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Sono sdraiata sul letto con lo sguardo fisso in alto. Non mi sento molto bene così non scendo neanche per pranzo.

-Posso entrare?- bussa la porta Josh, ma non gli rispondo

-Come stai?- chiede entrando lo stesso

-Non mi sento bene- rispondo con un filo di voce

-Ti ho portato qualcosa da mangiare- dice sedendosi accanto a me e sento il rumore di quello che presumo sia un vassoio che appoggia sul comodino

-Ne vuoi parlare?-

-No- rispondo trattenendo a stento le lacrime

-Se hai bisogno di me, Aurora io ci sono. Lo sai questo- dice alzandosi e andando verso la porta

-Comunque auguri- dice voltandosi indietro. Mi alzo di scatto e vado verso di lui

-Non hai il diritto di farmi gli auguri- gli urlo contro. Perché sì, oggi è il mio compleanno.

-Non hai il diritto di ricordarti del mio compleanno- lo inizio a colpire e a spingerlo fuori la porta senza una sua reazione.

-Non ti permettere mai più di ricordarti del mio compleanno. È un giorno come tutti gli altri e io non voglio festeggiare. Quindi lasciatemi in pace- urlo prima di sbattergli la porta in faccia per poi tornare sul letto. Voglio solo che questa giornata finisca il prima possibile.

La sera Josh torna in camera mia in silenzio, resta solo sdraiato accanto a me aspettando che io sia pronta a parlare.

-Non mi ha chiamata e lui mi chiama sempre per gli auguri. Credevo che sarebbe venuto per farmi una sorpresa, ma mi sbagliavo- dico mettendomi a sedere

-Se ne è dimenticato Aurora. Non merita che tu stia male per lui dopo tutto quello che ha fatto a te e tua madre- dice sedendosi anche lui

-Qui non stiamo parlando di tuo padre Josh. Il mio non si sarebbe mai dimenticato del mio compleanno e non è colpa sua se con mia madre è finita- dico alzando un po' il tono della voce

-Invece i nostri padri hanno molto in comune. Si dimenticano entrambi di noi e hanno entrambi tradito le nostre madri. Come fai a volerlo ancora nella tua vita?- chiede con lo stesso tono

-Ti stai sbagliando, mio padre non ha mai tradito mia madre. Non sai di cosa stai parlando- dico arrabbiata

-Aurora, tu non lo sapevi?-

-Non è vero Josh. Mi madre ha lasciato mio padre perché non lo amava più-

-Aurora tua madre lo ha lasciato perché l'ha tradita. Ho sentito mia madre e Cecilia parlarne-

-Non è possibile- dico scendendo dal letto e andando in salotto dove so di trovare mia madre

-Papà ti ha tradita? Per questo vi siete lasciati?- chiedo urlando furiosa

-Posso spiegarti- dice alzandosi dal divano

-Avanti, ti ascolto- incrocio le braccia cercando di trattenere le lacrime. Non potrebbe andare peggio di così

-Volevo che continuassi a volergli bene. È tuo padre- dice semplicemente. Non rispondo, corro fuori casa e vado da Owen. Lui è l'unico che mi è sempre stato accanto nell'ultimo anno.

-Non arrabbiarti con lei Rory. Lo ha fatto per te- dice Owen cercando di calmarmi

-Non ce l'ho con lei e neanche con mio padre. Ce l'ho con Josh. Che diritto aveva di dirmi quelle cose?-

-Non è giusto. Non puoi incolpare lui per essere stato sincero con te e averti detto la verità. Anche se tu non volevi sentirla-

Per quanto voglia negarlo, ha ragione. Non è giusto.

-Perché mi conosci così bene?- dico frustrata quando mi squilla il cellulare. È mio padre.

-Ciao papà- rispondo

Appena riattacco cerco subito Josh per parlargli e Owen viene con me. Ovviamente lo trovo nel nostro locale abituale che flirta con una ragazza.

-Ciao, scusa. Fatti un favore e gira alla larga. Ha una malattia venerea, ti sto salvando- dico alla ragazza che subito si allontana poi mi concentro su Josh

-Perché lo hai fatto?- dico solamente

-Non so di cosa tu stia parlando. Comunque puoi ringraziarmi dopo per qualunque cosa si tratti- dice facendo il finto tonto

-Mi ha chiamata mio padre dicendo che gli dispiaceva di aver tradito la mamma e di essersi dimenticato del mio compleanno e che sono fortunata ad avere un ragazzo come te che ci tiene molto a me-

-Non gli ho mai detto di essere il tuo ragazzo-

-Grazie- dico quello che vuole sentirsi dire

-Non c'è di ché- mi fa l'occhiolino

-Già che sei qui perché non ordini quello che vuoi. Infondo è ancora il tuo compleanno- dice indicando il divanetto di fronte, dov'era seduto lui prima. Così mi siedo con Owen accanto e appoggio i gomiti sul tavolo

-Voglio delle patatine fritte- dico guardandolo negli occhi come se fosse una sfida

-Quello che vuoi- risponde chiamando la cameriera per ordinare. 

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