15. Feicità inaspettata

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Era passata una settimana dalla sfuriata di Cameron in mensa, più volte avevo provato a parlargli, ma lui mi ignorava continuamente.

Quel giorno Amanda mi aveva chiesto, anzi obbligato ad andare a una festa in spiaggia. Quando me lo chiese la mi prima reazione di riderle in faccia e lamentarmi che eravamo a ottobre e che avrebbe fatto parecchio freddo, sopratutto di notte. In poche parole mi aveva costretto e quindi mi ritrovai a prepararmi, cercai un costume, anche se non avevo intenzione di fare il bagno, e presi un paio di jeans neri strappati e un top nero a maniche lunghe, ovviamente presi anche una giacca o sarei morta di ipotermia.

"Mad, è arrivata la tua amica", Jane fece la sua entrata sorridendomi, ricambiai e poi presi il telefono. Quando scesi le scale vidi Cameron seduto sul divano intento a guardare la televisione, lui si girò verso di me e mi squadrò dalla testa ai piedi, sembrava irritato dal mio modo di vestire. Arriviamo le labbra e lo lascia perdere, uscii di casa per poi andare verso la macchina di Amanda.

"Ma ciao bellissima" mi sorride lei, odiavo quando la gente mi chiamava bellissima o amore, e sapevo anche che Amanda lo aveva fatto apposta per farmi fastidio. "Salta su", mi accorsi solo dopo che al posto del passeggero c'era Carter, quindi per non disturbarli mi sedetti dietro. "Partiamo?" chiesi non vedendo Amanda accendere il motore, "Dobbiamo aspettare Jason e Cameron" disse come se fosse ovvio e alzai gli occhi al cielo.

***
Arrivati alla festa Amanda e Carter se ne andarono subito, lo stesso Jason e Cameron.

Che begli amici che ti sei trovata.

Non posso che darti ragione.

Per una volta ascoltai la mia coscienza, non aveva tutti i torti infondo, chi diavolo lascia da sola la propria amica che tra l'altro era stata obbligata a presentarsi a quella stupida festa? Beh, k miei amici a quanto pare.

Mi diressi al bancone dei cocktail e presi una semplice birra, non volevo ubriacarmi quella sera.

"Guarda un po' chi c'è qui, Madison Collins", mi girai già annoiata dalla sua voce troppo acuta, "Megan, non è un piacere rivederti" le risposi facendole un sorriso falso. Dietro di lei riconobbi la gallina, c'era anche un'altra ragazza che però non avevo mai visto prima, vidi anche in lontananza Cameron fissarmi e appena lui notò che l'avevo visto se ne andò.

"Dimmi chi ti ha invitato alla mia festa?" chiese Megan, la ignorai e cercai con lo sguardo Brian, avevi bisogno di lui. "Allora?" insistette lei, la guardai torvo "Non sono affari tuoi e se avessi saputo che la festa era tua non mi sarei nemmeno scomodata ad alzarmi dal letto" detto questo me ne andai, non avevo voglia di litigare.

"Tu sei Madison, giusto?" una voce sconosciuta raggiunse le mie orecchie, perché la gente doveva parlare con me e non con le altre cento persone presenti a quella dannata festa? Mi girai verso il ragazzo dalla voce sconosciuta, "No" risposi secca per poi andare via, basta ragazzi, basta gente, anzi basta umani.

Per stare da sola mi diressi verso una parte della spiaggia un po' più isolata, mi sedetti sulla sabbia e guardai le stelle. Presi una manciata di sabbia e la feci scivolare dalla mano facendola cadere per terra, continuai a fare così per qualche minuto, il suono della sabbia che scivolava giù dalla mia mano mi rilassava parecchio. Sentii qualcuno sedersi accanto a me, ma non si capisce che voglio stare da sola? Mi girai dalla parte opposta alla persona accanto a me, vidi qualche metro più in là, sul bagnasciuga una coppia baciarsi e ridere.

"Ti ti fastidio se rimango qua per un po'?".

Cameron.

