13. Cameron Dallas ha paura delle ragazze col ciclo?

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"Madison, siamo arrivati"

"Mmmh"

"La mia spalla è così comoda?"

Annuii piano a quella voce che sentii in lontananza, "Benissimo, vuol dire che ti prenderò in braccio", mi sentii sollevare e portare da qualche parte. Per non cadere agganciai le mie braccia al collo della persona che mi trasportava, sentii qualcuno ridacchiare, ma non ci feci troppo caso.

"Signor Collins, Madison non si voleva svegliare", capii che la voce era di Cameron, quindi era lui che mi teneva in braccio e quindi io mi ero attaccata all'escremento. Ero indecisa se far finta di essermi svegliata ora oppure aspettare, optai per ascoltare la conversazione in incognito.

Agente 00Madison.

Puoi dirlo forte coscienza.

Nah, è troppo strano da dire.

Rovini sempre tutto.

È il mio lavoro.

Il tuo lavoro è quello di farmi ragionare, ma non lo fai mai.

Lo faccio eccome, sei tu che non mi ascolti.

Uff

"Ho notato, venite ho fatto portare delle macchine per far portare a casa i vostri amici" disse mio padre, Cameron iniziò a camminare e mi sentii appoggiare su dei sedili, aprii leggermente gli occhi e guardai Cameron che stava usando le sue gambe come cuscino per me. "Sei viva" disse finto sorpreso l'escremento, "Ah ah ah, molto divertente" dissi guardandolo torvo, lui alzò le spalle e poi mi fece un leggero sorriso. Alzai leggermente la testa per guardarmi intorno, mio padre non era in macchina, probabilmente era fuori a salutare gli altri. Provai a mettermi seduta, ma Cameron mi fermò per le spalle "Rimani sdraiata", feci come aveva detto e poco dopo cominciò ad accarezzarmi i capelli. Rimasi ferma a godermi le sue carezze e per la medesima volta mi addormentai.

***

Sbadigliai rumorosamente mentre mi stiracchiavo, "Ahia!" esclamò Cameron, lo guardai e vidi che gli avevo messo un dito nell'occhio. Mi trattenni dal ridere e gli feci un cenno di scuse, mi misi seduta e vidi che non eravamo ancora arrivati.
"Pensavo avessi avuto un infarto" disse mio padre ridacchiando, guardandomi dallo specchietto interno, socchiusi gli occhi e lo guardai malamente. Appoggiai la testa sulla spalla di Cameron e chiusi per un momento gli occhi, "Vuoi dormire ancora? No perché ora mi devi fare tu da cuscino", sbuffai e alzai la testa e invece lui l'appoggiò sulla mia spalla. "Sai stareste bene insieme" confessa mio padre guardandomi dallo dallo specchietto interno, io lo guardai contrariata "Non farti strane idee, siamo amici e così rimarremo". Mio padre mi guarda sospettoso e poi dice "Però non hai negato che non ti piace", non rispondo e appoggio la testa sul finestrino.

Non mi piace Cameron, cioè è simpatico e molte volte snervante ma è la sua personalità e in fondo a me piace.

Poi dici che lo odi.

Io non lo odio ma non lo amo nemmeno.

Forse non lo ami ma ti piace di sicuro.

Perché devi avere una coscienza problematica?

Perché tu sei problematica.

Io ci rinuncio.

Attacco le cuffiette al telefono e ascolto un po' di musica, appoggio la testa sul sedile e chiudo gli occhi. Sarà morto quell'uomo? Non mi hanno detto niente su di lui, solo che è stata difesa personale anche se dovrò comunque parlare con la polizia di Miami.

Mezz'ora dopo arriviamo a casa e mio padre mi da il compito di svegliare Cameron, mentre lui va a salutare Jane.

"Cameron? Cameron? Non sei morto vero? Mi farebbe molto schifo toccare il tuo cadavere" dico guardandolo, dato che non si sveglia gli tiro un piccolo schiaffo ma niente. Non sono molto paziente e quindi gli tiro uno schiaffo vero e proprio in faccia. Lui si alza di scatto sbattendo la testa sul tettuccio, mi metto a ridere, è buffo. "Che ti ridi, vediamo quando succederà a te" dice guardarmi di sottecchi. Scendiamo tutti e due dalla macchina ed entriamo in casa. Jason è tornato a Miami con dei suoi amici.

