06 • One minute I hate you, then I love you

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Sentiva freddo.

Non sentiva mai freddo, Levi.

Si costrinse ad aprire gli occhi, ancora assonnato, e si accorse dell'assenza di Eren. Il posto in cui era stato disteso, accanto a lui, era ancora tiepido, segno che si era alzato relativamente da poco.

Sentiva le membra indolenzite e doloranti per la troppa attività della notte appena trascorsa. Non aveva mai avuto di che lamentarsi, per quanto riguardava la propria vita sessuale. La sua sicurezza era da sempre la sua arma migliore. Uomini e donne cadevano ai suoi piedi al solo suono della sua voce, di un flirt deciso o di un semplice sguardo. Eppure quelle ultime settimane, tre da quando la tournée appena cominciata li aveva portati da Trost a Karanes, erano state senza ombra di dubbio il periodo più intenso e ricco che potesse portare alla mente. Niente era più travolgente ed insaziabile dell'appetito sessuale del suo giovane amante.
Sorrise, sdraiato nel letto.

Amante... Suonava bene.

Lo scrosciare della doccia gli fece capire che il ragazzo si stesse lavando; si alzò, diretto verso il bagno, nudo, scalzo e per nulla intenzionato a restare da solo un secondo di più.

Il vetro della cabina doccia era appannato, mostrando una sagoma scura. Ad Eren piaceva tenere gli occhi chiusi, quando faceva la doccia, ascoltare il rumore dell'acqua e dimenticarsi di essere circondato da fredde piastrelle e ceramica.

Con la testa sotto al getto pensava al corvino, mentre si accarezzava con dita gentili la ferita di un morso che bruciava un poco a contatto con il sapone.

E poi qualcosa gli colpì con forza una natica, soda e insaponata. Un grido ben poco virile gli sfuggì dalle labbra ed Eren si girò di scatto, alzando le braccia in segno di difesa, fissando il proprio aggressore come se fosse un mostro. Ci volle qualche secondo prima che riuscisse a registrare l'accaduto ed il suo sguardo cambiasse da spaventato a furioso.

«Sei impazzito!? Mi hai fatto venire un infarto!»

Levi non riuscì a trattenersi: rise, e di gusto anche. Gli si avvicinò quel che bastava per farlo spostare dal getto d'acqua, il quale gli bagnò i capelli scuri e scivolò sulla sua pelle.

«Muovi il culo, moccioso» sogghignò, divertito all'espressione oltremodo indignata dell'altro.

Eren si spostò indietro di un passo, lasciandogli spazio, ma i suoi occhi restarono puntati sul cantante.

«Fammi capire» replicó, mettendo le mani sui fianchi. «Prima mi terrorizzi e poi mi rubi la doccia?»

«Tecnicamente è la mia doccia, visto che sei nella mia stanza. Ma, se ti comporti bene, potrei anche soprassedere» commentò, un luccichio nelle iridi tempestose mentre portava le ciocche all'indietro con entrambe le mani.

Alzando gli occhi al cielo, Eren uscì dalla cabina e con gesti lenti ed eclatanti, così che Levi potesse notare e seguisse bene ogni movimento, gli rubó l'accappatoio e ci si avvolse.

«Comunque, l'intervista è tra più di due ore. Tu dovresti star dormendo, in questo momento.»

«Sentivo freddo. Qualcuno mi ha privato del suo calore, lasciandomi senza lenzuola per giunta.» Pulito e profumato, l'uomo chiuse il getto d'acqua e guardò storto il castano. «Gentilmente potresti passarmi un asciugamano visto che, oltre ad aver usato la mia doccia, stai usufruendo anche del mio accappatoio?» chiese, allungando una mano in attesa.

Eren ridacchió ed abbassó il cappuccio, mettendo in bella mostra una chioma più spettinata del solito. Bagnati, sembrava esser diventata nera.

Prese un grande telo ed appena Levi fu uscito dalla cabina, invece di lasciarglielo in mano, ce lo avvolse, approfittandone per abbracciarlo rapidamente.

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