18. Troppo intelligente

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"Mmmh...cosa intendi?" le chiedo guardando fuori dalla finestra e grattandomi la nuca. "Lo sai benissimo. Quindi, è successo qualcosa con Cameron" la sua non è una domanda, ma proprio un'affermazione. Come fa questa donna a sapere tutto?
"Niente, cosa te lo fa pensare? Io e quell'escremen-Cameron? Ma per favore" mi correggo picchiettando le dita sul piano da cucina, mi alzo e prendo un bicchiere d'acqua. Quando sono troppo nervosa la mia gola si secca e devo bere ogni volta un litro d'acqua per farlo passare, probabilmente il mondo mi vuole molto bene. "Sì, tu e Cameron, o come preferisci chiamarlo, escremento" ridacchia guardandomi negli occhi. Se Cameron verrà a sapere che sua madre lo trovava divertente la incenerirà con lo sguardo. "Non è successo assolutamente niente. Sono più da biondi e occhi azzurri. Non so se hai notato, ma lui non possiede nessuna di queste qualità", mi guarda corrucciata e dice: "Ma se proprio l'altro giorno mi hai detto che non ti piacciono i ragazzi biondi e occhi azzurri" constata alzando un sopracciglio, sto per ribattere quanto a detto Jane, ma Cameron e Jason fanno la loro entrata. "Di che parlate?", Jason si siede accanto a sua madre e le dà un bacio sulla guancia. Lei lo guarda accigliata e io divertita. "Niente che ti possa interessare" risponde lei, dopo queste parole Jason le strofina una mano sul punto in cui le ha dato il bacio. "Scordati altro affetto da me", esce dalla cucina mentre Jane ridacchia divertita.
"Credo che andrò anche io fuori da questo posto pieno... di cibi delizioso", Cameron di butta su dei biscotti al cioccolato presenti accanto al lavandino. Mi giro verso Jane, lei mi guarda ormai affranta e dice: "Spero che la sua futura moglie lo sopporti". Ridacchio e torno a guardare l'escremento che era già intento a guardare noi. Ci fissa truce e poi fa per uscire dalla cucina, ma Jane lo afferra per un braccio. "Fermo e seduto" proferisce, indicando la sedia accanto a me e Cameron fa quello che dice. "Allora, so che è successo qualcosa fra di voi. Fate meglio a dirmelo subito, perché non uscirete da questa cucina per un bel po' di tempo", ci sorride in modo malefico e poi si prende una tazza di caffè. Mi giro istintivamente verso Cameron, lo stesso fa lui e riguardiamo entrambi Jane. "Non è successo niente fra me e Madison, mamma" dice l'escremento, con ancora i suoi biscotti in bocca. Lei sta per ribattere, ma sentiamo un tonfo provenire dal piano di sopra. Tutti e tre ci alziamo per andare a vedere quello che è successo, quello che ci troviamo davanti è piuttosto divertente. Jason è letteralmente stato schiacciato dal suo armadio. Con un po' di fortuna potrebbe essersi rotto il braccio.

"Si può sapere come diavolo hai fatto?!", Jane corre subito verso suo figlio e lo aiuta ad alzarsi. "Stavo cercando di spostarlo, i compiti mi sono finiti dietro l'armadio" dice, controllando di essere ancora intero. Vado verso il luogo del delitto e raccolgo i suoi compiti.
"Ragazzi, per questa volta la scampate, ma quando vi rivedo tutti e due insieme vi sequestro e vi portò nello scantinato per farvi parlare" dice Jane, indicandoci e socchiudendo gli occhi. Esco dalla stanza, seguita da Cameron che sembra volermi seguire.

"Che vuoi?", mi giro verso di lui, facendolo scontrare involontariamente contro di me. "Cosa tu fa pensare che voglia qualcosa?" chiede lui, inclino leggermente la testa e alzo le sopracciglia. "Forse perché continui a seguirmi?" dico, lui si gratta la nuca e poi mi guarda. "Ecco... stasera devo andare in un posto e-". "Dove?" lo interrompo per capire dove de andare. "Un posto. Comunque ho bisogno che tu mi copra quando uscirò di casa" conclude guardandomi supplichevole, lo guardo torvo e arriccio le labbra. "Mmmh, fammici pensare... neanche se mi paghi" dico, facendo un sorriso provocatorio. "Ti prego, faccio qualunque cosa" dice lui ammiccando, lo guardo torvo e gli di le spalle, continuando a camminare.

