4. Cuscino umano

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Sto aspettando che Cameron e Jason scendano al piano di sotto per partire verso l'aeroporto. Ma ovviamente ci mettono un'infinità di tempo e sinceramente non ho voglia di aspettare alle 05:30 del mattino.

Oggi è mercoledì, quindi partiremo per Londra.
Ieri ho fatto le solite cose. Scuola, pranzo, boxe e Netflix.

"Eccoci!" esclamano Cameron e Jason, nel frattempo scendono le scale con le loro valige, giganti oltretutto. Appena portano la valigia al piano di sotto, tornano di sopra e poi scendono di nuovo con un altra valigia. Ma siamo normali, stiamo via solo due settimane e questi due si portano due valige il doppio di loro. Solo io ho portato un borsone dove dentro ci bastano le cose per due settimane a Londra?

Si.

Non stavo parlando con te.

Ma con chi vuoi parlare d'altro se ci sono solo io nella tua mente perversa.

Ho una domanda.

Okay...

Ma secondo te, riesco a dimenticarti e a godermi la vita senza che tu mi riprenda ogni secondo della giornata?

No, e poi io ti servo.

A cosa servi? Illuminami.

Beh, servo a farti pensare.

Ma non farmi ridere.

Allora...mettiamo in chiaro che se io non ci fossi, non penseresti mai e saresti già finita in prigione.
Ah, e poi non pensi nemmeno quando ci sono io.

Appunto, non fai il tuo lavoro da pensatrice e ora lasciami in pace.

"Voi siete problematici, non è vero?" chiedo ai fratelli Dallas, loro mi guardano confusi e io per fargli capire indico con la testa le loro valige giganti.
"Casomai sei tu che hai problemi, visto che ti porti solo un borsone" ribatte l'escremento.
"Si, ma non stiamo via tre mesi che ci dobbiamo portare l'armadio!" esclamo guardandolo con odio.
Prendo il mio borsone da terra ed esco dalla casa seguita da i due fratelli, entriamo in macchina e partiamo. Purtroppo non ho potuto portare la mia amata moto.Nessuno osa fiatare, si sentono a malapena i nostri respiri. Arriviamo all'aeroporto dopo una ventina di minuti, scendiamo dalla macchina e se ho capito bene Jane la porterà via per evitare che stia due settimane in putrefazione. Appena vedo tante teste radunate vado in quella direzione dove trovo la prof. impegnata a fare l'appello.

"Madison Collins" mi nomina la professoressa, alzo la mano per farmi vedere e lei marca lamia presenza su un foglio. Mentre aspetto che finisca l'appello qualcuno mi viene addosso e cade a terra.
"Guarda dove vai, sfigata!" grida la gallina che ho davanti, ora che ci penso ha un aspetto familiare.

È la ragazza che ti ha nascosto i guantoni.

È vero, certe volte sei utile.

"Mi sei venuta tu addosso, io ero ferma in questo esatto punto" dico trucidandola con gli occhi. "Cammyno, aiutami ad alzarmi" strilla lei, Cameron sbuffa e poi l'aiuta.
"Contenta?" le chiedo come quando si chiede a un bambino di due anni. Lei si aggrappa a Cameron, "Aiutooooo!" grida la gallina a squarcia gola. Tutti si girano verso di noi, compresi i professori, "Che succede?" domanda un prof.
"Lei mi ha spinto facendomi cadere a terra!" esclama indicandomi la gallina. "Io? Lei mi è venuta addosso!" mi giustifico.
Il prof. mi guarda male, "Visto che litigate così tanto starete di stanza assieme in queste due settimane" dice lui con un sorriso o da far venire i nervi, "Cosa?!" esclamiamo io e la gallina contemporaneamente "Io non starò di camera con lei. Già non la sopporto e non la conosco nemmeno" continuo io.
"È proprio per questo che starete assieme, magari farete amicizia o magari no" dice lui alzando le spalle. Lo guardo male e poi ci dirigiamo tutti a fare il check-in. Guardo il mio posto sull'aereo, 15D. Quando arrivo al mio sedile vedo l'escremento e la gallina mangiarsi la faccia. Tossisco, niente. Tossisco più forte, niente. A quel punto picchietto sulla spalla della gallina, quando si gira verso la mia parte io le sorrido falsamente. La spintono giusto un pochino per passare e poi mi siedo al mio posto.
Otto ore di viaggio con questi due che rompono, non sopravviverò.

Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora