitori danno la colpa a te, tu eri solo lì a fare il tuo lavoro, quello che ami fare e, Gio, hai talento. Tanto. La gente ti ama, ama la tua musica, non permettere che un incidente di percorso ti distolga dal tuo obiettivo"
"E sarebbe?"
"Conquistare il mondo. Conquistare il mondo con le tue canzoni, con il tuo modo di fare concerti e tenere una folla, con il tuo modo di fare stare meglio delle persone parlando delle tue esperienze. Perché Gio, tu ce l'hai fatta. Sei partito da niente e sei arrivato dove sei ora, hai tutto. Per questo la gente ti imita e fanno file eterne per sentirti. Ce l'hai fatta da solo, credendo in te stesso, nei tuoi sogni e nelle tue capacità"
"Ho avuto fortuna, se non avessi incontrato Charlie e non fossimo andati al MC quella sera.."
"Però è successo e ora siete Charlie Charles e Sfera Ebbasta. Gio sei tu, sei sempre stato tu. Lascia che le cattiverie degli ipocriti e dei chiusi mentali ti scivolino addosso. Ci sarà sempre qualcuno che vorrà venire a sentirti e guardarti cantare" lei gli prese le mani e intrecciò le loro dita.
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By your side || Tony Effe
RomanceMartina e Nicolò. Sapete cosa fare 💘 • • • • Una storia mista tra Instagram e capitoli narrati