Seduto sui sedili di pelle, di quell'auto in cui solo una corsa probabilmente costava più di quanto avrebbe potuto permettersi lavorando un mese intero, Eren si sentiva tremendamente fuori posto. Strinse lo zaino al petto, unendo le gambe come se l'idea di occupare meno spazio possibile in qualche modo potesse calmarlo.
Levi lo osservò quasi rimpicciolirsi nel costoso tessuto del proprio seggiolino. Dovette chiamarlo un paio di volte prima che Eren distogliesse lo sguardo dal ripiano su cui, in sicurezza, erano disposti bicchieri di cristallo con il marchio della band impresso in bella vista.
Assurdo, che avessero addirittura dei calici nell'auto.
«Oi, guardami.»
Gli smeraldi, brillanti per l'imbarazzo, si rivolsero al viso del cantante, ma non vi trovarono alcun conforto poiché ancora una volta, era impossibile veder ricambiato il proprio sguardo.
«Stai tranquillo, non ti mangio... Ancora» tentò di scherzare.
Il giovane accennò un sorriso, ma il suo disagio era palese.
Levi rifletté su cosa in effetti stesse accadendo: nel giro di un'ora aveva incontrato un ragazzo, ci aveva parlato nel salotto del teatro, avevano avuto un orgasmo ed in quel momento lo stava portando con sé nell'albergo in cui alloggiava.
Le cose tra loro si erano mosse decisamente in fretta.
Sarebbe stato più che logico un eventuale tentennamento da parte sua.
«Se ci hai ripensato, puoi dirmelo. Non ti costringerò a fare nulla.»
Dire quelle parole gli costò immensa fatica, perché con tutto sé stesso si ritrovò a sperare che non l'avesse fatto.
«Non ci ho ripensato.» La risposta arrivò subito, senza alcuna esitazione. Pareva anzi esserci quasi una nota di spavento, come se l'idea di perdere quell'occasione fosse una grande fonte di timore. «È una situazione nuova, tutto qui...» aggiunse poi, appoggiando lo zaino sul sedile vuoto accanto a sé.
Muovendosi con cautela, si avvicinò a Levi. Dovette ammettere di essere sorpreso, quando l'uomo lo lasciò fare.
Il vocalist lo osservò, mentre radunava i propri pensieri.
Fuori da quel camerino il castano era tornato il ragazzo timido e impacciato che aveva incontrato nei primi minuti; eppure quegli occhi erano decisi, determinati, persino agguerriti. Quelle gemme verdi, le sue mani come complici, lo avrebbero fatto capitolare più di una volta, ne era più che certo.
Si viveva troppo poco e troppo miseramente, per rimpiangere le proprie decisioni, e lui era un tipo che non si autocommiserava. Se le cose fossero andate storte, ci avrebbe fatto i conti. Ma una cosa gli premeva dirgli.
«Non sei il primo fan che mi scopo, sia chiaro. Ma sei il primo che porto in albergo. Sta a te non farmene pentire» disse, portando il proprio sguardo oltre i finestrini oscurati.
C'era chimica, tra loro, questo era innegabile.
Era come se respirare la stessa aria senza poter fondere i respiri in un bacio fosse un'eresia, come se essere a così poca distanza senza aver ancora toccato quel corpo fosse una bestemmia. Si attraevano ed Eren era sicuro che anche L, anzi Levi, sentisse quella stessa forza magnetica che li spingeva l'uno verso l'altro.
Ne era dimostrazione il fatto che gli avesse offerto così, su due piedi, una notte insieme. Soli, l'uno alla mercé dell'altro. In un ambiente sicuro ed isolato, avrebbero esplorato ogni sfaccettatura della forza che anche in quel momento, faceva loro prudere le mani per il desiderio di tornare sul corpo del partner.
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[Ita] Love More
Fanfiction[Attack On Titan AU] [Eren✗Levi] Storia di FareaFire & StarCrossedAyu Una singola ora. Questo è sufficiente per sconvolgere la vita di Eren, fortunato abbastanza da poter realizzare uno dei tanti sogni chiusi nel cassetto, incontrare il proprio ido...