E se lo ricattassi?

Mi fermo di scatto e mi giro verso di lui lentamente. "Posso farlo, ma se proprio ci tieni... devi farli venire con te e dobbiamo anche parlare di quello che hai fatto prima" dico riferendomi a il bacio che ci è stato. "No. In entrambe le condizioni, e poi cosa dovresti dire a mia madre? 'Ciao Jane, io e Cameron dobbiamo andare in pasticceria per prendere una torta'. Sospetta già qualcosa e non mi sembra una buona idea dire che andremo da qualche parte insieme" dice fissandomi negli occhi. "Sì, ma se tu esci prima di me e io qualche minuto dopo, non ci sarà alcun problema" stabilisco facendogli l'occhiolino e poi dico: "E comunque io esigo di parlare di quella cosa". "Tu esigi? Quella cosa? Per te è così difficile dire la parola 'bacio'?" mi chiede ridendo, gli tiro un pugno sul braccio e vado verso camera mia. "Non contare sul mio aiuto" dico facendogli il dito medio, sbatto la porta e la chiudo a chiave. Mi butto sul letto, ascoltando Cameron che bussa e urla alla mia porta. Continua a ignorarlo, mentre canticchio le parole di una canzone che mi è rimasta in testa. "Va bene, puoi venire con me", appena sento testuali parole corro ad aprire la porta di camera mia e gli sorrido complice. "Ti amo" gli dico, saltandogli addosso, lui mi guarda con una faccia indecifrabile e realizzo quello che ho appena detto, "NON IN QUEL SENSO" dico, forse anche un po' troppo forte dato che Json si affaccia dalla sua stanza. "Si, preparati intanto", Cameron se ne va, mentre io penso ancora alla figura di merda che ho appena fatto.

***
Busso alla porta della cucina, Jane si gira verso di me e mi sorride gentilmente. "Hey Jane, volevo dirti che io e Cameron ora usciamo" le dico guardando fuori dalla finestra. "Okay", è l'unica parola che dice, la guardo confusa. "Niente dove andate? O a che ora tornate?", lei mi sorride e si avvicina a me, con in una cioccolata piena di cioccolato. "Madison, tesoro, se vuoi proprio che ti dica qualcosa. Usate i preser-". "Okay okay, ho afferrato il concetto, noi andiamo", corro fuori dalla cucina, dove trovo Cameron intendo ad allacciarsi le scarpe, ma con scarsi risultati. "Non pensavo fossi così idiota da non riuscirti nemmeno ad allacciarti una scarpa" commenti ridacchiando, lui mi guarda torvo e si siede per terra. "Si è creato un nodo con i lacci" risponde, annodando ancora di più l'ingarbuglio che ha creato. Gli sposto le mani dalla scarpa, e in meno di dieci secondi ho già sciolto in nodo. Lui mi ringrazia e mi chiede cos'ha detto sua madre. "Oh, non vorresti saperlo", detto questo usciamo ed entriamo nella sua macchina.

Cameron non ha voluto nemmeno darmi un indizio su dove mi stava portando, e ogni volta che gli chiedo se siamo arrivati, sbuffa e alza gli occhi al cielo, sapendo benissimo che a me da fastidio.

"Siamo arrivati. Contenta?" dice lui l'archeggiando e uscendo dalla macchina. "È un magazzino? Abbandonato? È legale stare qui? No perché se lo è me ne torno a casa" dico raggiungendolo verso l'entrata. "L'abbiamo affittato" dice prendendo delle chiavi dalla tasta posteriore dei jeans. "Tu e il gruppo?" chiedo, sapendo già la risposta. Lui annuisce e appena entriamo all'interno dell'edificio vedo tutti, compresa Amanda.

Ciao a tutti, come state?

Ecco a voi il nuovo capitolo spero vi piaccia. Commentate e lasciate un commento:)

-Uma

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 19, 2020 ⏰

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Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora