Capitolo 14

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Questa settimana è passata velocemente, tra lavoro, l'esame che ho dato all'università, il trasloco nella mia amatissima nuova casa.
Ebbene sì mi ritrovo a a impacchettare gli ultimi scatoloni, sono nella mia stanza dove sono cresciuta.
Ho tanti ricordi qui, tutta la mia infanzia e la mia adolescenza, le tante sere con Tara a raccontarci, i miei pianti, il mio tempo trascorso a studiare, mia madre che ogni sera mi rimboccava le coperte lasciandomi un bacio sulla fronte. Quest'ultima dopo aver pianto per tre giorni ha accettato che traslocassi; lo sa, non l'ho fatto perché non mi trovassi più bene qua ma semplicemente per avere una mia indipendenza, per prendermi le mie responsabilità e lasciarle spazio anche a lei. Mi ha più volte detto che se in caso dovessi avere difficoltà la porta è sempre aperta e lei mi accoglierà sempre a braccia aperte.
Mi dispiace lasciarla qui tutta sola ma so che tra il lavoro, le vicine e qualche uscita sarà impegnata a distrarsi.
Infido ultimamente non c'ero mai e tra l'altro le ho promesso che una volta a settimana andrò da lei a cenare.
Ho voluto fare tutto in fretta proprio per farla abituare, mia madre sa essere molto convincente e non voglio cambiare idea perché sono determinata in questo.
So che è orgogliosa di me e di tutto quello che sto facendo, tralasciando il fatto che ho una relazione con un uomo sposato. Sì, se solo sapesse mi odierebbe, non si aspetterebbe mai una cosa del genere da me, mi conosce sa che queste cose non hanno mai fatto per me.

Ma allora mi chiedo perché lui? Perché ho deciso di innamorarmi proprio di quest'uomo? E lui cosa ci vede in me? Cosa lo ha portato a scegliere proprio me?
Mi ha ripetuto più volte che sono stata l'unica con cui ha tradito la moglie, che non è il classico puttaniere e allora perché tre anni fa ha scelto proprio me per farlo?
A tutte queste domande non so darmi una risposta.

Prendo gli ultimi scatoloni, li carico in macchina e parto verso la mia nuova casa.
Oggi non sono andata a lavoro proprio per finire il trasloco e sistemarmi con calma.
Arrivo nel vialetto, prendo i pacchi con le mie cose e li sistemo all'entrata. Cerco di trovare le chiavi nella mia borsa, come sempre nel mio disordine ci metto una vita a trovarle ma infine entro.
Vorrei chiamare Ivan e vedere se magari stasera ha voglia di cenare con me qui, nel nostro rifugio.
Mi diriggo verso la camera da letto e inizio a sistemare le mie cose nell'armadio e nei cassetti ma qualcosa attira la mia attenzione su una sedia stile antico tutta bianca di legno sono appoggiate delle rose rosse e un bigliettino con su scritto per Viola, lo apro.

Che tu possa sentire questa casa come la tua, come il tuo posto sicuro; l'ho donata a te perché solo tu sei all'altezza di viverci, falla tua anzi nostra.
Con amore Ivan.

Mi tremano le mani, so benissimo cosa vuol dire questo, Ivan pensa che dopo il fratello che era il suo esempio di vita nessuno era in grado e alla sua altezza di viverci qui.
Si, perché questa casa era tutto quello che il fratello aveva creato per la sua famiglia, per crescere la figlia e per viverci per sempre con la moglie.
Mi ritengo davvero lusiganta che pensi che io potrei viverci e soprattutto che l'abbia donata a me pensando che sarei capace di mantenerla viva.
D'altronde una villetta così bella era davvero un peccato tenerla chiusa.

Chiamo Ivan per ringraziarlo e per organizzarci per cena ma niente non risponde. Riproverò più tardi.
Decido di uscire a comprare qualcosa per stasera, ho visto proprio qui fuori un piccolo supermercato con tutti cibi freschi.

Al ritorno è ormai sera e niente Ivan non risponde, non dovrei insistere così tanto, sa che sono qui.
Metto tutto nel frigo, aspettando invano una sua chiamata che purtroppo non arriva.

Sarà che sono paranoica, sarà che non mi aspettavo che alla prima sera qui me la sarei passata da sola ma mi sento davvero triste, stanca e delusa. Non so mai cosa aspettarmi da lui. Forse sarà successo qualcosa, gli sarà successo qualcosa ?

Forse finalmente ti ha mollata! Ahaha

Grazie, sei sempre di aiuto.

Sono qui apposta, cara! Ti ricordo che non è solo, ha dei doveri verso la sua famiglia e non verso di te!

