6. Ricordi non esattamente graditi

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Dormire.

Ecco cosa voglio fare ora.

Siamo in questo museo da ormai due ore, e io mi sto letteralmente addormentando ad occhi aperti. La guida continua a spiegarci i vari monumenti e quadri presenti ma a quanto pare nessuno osa ascoltarlo.

Un telefono inizia a squillare, ma non avevano detto di spegnerli?

È il tuo, idiota.

Ma che cosa dici, io lo spento.

Tutti si girano verso di me indicandomi con il dito.
Aspetta... verso di me?!
Arriccio le labbra, la guida mi guarda male e comincia a sbraitarmi contro, per lo più sputando ovunque.

Guardo tutti i presenti, i miei compagni ridacchiano cercando di non farsi sentire, mentre i prof. e la guida mi guardano male.
Di nuovo.

Ho capito, non ho spento il telefono ma stare più calmi?

Prendo il mio telefono e lo spengo.
"Contenti?" dico, lo sguardo arrabbiato della guida diventa un sorriso. "Si" risponde, questo non capisce che ero retorica.
"Era una domanda retorica, idiota" dico senza pensare, tutti si mettono a ridere tranne i professori e la guida.

Ops.

Già, ops. Sei un'imbranata.

Non c'è bisogno che me lo ricordi.

"Signorina Collins, mi sta ascoltando?!" Urla un professore distogliendomi da miei pensieri, aspetta e quello che mi ha messo in stanza con la gallina. Alzo automaticamente gli occhi al cielo dopo averlo visto. "Collins, io esigo rispetto!" Sbraita, io sorrido "se lei esige rispetto, non se lo aspetti da me" dico e poi vado verso l'uscita del museo. Sento le risate dei miei compagni e il la voce del prof. che mi urla dietro.

Comincio a camminare per le strade di Londra, mi è mancata. Dopo qualche minuto senza accorgermene, arrivo davanti alla mia vecchia scuola, questa non mi è mancata.

Voglio fare una sorpresa al mio ex professore preferito. Entro all'interno della scuola. Se ricordo bene lui insegna geografia, quindi l'aula è la 206.
Busso alla porta e si sente un 'avanti', apro la porta ed entro dentro l'aula.

"Sorpresa! Professore, è felice di rivedermi?" Chiedo entusiasta.
Lui mi guarda spaventato, diciamo che qualche volta gli ho fatto degli scherzi, forse una volta l'ho mandato all'ospedale ma l'importante è che non mi ha denunciato.
Mi avvicino per abbracciarlo ma lui indietreggia mettendosi le mani davanti alla faccia, scoppio a ridere e mi giro verso la classe.
Li guardo tutti, uno ad uno. Incontro lo sguardo di Mike, lui aveva una cotta per me, e penso l'abbia anche ora, dato che mi guarda come se fossi una dea.

Poi la vedo.
Megan.

Colei che mi ha fatto finta di essere mia amica ma poi si è dimostrata una troietta. Lei mi guarda ghignando, a qui anch'io rispondo con un ghigno.
Mi giro verso il prof. che mi guarda ancora spaventato. "Mi dispiace tanto prof. ma purtroppo devo tornare dai miei compagni" dico facendo una faccia da finta dispiaciuta.
Esco dall'aula e mi dirigo alle macchinette della scuola.

Ho un metodo infallibile per prendere delle merendine senza pagare. Quando arrivo a destinazione trovo l'escremento e gli altri, perché sono qui?
"Che ci fate qui?" Mi hanno seguita?
"Amanda voleva farci vedere la sua vecchia scuola, è anche la tua, giusto?" Dice Nash, annuisco e mi avvicino a Cameron che è intento a prendere una merendina che si è incastrata.
Do una forte spallata alla macchinetta, facendo cadere la merendina.
"Ce l'ho fatta!" Esclama lui, gli altri cercano di trattenere una risata, "Che c'è?".
"Mi dispiace infrangere i tuoi sogni ma è stata Madison a far cadere la merendina" dice Jack J.
Lui si gira verso di me e io gli faccio un leggero sorriso. Mi metto davanti alla macchinetta. Guardo tutte le merendine, ce ne sono di dolci e di salate. Decido di prendere un Twix, metto una banconota da un dollaro e faccio scendere la barretta. La prendo in mano, poi do una spallata abbastanza forte alla macchinetta facendo così cadere le banconote che gli altri studenti usano per comprare il cibo. Le prendo tutte che saranno in totale un trenta dollari. Le metto nei portafogli e apro il mio Twix per mangiarlo. Mi giro verso gli altri e per poco non mi strozzo per le loro facce. Tutti a parte Amanda hanno una faccia indecifrabile e lei invece sorride. "Mi era mancato questo" dice, io sorrido ricordando i momenti con lei ma poi ritorna anche in mente quando tutto finito e il mio sorriso sparisce. Esco dalla scuola senza salutare nessuno, voglio andare al cimitero per parlare con mia madre. Prendo dei papaveri, erano i suoi fiori preferiti. Quando arrivo davanti alla lapide di mia madre una lacrima solca il mio viso. Sento il rumore di foglie che si rompono, mi giro di scatto ma non c'è nessuno, sarà stata una mia impressione.
Mi siedo davanti alla lapide di mia madre, di fianco ad essa invece c'è quella di mio fratello. Divido il mazzo di papaveri in due e li metto sulle loro lapidi.

