Capitolo 5

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No, niente! Questa notte proprio non riesco a dormire! Ormai è notte fonda, i pochi raggi della falce di luna filtrano tra gli spiragli lasciati dalle tende e io non riesco a prendere sonno. Troppi pensieri mi passano per la testa, più del solito, come se proprio questi avessero deciso di accumularsi tutti insieme in questa notte per farmi un dispetto. E ci sono riusciti benissimo!
Valentina, i suoi sguardi infuocati verso di me e quelli ammiccanti verso Noa mi mettono ansia e mi fanno stressare, e ne farei volentieri a meno. Poi si aggiunge anche la gelosia, che mi gioca brutti scherzi, facendomi sentire male. Perchè so che è un sentimento negativo, e non mi piace provarlo, visto che so che tanto da Noa non avrò altro che un affetto fraterno.
Poi gli eventi di qualche settimana fa, mi stanno tormentando fino allo sfinimento. Solo il ricordare il distributore o il forno che esplode mi fa venire i brividi.
Ma che cavolo mi sta succedendo?
Inoltre, non so se sia meglio non dormire proprio o addormentarmi e avere uno dei miei soliti sogni. Sono così movimentati e stancanti che ogni volta che mi sveglio sono più stordita di quando sono andata a dormire: il drago che mi porta negli abissi marini, la fenice che mi trascina nelle profondità della terra, tutti e due così vicini, ma quando cerco anche solo di sfiorarli provo un dolore lancinante, che dal braccio si va ad estendere in tutto il corpo, e le due creature sembrano essere così lontane da essere irraggiungibili; entrambe sono sempre sul punto di dirmi qualcosa, qualcosa che ha tutta l'aria di essere importante, qualcosa che deve essere sentito, che deve essere detto, ma che non si è mai riuscito a pronunciare. C'è sempre un qualcosa che interrompe il sogno e mi sveglia proprio nel momento più cruciale, lasciandomi sempre senza fiato e con una curiosità che la metà basta.
Vorrei solo poter riuscire a dormire tranquillamente, sono sicura che tutto questo malessere sia solo causato dalla stanchezza e che dopo un lungo riposo tutto si rivelerà essere solo frutto della mia immaginazione... Il problema è: come faccio a riposarmi quando è proprio il frutto della mia stanchezza a tenermi sveglia?

Tanto non riesco ad addormentarmi. Morfeo non mi vuole più tra le sue braccia. Che cosa gli avrò mai fatto?
Ok, sto davvero delirando se sto pensando davvero che sia colpa di un personaggio mitologico.

È inutile stare qui a rigirarsi nel letto. Mi alzo cercando di non fare rumore, per non svegliare Mari, afferro una giacchetta e, messe le scarpe, esco di casa per fare una passeggiata e prendere una boccata d'aria fresca.

Il mare mi bagna i piedi.