Ma brava! Continua a sputarmi tutta la verità in faccia.

Tu dormi tra le nuvole, non ti capaciti che non ci sarà mai nulla tra voi!

Ah si? Allora spiegami perché tutto questo?

Certo, perché sei la sua scopata preferita, ecco perché!

Basta, non sarò qui a umiliarmi in questo modo, ti ignoro. Va via!

So di essere masochista e meschina, perché ciò che mi dice la mia coscienza e pura verità.
Magari a modo suo mi vorrà bene, forse mi amerà anche ma non verrò mai prima di loro. Mai!

Ed così che trascorro la mia prima serata in questa splendida villetta, sola, su un divano nuovo di zecca e con una bottiglia di vino bianco, la quale mi sono scolata tutta.

○●○

Cazzo! Che mal di testa, guardo l'orologio e sono le 3 del mattino, sono mezza ubriaca e non riesco nemmeno ad alzarmi e mettermi a letto.
Ad un tratto sento la porta di casa aprirsi, sarà lui, ora mi sente.
L'alcol che ce in me mi da lo sprint per far uscire tutto quello che mi frulla per la testa.

- Ohhhh Buongiorno, qual buon vento la porta qui da me signor De Martino?- dico sarcastica e con voce impastata. Si vede che sono ubriaca ma non mi interessa.
- Viola, hai bevuto?- dice lui stupito.

- Non sono cavoli tuoi!- sputo arrabbiata.

- Ma cosa dici? Tutto quello che fai e affar mio!-

- Oh davvero, allora ho capito, mi hai donato questa casa solo per avermi a portata di mano ogni qual volta volessi scopare, mi hai messa qui in questa villetta come la tua bambolina ma ti sbagli caro Ivan, non hai fatto bene i conti, il gioco è finito, mi sono rotta il cazzo! Ora se permetti vado a dormire, domani mattina porterò via le mie cose!- dico velenosa.

- Viola sei ubriaca ma cosa dici?- si avvicina a me.

- Fermo, resta dove sei, non toccarmi nemmeno con un dito, tu non hai capito niente di me!-

- Puoi almeno spiegarti? Cosa ho fatto per meritarmi questo disprezzo?- dice, si vede dai suoi occhi che è stupido e cerco di decifrare se almeno prova un po di tristezza, ed quello che vedo nei suoi occhi.

- Allora, visto che non ci arrivi da solo te lo spiego subito. Sono arrivata qua oggi pomeriggio, ho trovato le tue rose e come una stupida ho pensato che stasera ti avrebbe fatto piacere cenare con me, ho provato a chiamarti, sono andata ugualmente a fare la spesa per noi...- sono arrabbiata, prendo una pausa, le mie grida rimbombano ma continuo,
- ...Cazzo, pensavo che almeno per una volta potevamo essere una coppia normale, niente tu non rispondevi e sai perché? Te lo dico io, perché i tuoi doveri non sono qui ma altrove. Io vengo e verrò sempre dopo tutti!- urlo, corro verso la camera da letto, sbatto la porta e inizio a piangere.
È un pianto straziante, un misto di dispiacere, tristezza, delusione, sconforto.

Perché io me lo ripeto in continuazione che tutto questo non mi porterà da nessuna parte e devo trovare un modo per dimenticarlo.
Sento bussare alla porta, non rispondo. Bussa ancora ma niente, non ce la faccio ad aprire e parlarci. La verità gliel'ho detta e deve accettarla anche lui.

- Viola, apri!-

- Allora aspetterò qui fino a domani mattina, prima o poi dovrai uscire e dovrai darmi modo di spiegare!-

- Cazzo ma come puoi pensare che io ti usi? Secondo te avrei dato la casa di mio fratello ad una puttana qualunque? Sei tu che non hai capito niente! Alcune volte sei peggio di una bambina.-

- Visto che continui ad ignorarmi, parlo da qui, non ho risposto perché non avevo il cellulare con me ero a Napoli per lavoro, ho pensato di farmi trovare qui per darti il benvenuto ma ho avuto una chiamata urgente da Napoli ed in fretta e furia ho dimenticato il cellulare al chiosco! Credimi Viola, sto tornando adesso, è stata una giornata stressante! Anch'io avrei voluto passare questa serata con te. Ti prego credimi! -

Ed è così che i miei occhi si chiudono, con la sua bellissima voce che da fuori mi scalda il cuore.
Ivan mi rende la persona più vulnerabile e volubile del mondo, un attimo prima mi ritrovo a pensare a come dimenticarlo, un attimo dopo sono sempre più convinta di ciò che sto facendo.
Non so dove tutto questo mi porterà ma so che non avrò rimpianti.

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