Scossi la testa, "No, tanto stavo per andarmene", non era vero, ma la sua presenza mi metteva in soggezione e non ne sapevo nemmeno il motivo. Mi alzai lentamente, e guardai ancora per qualche secondo le stelle, erano bellissime, splendide.

Cominciai a camminare ancora più lontano dalla festa, ma qualcosa mi fermò, questa volta nessuno mi aveva preso per il polso o chiamata, mi fermai per mia spontanea volontà. Pensando che Cameron fosse ancora seduto sulla sabbia mi girai velocemente e aprii la bocca per dire qualcosa, ma non uscì niente. Lui non era più seduto, ma era a die centimetri da me, aveva gli occhi chiusi e lo sguardo puntato per terra. Senza pensarci gli accarezzai la guancia, lui come se si fosse risvegliato da un trans aprì di scatto gli occhi e mi guardò con...desiderio? A un certo punto gli spuntò un sorriso malizioso, lo guardai stranita, cosa voleva fare? Nemmeno un secondo dopo mi ritrovai fra le braccia di Cameron, correva verso il mare. "No, Cameron giuro che te ne pentirai se mi but-" cercai di dire prima di farmi buttare in acqua, risalii per prendere respiro e mi ritrovai Cameron ridere a crepapelle pelle. "Ti sei bagnata" disse lui ridendo ancora di più, "Ed è tutta colpa tua" gli feci notare, lui rise ancora di più e solo dopo notai il doppio senso. Mi coprii la faccia, probabilmente ero diventata un peperone, "Non coprirti la faccia, sei bellissima quando arrossisci" disse lui togliendomi le mani dal viso. Lo guardai imbarazzata, ma poi mi spuntò un sorridono beffardo sulle labbra e lui mi guardò storto. "Cosa vuoi fare?" chiese lui con un'espressione leggermente preoccupata, senza aspettare un altro secondo mi buttai addosso a lui e lo spinsi sott'acqua.

Dopo un minuto che lo avevo lasciato andare non era ancora risalito per respirare, sapevo cosa voleva fare, ma non ci sarei cascata.

Cominciai con grande fatica a camminare verso la riva, ero fradicia dalla testa ai piedi, avrei voluto ucciderlo in quel momento. Sentii qualcuno prendermi per i fianchi e girarmi verso di lui, "Mi avresti seriamente lasciato lì ad affogare?" chiese lui con un'espressione divertita in volto, feci finta di pensare, "Sì" risposi sicura di me, il suo sorriso sparì e mi guardò con sguardo truce. "Giuro che te la farò pagare" dissi cambiando discorso, "Non mi faresti mai del male" confutò sicuro di se, "Mentalmente no, ma fisicamente sì" dissi facendogli l'occhiolino. Lui si avvicinò ancora di più a me, pochi centimetri separavano il mio viso dal suo, qualcosa nel mio stomaco si stava ingarbugliando, farfalle? No, elefanti, giraffe, rinoceronti, tutto lo zoo.

Lui si avvicinò ancora di più, questa volta solo qualche millimetro, le nostre labbra si sfiorarono. Come se avessi preso la scossa mi allontanai da lui, "Ehm...scusa" dissi in preda al panico, lui si sfregò la testa imbarazzato "No, colpa mia" disse facendo qualche passo indietro. Lo guardai di sottecchi, "Potresti accompagnarmi a casa? Non vorrei incontrare maniaci" gli chiesi ridacchiando imbarazzata, lui annuì velocemente e insieme ci dirigemmo verso casa a piedi.

Appena tornammo a casa corsi in camera mia, mio padre e Jane stavano già dormendo. Presi un pigiama asciutto, e mi cambiai mettendo quelli bagnati ad asciugare, con molta delicatezza mi buttai sul letto e guardai il soffitto. Sorrisi. Presi la collana di mia madre, che avevo attaccata al collo e cambiai il colore dal nero al bianco. Ero felice, Cameron mi stava per baciare.

Ma perché mi faceva piacere?


Ciao a tutti, come state?

Oggi mi sento buona e ho deciso di pubblicarvi anche il capitolo 15, spero vi piaccia e in tal caso commentate e l'ascite una stellina.

Au revoir.

-Uma

Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora