Se avesse avuto un solo dubbio sulla veridicità delle minacce di Smith, il mattino le cancellò completamente dalla sua mente.
Puntuale come il boia all’esecuzione, il manager bussò alla porta della sua stanza. Tre colpi decisi e veloci, che vibrarono sulla porta di legno e plastica decorata a regola d’arte, degna del lusso che ci si sarebbe aspettati da un hotel a 5 stelle.
Ma Eren era pronto.
Andò ad aprire immediatamente, già vestito, pettinato e con una tazza di caffè in mano, che si era fatto portare direttamente in camera.
A lui il caffè neanche piaceva, ma aveva pensato che sarebbe apparso più competente, con quell’aroma energico che si diffondeva per la stanza.«Buongiorno Eren.»
Strinse i denti, sentendo pronunciare il proprio nome. La confidenza tra loro era passata da zero a cento decisamente in troppo poco tempo, e la crescita era stata unidirezionale.
«Buongiorno a lei, signor Smith.»
Eren si comportò nel modo più professionale possibile, per evitare che il biondo potesse fargli qualsiasi tipo di rimprovero. La sera precedente aveva ricontrollato ogni documento che avrebbe potuto voler esaminare. La sua era stata una rilettura meticolosa, in cui si era assicurato di non renderli solo corretti, ma anche piacevoli da guardare. Aveva imparato a giocare coi colori piuttosto bene, dovendo gestire la variopinta agenda degli impegni dell’alter-ego del suo ragazzo. Smith si dimostrò un avversario non da poco. Impiegarono quasi mezz’ora per completare la revisione. Eren era certo che si stesse accanendo in particolar modo su di lui. Non c’era altra spiegazione. Se avesse davvero impegnato mezz’ora della propria mattina per ciascun assistente, avrebbe causato ritardi alla sua stessa tabella di marcia. Quando alla fine lo vide alzarsi dal divano su cui si era accomodato durante il resoconto, tirò un silenzioso sospiro di sollievo.
«Bene, Eren. Le cose saranno diverse d'ora in avanti, come ben sai. E mi aspetto che restino sempre di questo livello.»
Poi se ne andò. Prima che il ragazzo potesse fare o dire qualsiasi cosa diversa da un cenno obbediente del capo.
Quando la porta si fu chiusa, Eren ricadde pesantemente sul divano. La tensione si sciolse, anche se solo in parte. La sua intera giornata ora sarebbe stata come un continuo test. E non era sicuro di voler scoprire quali sarebbero state le conseguenze, se non fosse riuscito a passarlo.
Una decina di minuti trascorsero, mentre concentrava le proprie energie all'unico scopo di rilassarsi. Un singolo messaggio di Levi fu capace di farlo sorridere di nuovo. Qualche parola, scritta nel suo formale stile completo di ogni segno di punteggiatura e maiuscole al proprio posto, con cui gli chiedeva dove fosse finito e quanto tempo ci avrebbe messo a raggiungerlo.[08:32] : Il prima possibile sarò da te. Ti ho mandato il programma della giornata via e-mail!
Aveva aggiunto l’emoticon di un cuore, alla fine della frase, ma temendo che qualcuno potesse vederla, la cancellò prima dell’invio. Non aveva bisogno di simboli in un messaggino perché Levi si ricordasse che lo amava.
Soddisfatto, preparò la borsa per quella giornata. Ogni quaderno, foglio, fascicolo e penna per scrivere trovarono il loro posto all’interno di una delle tasche, insieme a tablet e cercapersone. E proprio quando pensava che finalmente la sua giornata potesse cominciare, qualcosa rovinò tutto.
Uno dei fascicoli che aveva preparato la sera prima, un programma specifico e dettagliato del giorno precedente al concerto, era scomparso. Lo cercò dappertutto.
Non poteva essere lontano, era sicurissimo di averlo appena mostrato a Smith. Aveva anche scarabocchiato su un post-it alcune modifiche che il manager gli aveva ordinato di apportare, così da poterci lavorare su più tardi, dopo aver accompagnato Levi al suo photoset.
Disperato, si mise a sfilare tutti i cuscini dal divano, alzare i tappeti. Svuotò perfino la borsa e la sistemò dall’inizio, per assicurarsi che non fosse scivolato per errore in mezzo ad altre carte. Infine, ormai in preda allo sconforto, guardò anche in camera da letto ed in bagno, luoghi in cui i fascicoli di lavoro non erano mai stati portati.
Tutto fu inutile.
Con la morte nel cuore, l’ansia a stringergli lo stomaco e tremare le mani, scrisse a Levi per avvisarlo che avrebbe fatto tardi per motivi di lavoro. Finì il caffè in un solo sorso, storcendo il naso per il gusto amaro ed orribile che gli invase la bocca, ma se lo meritava. Era la sua punizione per aver smarrito qualcosa di così importante.
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[Ita] Love More
Fanfiction[Attack On Titan AU] [Eren✗Levi] Storia di FareaFire & StarCrossedAyu Una singola ora. Questo è sufficiente per sconvolgere la vita di Eren, fortunato abbastanza da poter realizzare uno dei tanti sogni chiusi nel cassetto, incontrare il proprio ido...