Entro in camera mia e poso il borsone sul mio letto, mi guardo un po' attorno, se cambiassi un po' lo stile della camera?
Prendo dei soldi dal mio salvadanaio e corro giù dalle scale, "Dove vai?" chiede mio padre, "Vado a comprare un paio di cose" dico velocemente, "Ti accompagna Cameron" "Cosa?" chiediamo all'unisco io e l'escremento. "È quasi buio, non se ne parla che vai in giro da sola" "Ma prendo la moto" protesto, "Niente discussioni Mad", sbuffo annoiata e guardo Cameron, si alza e prende le chiavi della macchina, "Facciamo in fretta" dice, non gli rispondo e usciamo di casa.

"Dove si va?"domanda, "Al centro commerciale" risposi eccitata.

Perché sei felice di andare al centro commerciale?

Non ne ho idea nemmeno io.

Più stupidi di così non si può.

Ti sbagli, ci sei tu.

Zittisco la mia vocina e mi giro verso Cameron, "Sai che starà per chiudere vero?" mi chiede Cameron, "Certo" in realtà non lo sapevo ma faremo in fretta.
Cameron parcheggia e dopodiché ci dirigiamo verso un negozio che vende arredamenti e cose del genere. "Cosa devi prendere?" chiede, "Delle cose" risposi, "Quali cose?", "Delle cose Cameron, non rompere" sbotto innervosita, lui alza gli occhi al cielo e si allontana da me.
Sono passati dieci minuti e ancora non ho trovato ancora nulla nel mio stile, "Scusate, stiamo chiudendo" una commessa arriva da noi camminando con dei tacchi vertiginosi, sorride a Cameron e poi guarda me con un'espressione disgusta dipinta in viso. Cameron ricambia il sorriso alla ragazza, infastidita lo prendo per il braccio e lo porto fuori dal negozio. "Gelosa Collins?" mi chiede l'escremento con un ghigno, "Di te?" soffoco una risata, lui mi guarda torvo e sposta lo sguardo da un'altra parte.
Mentre torniamo alla macchina vedo un chiosco dei gelati, i miei occhi si illuminano e mi volto subito verso Cameron e gli indicò il chiosco. "Non se ne parla neanche" scatta subito, "Senti mio caro escremento, sono stanca nonostante abbia dormito più di dieci ore, in più domani mi arriva il ciclo e credo mi stia già facendo effetto, quindi tu ora mi compri un cazzo di gelato, sono stata chiara?!" gli sorrido innocentemente, lui mi guarda impaurito, si gira di scatto dandomi le spalle e poi sento un suono simile a quello di un messaggio "Jason codice rosso per Madison, ripeto codice rosso", lo ignoro e andiamo verso il chiosco. "Allora io vorrei un cono al cioccolato, cocco, stracciatella, fragola e ehm...fior di latte. Lui invece prende un cono al mirtillo" sorrido all'uomo e dopodiché mi giro verso Cameron che mi guarda divertito "Non riesci a finirlo" afferma riferendosi al gelato, "Scommetto venti dollari" gli porgo la mano e lui mi la stringe con piacere. Pago per entrambi il gelato, "Non dovevi pagare tu" afferma, "Ho detto che la prossima volta avrei pagato io, ecco fatto" risposi leccando il mio gelato. Mi girai nuovamente verso Cameron "Non lo mangi?" gli chiesi vedendolo fermo a guardare il suo cono gelato, "Non mi piacciono i mirtilli" dice facendo una smorfia, "Perché non hai detto niente allora?" chiedo confusa, "Avevo...avevo paura" confessa pentendosi subito dopo dato che scoppio a ridere, "Avevi laura di me?" chiedo ormai con le lacrime agli occhi, Cameron sbuffa e guarda da un'altra parte. "CAMERON DALLAS HA PAURA DELLE RAGAZZE CON IL CICLO" urlo a squarcia gola nel parcheggio, lui mi tappa la bocca con una mano guardandomi trovo, gli mordo il palmo della mano facendolo allontanare, "Cannibale" mi accusa puntandomi il dito contro, scoppiano a ridere entrambi e poi ci guardiamo.
"Sei incredibile" dice sorridendo, "Modestamente" solo dopo aver detto quella frase mi accorgo che il mio gelato è caduto per terra, "Che spreco" affermo imbronciata, "Mi devi venti dollari" dice Cameron, "Non vale, mi è caduto" protesto, "Ma non l'hai finito", socchiudo gli occhi per poi guardarlo torvo "Te lo scordi" dico voltandomi e andando verso la macchina, lo sento ridacchiare dietro di me.

Mi fai incazzare ma per questo ti amo|| Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora