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Non torniamo a casa prima di sera. Non me la sentivo di affrontare mio padre. E quando vado in cucina per salutare mamma e Cece lo trovo con quella che presumo sia la sua fidanzata.

-Ciao mamma. Ciao Cece- lo ignoro

-Ciao io sono Miriam- dice la donna presentandosi a me e a Josh

-Io sono Aurora e lui è Josh- ci presento. So che non è colpa sua. È solo colpa di mio padre

-Ti ho portato un regalo- dice mio padre dandomi un pacchetto che sono costretta a scartare

-È una Canon. La commessa ha detto che è una delle migliori macchine fotografiche. E c'è anche una polaroid- dice mentre prendo la macchina fotografica in mano per studiarla. Nonostante non mi veda molto, sa quali sono i miei gusti e i miei hobby...

-Ti piace?- mi chiede

-Sei stato bravo, lo ammetto. Hai guadagnato punti, ma non credere di potermi comprare. Vado in camera mia, chiamatemi quando è pronta la cena- dico andando al piano di sopra. Josh ovviamente mi segue in silenzio. Io sono seduta sul bordo del letto con la fotocamera in mano a scattare foto ovunque per provarla e lui si siede accanto a me appoggiando la sua mano sulla mia coscia

-Josh non devi. Ci siamo lasciati ricordi? Tu mi hai lasciata-

-Ma questo non significa che dobbiamo tornare ad odiarci o a farci degli scherzi-

-Ti potrà sembrare strano, ma in questo momento mi piacerebbe-

-Perché?- chiede prendendomi il mento tra il pollice e l'indice per farmi alzare lo sguardo su di lui

-Perché così almeno una cosa sarebbe rimasta uguale. Io non sto dicendo di essermi pentita di averci dato una possibilità. È solo che, vorrei tornare o a prima quando ci odiavamo o a quando ci amavamo. Almeno potevo contare su di te in un modo o nell'altro. Invece ora averti vicino mi mette a disagio perché non so cosa siamo-

-Siamo amici. E questo non cambierà mai- si avvicina leggermente

-Ora dovremmo andare di sotto- dico cambiando argomento e alzandomi dal letto.

La cena procede abbastanza bene e anche se non vorrei, devo ammettere che Miriam è davvero simpatica. E lo pensa anche la mamma e poi se non è arrabbiata lei con papà che diritto ho di esserlo io?

-Io esco. Ho un incontro con i volontari e prima io, Owen, Lily e Holly ci dobbiamo incontrare per organizzare la presentazione della settimana prossima. Il sindaco premierà il miglio cittadino e noi ne approfittiamo per far incuriosire la gente al nostro gruppo- spiego finendo di sparecchiare.

-D'accordo, ma non tonare troppo tardi- dice mia madre mentre Miriam lava i piatti e Cece li asciuga.

-Se torni presto potremmo fare la torta al cioccolato che ti piace tanto- dice papà. Intravedo lo sguardo di mia madre così decido di essere gentile

-Certo- dico uscendo di casa e andando da Owen.

L'incontro con i ragazzi sta andando benissimo e abbiamo tutti delle idee fantastiche per far conoscere ancora di più il gruppo dei volontari. In città tutti sanno chi siamo e cosa facciamo, ma stiamo cercando di renderci più interessanti e di spiegare tutte le nostre attività per far allargare il gruppo quando Cece mi chiama disperata chiedendomi di tornare subito a casa. Saluto i ragazzi e in cinque minuti arrivo con il fiatone e la preoccupazione alle stelle.

-Cos'è successo?- chiedo entrando in casa, nel salotto, a Cece e mia madre

-È Josh. Lo ha chiamato suo padre per chiedergli di essere il suo testimone e ha dato di matto. Ha distrutto la sua camera e poi è corso via, fuori casa. Ti prego Aurora, tu sei l'unica che lo può calmare- dice Cece in lacrime. Vado prima in camera sua per vedere quanto è grave la situazione. Lo è molto. Ha distrutto praticamente tutto. I vestiti a terra, i cassetti di legno sul pavimento e sul letto e poi intravedo un foglio di carta. È un biglietto aereo. È nella busta della lettera che il padre glia aveva mandato qualche tempo fa. Quando mi aveva detto cosa provava. Cerco di capire dove possa essere andato e il mio sguardo cade sul poster sopra la testata del letto. È andato in spiaggia. Prendo il biglietto aereo, raccomando a Cece di ripulire tutto e poi vado a cercarlo.

-Sapevo di trovarti qui- dico avvicinandomi lentamente a lui. È in piedi con le braccia conserte guardando il mare

-Come hai fatto?- mi chiede

-Mi sono ricordata che una volta avevi detto che guardare l'orizzonte ti calma-

-Mia madre ti ha chiamata?-

-Sì. È molto preoccupata per te e anch'io lo sono. Lo siamo tutti. Sono tornata di corsa a casa, per te- dico appoggiando una mano sulla sua spalla

-Non volevo farvi preoccupare- dice non distogliendo lo sguardo

-Non fa niente. L'importante è che tu stia bene. Josh devi andare- dico dandogli il biglietto che ho portato con me

-Dà una possibilità a tuo padre. Così come farò io. Non sei solo in questa situazione- gli bacio la spalla da sopra la maglietta.

-Grazie- risponde guardandomi negli occhi finalmente. Sorrido. 

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