"Anche tu qui?"
Mi giro di scatto spaventata. Ma mi rilasso subito il momento dopo, avendo riconosciuto la figura alle mie spalle.
"Bel pigiama"
Abbasso lo sguardo per guardare il mio abbigliamento: leggins neri, in contrasto con la canotta azzurra, coperta dalla giacchetta lasciata aperta. Credo che quello a cui si riferisca Noa sia il sole color arcobaleno disegnato sulla maglietta insieme alle morbide e paffute nuvolette bianche che sorridono.
"Lo so, è bellissimo" scherzo, girandomi di nuovo a guardare il mare, mentre lui sorride divertito.
"Cosa fai qui?" chiede poi avvicinandosi.
"Potrei farti la stessa domanda"
"Giusto"afferma. Dopo qualche attimo di silenzio insiste: "Allora?"
"Niente. Non riesco a dormire. Tutto qui... E tu?"
"Neanch'io"
Di nuovo silenzio. Interrotto soltanto dal leggero scrosciare delle onde sulla spiaggia. Rimaniamo così per un certo periodo di tempo. Non è una situazione imbarazzante. Tutt'altro. L'acqua del mare che solletica la pelle dei piedi, mentre una leggera brezza passa tra i capelli. Una sensazione molto rilassante...
"Come mai non riesci a dormire?" domanda all'improvviso Noa.
"Oh, ecco..." non posso dirgli che non riesco a dormire perché non faccio altro che pensare a lui e non solo, ma anche che faccio sogni strani di draghi e fenici che vogliono parlarmi e che da qualche tempo credo di essere la causa dell'esplosione di un distributore d'acqua e dell'incendio di una piadineria. Potrei sembrargli una pazza. E probabilmente lo sono pure.
"Parecchi pensieri. E tu?" rispondo infine vagamente, cercando di sviare il discorso.
"Oggi è la giornata del copiare le domande?" mi chiede ridendo.
"Ehi! Hai cominciato tu, io cerco solo di mandare avanti la conversazione" dico fingendomi imbronciata, ma in realtà pregando che la conversazione finisca il prima possibile.
Lui mi fa voltare e quando incontro il suo sguardo mi ritrovo il suo viso tremendamente vicino al mio. Poi guardandomi negli occhi, illuminati dalla lieve luce della luna, mi sorprende: "E se ti dicessi che è colpa tua?"
"Cosa è colpa mia?" pronuncio quasi in un sussurro, confusa e provando molto, ma molto imbarazzo.
"Che non riesco a dormire" risponde con fare ovvio, con voce altrettanto bassa.
"Perché?"
Deglutisco rumorosamente, sentendo che il mio cuore da un momento all'altro potrebbe rompermi la gabbia toracica da quanto sta battendo forte.
"Mi stai facendo preoccupare molto ultimamente. Sei sempre pensierosa, ascolti di rado chi ti sta parlando e a scuola mi eviti spesso. È successo forse qualcosa?" il suo sguardo è un misto di tristezza e preoccupazione.
"N-no tutto a posto, davvero" affermo, poco convinta "É che..." non sono sicura di volergli dire la verità. In questo modo lo farei solo preoccupare di più.
"...È un periodo faticoso. Sai: la fine della scuola e le ultime verifiche. Sono solo stressata" mento. La scuola in questo momento è l'ultimo dei miei problemi.
"Mmm..." risponde lui pensieroso "lo sai che se succedesse qualcosa, puoi sempre contare su di me?" dice accarezzandomi una guancia, per poi tornare a una distanza normale. Quel tocco mi ha destabilizzato. Il mio cuore ci metterà qualche giorno a rallentare il battito.
"S-Sí certo" balbetto con un tono talmente basso, che nemmeno io mi sono sentita. Sento le guance andare a fuoco.
Restiamo zitti per qualche minuto. Anche perchè in questo momento non sarei capace di formulare nemmeno mezza frase di senso compiuto.

"Forse è ora di rientrare" mi propone, dopo un po'.
"Mh...tu vai, io arrivo"
"Va bene" mi dà un bacio sulla fronte "Buonanotte Lia"
"Notte" rispondo in un sussurro, con il cuore che ricomincia a battermi a mille (si era appena calmato!)

"Si, ora forse è meglio rientrare" affermo, mentre vedo una piccola luce luminosa arrivare dall'orizzonte. Tra poco è l'alba.
Mi alzo e scrollo la sabbia dai pantaloni.
Un'ondata più forte mi bagna fino alle ginocchia.
"Hah, che pizza! Mi si erano appena asciugati i piedi"
Poi delle scarpe che si fanno il bagno, intente ad andare a largo, attirano la mia attenzione. L'onda le ha prese con sé e se le sta portando via.
"No. Tornate qui!" esclamo, allungando le mani per cercare di andarle a prendere.
Mentre un'altra onda si ritrae, le scarpe tornano indietro, andando contro corrente e arrivando fino in spiaggia, accompagnate da una scia d'acqua, come se questa me le avesse riportate.
Guardo le scarpe e poi il mare, sentendomi molto confusa.
Mi avvicino e le afferro. Sono asciutte!
Mi guardo intorno. Poi torno a guardarle.
"Ehm... ookey?"

Angolo autrice:
Ciaooo!! Scusatemi tanto per il ritardo...me ne stavo per dimenticare -_-"
Comunque...che ve ne pare? Un piccolo momento dedicato alla Noeli (vi piace così? O forse meglio...Elioa? Non lo so scrivetemi voi nei commenti, non sono brava in queste cose 😅)
Se vi è piaciuto lasciate una stellina, please.
Alla prossima settimana ;)

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