"Ciao" dico, "Mi mancate tanto, troppo. Perché ve ne siete andati così prensto?-cominciano a cadere lacrime sulle mie guance che non riesco più a fermare-Non so cosa dire, lo sapete che non sono brava con le parole. Oddio, perché è così difficile!" Urlo l'ultima frase a squarcia gola, mi avranno sentito anche in Polonia.

"Guarda chi si rivede" Quella voce, "Cosa vuoi?" chiedo trattenendo la rabbia.
"Parlare" dice, "Io non ho niente da dire" ribadisco oramai scocciata dalla sua presenza.
"E ora puoi andare" continuo, sento i suoi passi, ma si fanno più vicini.
"Come stai?" Mi chiede lei, alzo gli occhi al cielo "Non ti interessa veramente".

Per un po' non parla nessuno, "Cosa ci fai qui?" Chiedo, lei ghigna "Sapevo saresti venuta qui, e ho pensato, perché non rinfacciarle che è colpa sua delle morti di sua madre e suo fratello"dice ridendo leggermente.
"Vuoi rischiare di finire di nuovo sotto terra?" Chiedo ringhiando. "Tanto finiresti in prigione".

Ti prego uccidila.

Vi stavo già facendo un pensiero, tranquilla.

"Meglio finire in prigione che vedere la tua faccia" dico alterata, "Comunque tuo fratello era davvero bravo" dice facendo uno sguardo malizioso, non ce la faccio più. Mi butto sopra di lei, ma prima che possa fare qualcosa lei aggiunge "È colpa tua se sono morti". Cado per terra e comincio a piangere, sento la sua risata è i suoi passi farsi più lontani. Mi porto le ginocchia al petto continuando a piangere e rivivendo i momenti in qui sono morti.
Qualcuno mi abbraccia, ma mi sembrano più di una persona. Mi lascio abbracciare visto che la forza di staccarsi è andata a farsi fottere. Quando si staccano mi alzo asciugandomi le lacrima, mi giro e vedo Amanda e gli altri ragazzi. "Mi avete seguita?", abbassano tutti lo sguardo, "Ok, basta che non lo dite a nessuno" dico per poi incamminarmi all'uscita.

Non mi aspettavo questa reazione da te.

Nemmeno io...nemmeno io.

Appena esco dal cimitero ritorno a respirare normalmente, non mi sono nemmeno accorta che stavo trattenendo il respiro.

Provo a dimenticare quello che è successo li dentro, cerco di tornare di buon umore.
I ragazzi mi raggiungono e mi guardano con compassione. "Non guardatemi così" dico alzando gli occhi al cielo, loro mi guardano dispiaciuti.
"Fate finta che non sia successo niente, okay?", loro annuiscono e andiamo verso un bar. Mentre camminiamo i ragazzi mi dicono che ci hanno due ore libere e che dobbiamo tornare all'Hotel alle 19:30.
"Allora...chi era quella ragazza?" Chiedencon indecisione Taylor, "La Mia ex migliore amica" rispondo tranquilla, queste cose le posso dire ma se vanno con troppe domande.
"Okay" dice lui, "Perché la odi?". "Io non ho mai detto di odiarla, ma si la odio" rispondo di nuovo.
Parliamo di altro e quando torniamo all'Hotel trovo delle persone che non avrei più voluto rivedere.

Hey, come state?

Sono riuscita finalmente ad aggiornare, siete felici?

È un capitolo leggermente più lungo di quello precedente, spero vi piaccia. Votate e commentate.

-Umi

Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora