9 • Why is it all so complicated?

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Sfrecciarono veloci, prendendo una strada che li portò rapidamente sulla costa.
Era meraviglioso. 
Si trovavano sulla scogliera che dava a strapiombo sul mare, le cui onde si infrangevano ripetutamente contro pareti bianche. Il cielo era grigio, eppure il Sole riusciva a trovare spiraglio tra le nuvole illuminando la superficie salata e regalando loro uno spettacolo unico.
Giunsero in un piccolo centro abitato, dall'aspetto rurale e caratteristico del luogo, parcheggiando fuori un ristorantino che affacciava direttamente sull’oceano, cinquanta metri sotto di loro.

«Buongiorno» li accolse una giovane cameriera con un gran sorriso, facendoli accomodare accanto l'enorme vetrata che dava sul panorama.
Gli interni erano arredati come la cabina di una nave.
Da quel tavolo si poteva vedere il mare, se ne sentiva il canto.

«Cosa posso portarvi da bere?»

«Uno Chardonnay, ghiacciato.» 

«Come desiderate. Ecco il menù» disse, porgendo loro due cartelline in cartoncino blu, con una meravigliosa ancora stilizzata sulla parte frontale.

«Una coca cola, grazie» disse Eren e la cameriera li lasciò.

«Sai, non conosco neanche metà delle parole scritte qui sopra...» mormorò il ragazzo, per niente abituato a locali di quel genere. «Potresti… aiutarmi?»

«Ti fidi delle mie scelte?»

«Ciecamente.»

Il cantante sorrise, sfilandogli con delicatezza il menù dalle mani.
Eren non aveva mai mangiato pesce. Non veri piatti cucinati. La sua alimentazione era fatta di bastoncini e pesce surgelato, ma quel che la cameriera gli mise davanti poco dopo era di tutt'altro livello.
Leccandosi le labbra, ancora prima di aver assaggiato, Eren ne prese un poco e lo portò alla bocca.
E la sua soddisfazione venne espressa da mugolii estasiati.

«Ti piace?»

Eren si impegnò a deglutire, per poter tornare ad avere una voce umana prima di alzare i suoi brillanti occhi verdi su Levi.

«Tantissimo! Io… Non ho mai assaggiato una cosa del genere!»

L’uomo, per via dei ritmi serrati della tournée, spesso mangiava pasti veloci - anche se salutari. Quando ne aveva l'occasione, quindi, apprezzava la buona cucina di qualunque tipo essa fosse. Il piatto che aveva davanti era senza dubbio buonissimo, ma lo sguardo di Eren, il modo genuino in cui gli si rivolgeva mostrando il suo apprezzamento, la sua innocenza...!

Delizioso. Succulento.

Era quella l'unica cosa che riusciva a pensare. Nutrirsi di lui: corpo, mente ed anima. Non desiderava altro.

Si limitò a portare un altro boccone alle labbra, gustando i frutti di mare cucinati da mani esperte e capaci.

«Mi fa piacere.»

Eren passò buona parte del pasto a guardare fuori dalla finestra, osservando l’oceano con il mento appoggiato ad una mano in una posizione che gli faceva risaltare la forma dello zigomo. Il pranzo era ottimo, e quando giunsero al dolce sembrava che il tempo fosse volato e che si fossero appena seduti a quel tavolo. Eppure, nonostante il buon cibo e l’aria di mare avesse rilassato entrambi fino a farli sbadigliare diverse volte, c’era ancora un posto che Levi desiderava visitare con Eren, prima di dover tornare all’aeroporto per il volo di ritorno.
Pagato il conto, uscirono dal locale e montarono di nuovo in sella alla moto.
La strada dinanzi a loro era deserta ed Eren, con la testa poggiata sulla spalla di Levi, si faceva cullare dai movimenti costanti del mezzo che si inclinava ad ogni curva che imboccavano. 
Giunsero ad una piccola piazzola di sosta che fungeva anche da punto panoramico, e Levi accostò la moto, facendo scattare il cavalletto. Entrambi tolsero i caschi, ed immediatamente una lieve brezza salmastra li investì, scompigliandogli i capelli. L'odore del mare riempì loro le narici. Eren la inspirò a pieni polmoni.

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