2. Che sarà mai del grasso in faccia?

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Io l'ammazzo sta sveglia! Schiaccio ripetutamente il pulsante per spegnerla, ma ovviamente che succede? Non si spegne!

Mi alzo con uno scatto fulmineo dal letto, prendo la sveglia ed esco in fretta e furia dalla mia camera. Vado in cucina imprecando, apro l'acqua del lavabo e poi affogo la sveglia.
Richiudo l'acqua, appoggio la sveglia su un'asciuga piatti e giro i tacchi per tornare in camera. Papà, Jane, Jackson...Jason, qualcosa del genere e poi l'escremento sono tutti davanti a me che mi guardano con uno sguardo indecifrabile. Li sorpasso per tornare in camera mia, ma la voce di mio padre mi ferma.

"Mad, ti accompagnano Jason e Cameron a scuola" ah, è così che si chiama, Jason.

"No, ho la moto" ribatto guardandolo negli occhi, "E poi non andrei mai in macchina con quell'escremento moro" continuo indicando Cameron l'escremento. Lui mi guarda male e mio padre mi dice le solite cose, 'Devi avere rispetto ora fanno parte della famiglia' o 'Cameron non è un escremento e conoscendolo più avanti ti starà simpatico' e mentre mi faceva la predica io me ne andavo.

"Tesoro, buon compleanno" dice mio padre sorridendo alla fine del suo monologo sull'essere educati. Faccio un cenno con la testa per ringraziarlo e torno in camera.

Tolgo le bende dalle mani e mi faccio una doccia fredda, io amo le docce fredde. Quelle calde mi hanno sempre dato fastidio fin da piccola.
Mentre mi lavo mi immergo nei miei pensieri.

Prima ho notato che Jason mi guardava incuriosito, sembrava che volesse chiedermi qualcosa ma non ne aveva il coraggio. Adoro quando le persone hanno paura di me.

Penso che marinerò la scuola di pomeriggio, voglio tornare a casa prima per scrivere sul mio quaderno. Tranquilli non è un quaderno segreto, dove ci scrivo le mie cotte... mai.
Ci scrivo dentro le cose che vorrei dire a mia madre, è un modo per comunicare con lei. Di solito andavo sempre a scrivere nel cimitero perché mi sentivo più vicina a lei, ma ora non posso più. Il giorno in qui è morta stavamo andando a prendere le decorazioni per la festa del mio sesto compleanno, ma non è andato come speravo. Sono passati undici anni, sono rimasta sola con mio padre e questo mi andava più che bene. Ora è tutto un'inferno, nuova casa, nuova città, nuove persone che ti rompono le palle. 

Esco dal box doccia e avvolgo il mio corpo con l'asciugamano lungo fino a metà coscia. Cerco nella cabina armadio dei vestiti, metto una canottiera blu, nonostante ci siano 7 gradi, dei jeans neri, una camicia a quadretti rossa e nera che mi cinge la vita. Non mi trucco mai, se non per un po' di mascara.

Controllo l'ora sul telefono, le sette e quarantacinque, ho esattamente quindici minuti per arrivare a scuola. Esco di casa senza salutare nessuno, sto per salire sulla mia moto quando vedo l'escremento e il fratello imprecare contro la BMW. Mi avvicino a loro, li guardo per un po' e poi scoppio a ridere. Continuano a imprecare e insultare quella bellissima macchina.

"Che state facendo?" chiedo ridacchiando.

"Quest'affare non funzione!" esclama Jason

Sospiro ed entro all'interno della macchina, accendo il motore che fa uno strano rumore. Apro il cofano della macchina e scendo dalla macchina avvicinandomi ai due fratelli.

"Faremo un po' tardi a scuola, ma chi se ne frega. Portatemi degli attrezzi"

"Vado io" dice Jason, così io e l'escremento rimaniamo soli.

Nessuno fiata fin quando non arriva Jason con la chiave inglese è tutto il resto.
L'appoggia per terra e la apre, "Ecco" dice infine.

Sfilo lo zaino dalle spalle, lo apro e prendo la tuta per non sporcarmi, non si sa mai.

Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora