Capitolo 6

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"Yyaaaawwnn. Che sonno"
Almeno tu sei riuscita a dormire, penso mentre faccio colazione con Marianna.
Ho passato le ultime sei ore, prima che si svegliasse, a rimuginare su quello che è successo questa notte. Come hanno fatto le scarpe a tornare indietro da sole, ma soprattutto perchè erano asciutte? Non può essere stata un'allucinazione, sono sicura al cento per cento che fosse tutto vero. Anche perchè sicuramente le mie gambe e i miei piedi erano bagnati, visto che quando sono rientrata in casa sono scivolata e rischiavo di finire con il sedere per terra.
Purtroppo però non sono riuscita a trovare una risposta a nessuna domanda. L'unica cosa che ho ottenuto è un gran sonno e un forte mal di testa.
"Meno male che oggi non c'è scuola" esclama Mari, mentre addenta un biscotto al cioccolato.
"Già, meno male" affermo distrattamente con gli occhi chiusi, massaggiandomi le tempie.
"Terra chiama Eli. Prontooo?"
"Eh...che c'è?" chiedo riprendendomi dai miei pensieri.
"Ah, sei tornata tra noi comuni mortali. Alla tua testa devono piacere molto le nuvole!"
"Le nuvole?". Cosa mi sono persa? Sono un po' confusa.
"Sì! Hai sempre la testa fra le nuvole!". Ah! Forse ora inizio a comprendere.
"Allora? Cosa ti prende?"
"Ehm...niente ho solo dormito poco" le rispondo sbadigliando. Intanto afferro una fetta di torta fatta dalla mamma e le do un grosso morso, riempiendomi la bocca.
"Ci credo, ti vai a fare le passeggiate notturne"
Spalanco gli occhi e comincio a tossire, per la torta che mi è andata di traverso. Bevo un sorso di latte: "Come...?"
"Guarda che ti ho sentita quando ti sei alzata" mi spiega "e ti ho anche vista dalla finestra"
Poi aggiunge con una strana luce negli occhi: "Alloooora... che cosa ti ha detto Noa?" il suo sguardo mi fissa curioso e insistente.
"Niente" rispondo, con le guance sicuramente colorate di rosso fuoco. Perché quando viene fuori l'argomento "Noa" non riesco più a controllare il battito cardiaco e mi sento andare a fuoco?
"Ceeerto come NO" dice enfatizzando il 'no' "Allora...glielo hai detto?"
"Certo che no!" Le rispondo subito, intuendo a cosa si riferisca.
"E quando hai intenzione di dirglielo?" mi chiede per la milionesima volta. E io per la milionesima volta le rispondo: "Non glielo dirò mai!"
Mi continua a dire che dovrei confessargli quello che provo. Perché non capisce che io non voglio? Perchè insiste sempre?
"Ma perché? Siete fatti per stare insieme"
"Cosa dici? Non staremo mai insieme. Non prova e non proverà mai amore nei miei confronti, che non sia amore fraterno!" urlo, con tono misto tra disperazione e rassegnazione. Mentre dico questo gesticolo fortemente e rovescio un bicchiere pieno d'acqua, che c'era sul tavolo.
"Hah! Che pizza"
"Vado a prendere uno straccio" mi dice Mari con sguardo basso, uscendo dalla cucina.
Che pizza non me ne va bene una. Ancora presa dalla rabbia che mi ha colta pochi secondi fa, impreco contro il bicchiere allungando le mani verso questo.
Mi allarmo quando vedo che l'acqua si sta davvero muovendo. Come se ci sia un riavvolgimento del nastro, il liquido risale dal pavimento e torna all'interno del bicchiere, che viene tirato su da una forza invisibile, come per...magia.
"Ma che...?"

Marianna ritorna con uno straccio in mano e poi mi guarda confusa. Io vado nel panico. Ora che le dico, che ho fatto una magia? Mi guardo in torno, alla ricerca di una scusa da inventare, quando vedo la mia ancora di salvezza.
"Ho asciugato con lo scottecs" dico di fretta, afferrando il rotolo di carta.
"Ah! E potevi dirmelo prima che andassi a cercare uno straccio... A proposito ci potrebbe essere un po' di disordine nel mobile in bagno" mi informa con una faccia da finta innocente.
"Cosa hai combinato?" le domando, timorosa della risposta.
"Io niente, è colpa del mobile" mi dice, come una bambina che ha appena rotto un vaso e cerca di incolpare il cane che non ha. Scoppio a ridere.
"Hahahaha! Va bene...uff...metterò a posto dopo"

Dopo aver accompagnato Mari a casa, ho deciso di fare una passeggiata vicino a casa, sulla spiaggia. Mentre cammino scorrono nella mente i ricordi delle ultime dodici ore: questa notte, quando le mie scarpe sono tornate magicamente a riva; questa mattina, quando l'acqua è tornata magicamente dentro al bicchiere. Abbasso lo sguardo continuando a rimuginare.

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