Capitolo 3 ~ Rivelazioni

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"Ludwig.. Tu.. Non avere paura di me.."
"hai appena ucciso mio nonno! Si può sapere chi sei e cosa vuoi?!" esclamò Ludwig mentre piangeva lacrime piene di tristezza. Erano talmente grosse da sembrare grandine.
E mentre gli rigavano il viso l'altro disse:" Prima di tutto calmati, tuo.. Nonno.. Non è morto.. Tu devi sapere. Che è.. Ancora... "

"Tu maledetto bastardo! Che cosa vuoi da lui?" domandò la nonna che era arrivata
"Charlotte, sono.. Venuto in pace"
"Maledetto!"

La strana creatura, perché ormai si era palesemente capito essere tutto fuorché un uomo, puntò il dito contro la nonna. Ne uscì uno strano fascio di luce, color rosso fuoco, che la fece crollare a terra. Anche lei, come suo marito, si trasformò in un cumulo di cenere dorata per sparire lei.

"Io giuro che ti ammazzo!!!" disse Ludwig mentre impugnava la bottiglia che poco prima aveva usato il nonno. Si muoveva molto veloce e cercava invano di attaccare la creatura. Dopo circa poco tempo si stancò e collassò a terra.

Cadde in ginocchio e disse "Perchè? Perché mi hai fatto questo, che cosa vuoi da me? Chi sei? E soprattutto,  che cazzo sei? "
" Ludwig...i tuoi nonni non sono morti. Li ho semplicemente fatti svanire, sono in un altro mondo, a breve saprai tutto...Non voglio farti del male.. Io ti conosco sai? "

" Peccato che io non conosca te, quindi ora dimmi che cazzo sei! "

" Sono un tessitore, un tessitore del destino"

"che cosa vuol dire? È uno scherzo? "

Lo strano ospite si avvicinò a lui e gli porse la mano. Anche se con molta incertezza, Ludwig la afferrò e si rialzò. Capii che era un essere molto forte e che sarebbe stato meglio parlargli piuttosto che sfidarlo.

"Adesso tappati le orecchie" disse l'ospite al ragazzo.
Ludwig si affrettò a farlo.  Lo straniero quindi si sedette sul pavimento di legno e agitando in aria la mano pronunciò qualcosa di incomprensibile. Era come se fosse un respiro che andava via via a farsi sempre più stridulo, come il rumore che fa la porta di una vecchia cantina quando si apre. Ludwig notò che in quel braccio aveva uno strano simbolo che si illuminava durante questa operazione.
Finita la "formula" pronunciata il tessitore schioccò le dita. Il ragazzo si sentì come stordito, come se si fosse preso una martella proprio dietro la testa. Fu una sensazione strana e angosciosa che però, per sua fortuna durò solo pochi secondi. Poi quando riprese conoscenza si guardò intorno. Era notte, notte fonda.

"Sicuramente ti sarai accorto che qualcosa è cambiata"

"Come no.."

"Poco fa erano le 10:25 adesso sono le 2:30"

"Come fai a saperlo?"

"Perché l'ho deciso io.. Te l'ho detto sono un tessitore" 

"Spiegati meglio"

"Vieni fuori, dobbiamo vedere le stelle"

Una volta usciti si misero a guardare il cielo stellato.
Fu il Tessitore ad aprire il dialogo: "Vedi il quella stella proprio sotto di me?"

"Si, è molto luminosa"

"Questa non è una stella qualunque, è casa mia"

"Vieni da un altro pianeta?"

"Diciamo di sì, ho vissuto anche qui, sulla terra"

"Poco fa tu mi hai detto di conoscermi"

"Si.."

"Spiegati meglio"

"Sai come è morta tua madre?"

Ludwig rimase di stucco. Poi aggiunse:
"Cancro al seno"

"Esattamente, io devo chiederti scusa"

"Perché?"

"Vedi ci sono molti tessitori come me, per diventarne uno.. Devi rivolgerti all'Osborg"

"Che roba è? E come..."

"L'Osborg è in ognuno di noi, spetta a te scegliere se usarlo o meno. Quando lo usi devi pagarne un caro prezzo. Devi sacrificare qualcosa per ottenere quello che vuoi. Per questo.. Io... ti chiedo.. scusa.."

"Cosa mi hai fatto?"

"Tempo fa io ero un chirurgo. Un esperto nel mio settore, e mi occupavo principalmente di malati molto gravi. Ho visto morire centinaia di persone davanti ai miei occhi implorando pietà. E tra una di queste, c'era tua madre."

"Cosa? Eri tu a occuparti di lei?"

Il tessitore a questo punto si inginocchiò e dai suoi occhi cominciavano a uscire delle lacrime di fuoco.

"Io... Ti... Chiedo... Scusa.." disse poi con una voce tremante

"Adesso basta! Devi dirmi tutto!"

"Io.. Mi rivolsi all'Osborg... per salvare la vita di mia moglie che aveva lo stesso tumore di tua madre.. Il sacrificio è stato tua madre... E adesso.. Sono a pezzi.."

"Tu l'hai uccisa? Sei solo un lurido pezzo di merda!"

Detto ciò Ludwig si affrettò a tirare diversi pugni al tessitore, che era a terra e non reagiva.

"Tu.. Ti sei mai chiesto chi fosse tuo padre?"

"Mio padre era un eroe. Ha sacrificato la sua vita per scacciare i russi e salvare i suoi compagni! Non come te, che sei solo un pezzente!"
Più che piangere Ludwig strillava ed era fuori di senno.

"Ti sbagli. Tuo padre era come me. Io lo conoscevo dato che mi occupavo di sua moglie. Lui era in guerra, e non aveva speranza, stava per essere fucilato anche lui, questo lo sai, vero?"

"Certo.."

"Sai perché furono gli aerei russi ad aprire il fuoco?.."

"Credo di aver capito.."

"Anche tuo padre si rivolse all'Osborg, per avere la pelle salva. Gli Osborghiani, come me, detti anche tessitori manipolano il destino in base a quelli che gli si rivolgono. Ma tutto ha un prezzo. Tuo padre scelse di vivere una vita spoglia. Cambiò nome e si trasferì in Giappone."

"E quale sacrificio scelse? "

"Scelse te.."

I Custodi Del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora