Capitolo 10

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So che quando tutto questo finirà e questi giorni resteranno solo ricordi nella mia mente, dovrò andare avanti e continuare la mia vita come se nulla fosse.
Vorrei tanto dare la gioia più grande alla mia famiglia, quella di vedermi in abito bianco su l'altare della nostra piccola chiesetta ma come si fa ad amare di nuovo dopo un amore che ti ha consumata fino allo sfinimento, dopo aver ingoiato milioni di rospi, dopo aver accettato la realtà.
La mia vita sentimentale per gli altri non esiste, per la mia famiglia sono una ragazza che si sta facendo carriera, sta studiando per arrivare all'apice dei suoi sogni, non sapendo che da un mese a questa parte la mia vita è cambiata radicalmente.
Ormai la mia routine è sempre la stessa, lavoro, studio e Ivan ad eccezion fatta che lui non abbia "impegni", e bene si, è così che chiama la sua vita privata; all'inizio pensavo che si riferisse al lavoro finché una sera scocciata lo chiamo e richiamo, per non so quanto tempo, forse fino allo sfinimento, scoprendo solo in un secondo momento, in un forte litigio, che era con sua moglie e il bambino a cena.
Già a cena, ormai neanche quello facciamo più, il nostro rapporto consiste nel vederci nella nostra villetta, fare l'amore e lasciarci li ognuno per la sua strada. Ma io non ne posso più, ho bisogno di stabilità e questo Ivan non me lo potrà mai dare. Ho bisogno di dimostrazioni, di sapere che lui mi ama.

Finisco il mio solito turno da lavoro e questa volta non sarà come le altre, ho deciso di andare li al suo chiosco per vedere la realtà.
Voglio vedere che rapporto ha con la moglie, con la sua famiglia; come fa a fingere così bene.

Potremmo dire la stessa cosa di me, ormai è più di un mese che fingo con mia madre e la mia famiglia. Mia madre, d'altronde si fida ciecamente di me e non fa più domande riguardo alle mie ore notturne. A lei basta sapere che sto studiando e che il mio lavoro mi sta portando davvero molto lontano.

Eleonora mi ha promossa come direttore dell'hotel ed ora sono io che gestisco la baracca.
Invio un messaggio a Tara per dirle che a momenti la raggiungo fuori dall'hotel. Opto per un paio di pantaloncini striminziti di jeans scoloriti e un top pajettato nero, un tacco dodici e che Dio me la mandi buona.

Non so esattamente a cosa mi porterà tutto questo ma voglio fargli capire che non sono un oggetto e questa sera non sarò la sua marionetta, mi sono rotta.
È vero io lo amo con tutta me stessa, mi sto distruggendo l'anima per questo amore, aprendomi così la via dritta all'inferno. E se pur dovrò andarci, preferisco farlo per un valido motivo.

Ho bisogno di vedere la sua reazione, di vedere nel suo viso ciò che gli scaturisco presentandomi là a godermi la serata. Facendogli vedere che anche io ho una vita e non esiste solo lui.

Beh, peccato che non lo smuoverai di una virgola, cosa pensi che si sbilancerà davanti a tutta la sua famiglia per la sua amante?

Sarà pur vero, coscienza, ma io ho bisogno di fare questa cosa.

Stai giocando col fuoco!!!

Allora voglio bruciarmi.

Scaccio via la mia coscienza, che ultimamente invade i miei pensieri e mi diriggo verso l'uscita.

Salgo in macchina e vedo Tara spalancare gli occhi.
- Viola ma sei sicura che servirà a qualcosa?- dice, vedo lo sconforto nei suoi occhi e anche un pizzico di paura, sapendo che la sua migliore amica sta giocando col fuoco e sicuramente ne resterà bruciata.

- Tara, deve capire che non sono il suo oggetto, che non mi ammalierà con orecchini, bracciali o quant'altro!-

- Va bene, ma stai attenta potrebbero scoprirvi e per te sarebbe la fine, lo sai- oh Tara, lo so bene, certo che lo so, Ivan mi farà del male, molto male ma il mio amore è più forte e voglio capire a che punto lo sia il suo. Non rispondo a quelle parole, tenendo per me l'ansia che mi sta invadendo tutto il corpo.

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