16. Mi vuoi uccidere?

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"Allora...ti sei divertita alla festa?", io e Amanda eravamo sedute su un muretto a guardare tutti gli studenti parlare e scherzare. La guardai torvo, "Secondo te? Mi avete lasciata da sola in mezzo a un branco di deficienti ubriachi" dissi per poi sbuffare sonoramente, "Beh...almeno hai passato un po' di tempo con Cameron. Non pensare che non vi abbia visto" ammiccò lei dandomi una leggera gomitata.

Cameron.

Erano passati due giorni dal quasi bacio e lui non mi aveva più rivolto la parola, di nuovo. Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Si era pentito di avermi quasi baciata?

"Terra chiama Madison", Amanda mi sventolò una mano davanti alla faccia, sbattei le palpebre velocemente, "Sì, ho capito" dissi, "Okay, cos'ho detto allora?" chiese socchiudendo gli occhi.

Cos'ha detto?

Non lo so, dimmelo tu.

Nemmeno io lo so.

Vedi sei inutile quanto me.

"Ehm...ti ho mai detto che sei bellissima?" cercai di sviare il discorso, "No, però tranquilla lo so già" constatò lei sorridendo, "Cosa stavo dicendo?", feci spallucce.
L'avevo scampata.

Qualche minuto dopo suonò la campanella, io e la mia amica andammo nelle nostre rispettive aule, e chi potevo trovare se non Cameron? Era seduto in uno degli ultimi banchi, sembrava stesse scrivendo qualcosa su un biglietto. Gli passai affianco senza degnarlo di uno sguardo, come fece anche lui, mi sedetti nel banco affianco al suo, vicino alla finestra.

Gli studenti del corso fecero la loro entrata seguiti dal professore, che dopo averci dato il buongiorno si sedette alla cattedra. Cercai di rimanere il più concentrata possibile durante la lezione, ma Cameron, come se non mi avesse mai ignorato, decise di cominciare a lanciarmi delle piccole palline carta in testa.

"La vuoi finire?" chiesi spazientita, ma proprio mentre dicevo quelle stesse parole una pallina mi finì dritta in gola. Presi a tossire, qualcuno venne in mio soccorso e cominciò a tirarmi tante pacche sulla schiena, per miracolo riuscii a sputare la pallina. Mi girai verso l'individuo per ringraziarlo, "Coglione!" urlai e continuai a urlargli contro tutti gli insulti possibili, ebbene sì, era stato Cameron ad avermi quasi ucciso ed era stato lui ad avermi salvato.

"Signorina Collins, Il signor Dallas l'accompagnerà in infermeria" disse il professore, alzai gli occhi al cielo e lo presi per il braccio.

Ma non potevo incontrare persone normali? No, ovviamente dovevo incontrare una maniaca delle feste, un gruppo di sedicenti e un assassino. Perfetto!

"Sembri incazzata. Sei incazzata?" chiese lui guardandomi, lo guardai con uno sguardo talmente arrabbiato che fece qualche passo indietro. "Credo di aver appena visto lo sguardo di Satana" disse lui aggrottando le sopracciglia, alzai gli occhi al cielo e lo superai.

"Signorina Collins non si deve preoccupare, è stata solo una pallina di carta" disse lei con aria di superiorità, "Questo lo avevo capito anch'io" borbottai scocciata. "Janet potresti prenderle un bicchiere d'acqua per favore, è un po' sotto shock, capisci?", l'escremento mi massaggiò un po' le spalle mentre lo diceva, l'infermiera fece una faccia comprensiva e andò a prendere quella che aveva chiesto Cameron. "Nervosetta?" chiese lui ridacchiando per poi sedersi accanto a me, "Fanculo" sputai acida, "Sai che non s'insulta la gente?", "Questo non è un'insulto, è un posto che consiglio di andare a molti" dissi guardando davanti a me, "Beh...ha senso" sussurrò lui guardandomi. Qualche secondo dopo arrivò l'infermiera porgendomi il bicchiere che poi ripassai a Cameron, la donna mi guardò male e poi ci comunicò che potevamo andare.

"Dobbiamo proprio tornare in classe?" chiesi trascinando i piedi sul suolo, "No" disse lui sorridendomi complice, sorrisi anch'io. Avevi già dimenticato il quasi omicidio che aveva tentato di compiere, ma infondo lui era Cameron, non riuscivo ad essere arrabbiata con lui per più di dieci minuti. Cominciammo entrambi a correre verso il portone d'ingresso, mi fermai un'articolazione per riprendere fiato, ma Cameron mi prese la mano e continuò a correre verso il portone. Continuammo a camminare per le strade di Miami, dopo qualche minuto eravamo davanti al McDonald's, "Non potevamo andare al Burger King?" chiese l'escremento, in quel momento lo guardai torvo "Okay che ognuno ha i sui gusti, ma il Burger King? Seriamente?", lui fece spallucce ed entrò dentro il fast food.

"Tu cosa prendi?" chiesi guardandolo, "Un Big Mc, delle patatine e un te alla pesca. Tu?", lo guardai nuovamente torvo "Non starò qui a farti il discorso sul perché il te alla pesca faccia schifo. Io prendo delle ali di pollo, nei nuggets, delle patatine, un Big Mc e un te al limone" dissi facendo evidenza sulle parole 'te al limone', "Non so se ho abbastanza soldi con me" disse controllando nel suo portafogli. Gli tirai uno schiaffo, forse un po' troppo forte data la sua faccia arrabbiata, "Perché?!" chiese quasi urlando, gli sorrisi "Pago io per me, idiota" e non gli lasciai dire altro.

Tornammo a casa dopo esserci sfamati, non c'era nessuno in casa e decisi di farmi una doccia. L'escremento invece era andato a giocare ai videogiochi.
Mi insaponai per bene la testa e quando ebbi finito uscii dal box doccia, stavo per levarmi l'asciugamano quando la porta si aprì di scatto.

Ciao a tutti ecco il nuovo capitolo. Scusate l'assenza.

-Uma

Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora