Capitolo 2

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Chiamare o non chiamare, questo era il dilemma.

Dopo la fine del mio turno alla caffetteria decisi di andarmene direttamente a casa, avrei ordinato una pizza.

Fuori dal locale un fresco venticello ci costringeva a coprirci con delle giacche seppur leggere. Chicago era una città perfetta. Dopo ormai cinque anni mi ero abituata al suo clima.

Poi dun'tratto venni attirata da una voce che gridava aiuto, era una donna che urlava, avevano appena preso in ostaggio suo figlio e il rapitore stava correndo.

Dentro di me scattò come una molla che mi urlava di aiutarla.

Lasciai cadere le mie cose per terra e cominciai a correre dietro al rapitore. Mi facevo largo fra le persone che non aiutavano di certo, così, se a mio rischio e pericolo dovetti ricorrere al salire sulle macchine o appendermi da qualche parte lanciandomi il più vicino possibile.

C'era gente che mi guardava altra che indicava.

Non riuscivo comunque a stargli dietro era fin troppo veloce.

Così mi venne in mente di prendere un qualcosa e lanciarglielo contro evitando di fare male al bambino.

Ma cosa potevo usare?

Fortunatamente lì vicino c'era un palazzo in costruzione ed erano rimasti dei tubi di metallo, ne presi uno e correndo il più velocemente possibile lo lanciai facendolo cadere. Li raggiunsi e appena il rapitore si rialzò tirò fuori una pistola puntandola alla testa del bambino mi bloccai.

Poi velocemente gli tirai un calcio rotante facendolo piegare e mollare per poco la presa, il piccolo si liberò e sgusciò fuori. Mi avvicinai e gli diedi una ginocchiata mandandolo fuori gioco.

Mi portai i capelli castani all'indietro, dall'altra parte Nick Fury mi osservava ghignando e fece un applauso.

La madre mi ringraziò e molti altri cittadini mi guardavo curiosi.

Che cosa avevo combinato?!

Lui mi raggiunse "Pensaci Morgan, io e la mia squadra partiamo domattina"Disse richiamando gli uomini e andandosene.

Sospirai e camminai verso casa.

***

Effettivamente aiutare le persone mi è sempre piaciuto, costruire armature, insomma tutte le cose che mio padre fa dalla mattina alla sera.

Mentre aspettavo l'arrivo della mia pizza mi venne all'occhio una foto di me e mio padre nel suo laboratorio.

Avevo un braccio della sua armatura dentro il mio più piccolo e sorridevo.

Una lacrima solitaria scese dalla mia guancia.

La poggiai e mi strofinai gli occhi provando a trattenerle.

"Mi manchi tanto papà" mormorai.

In quel preciso istante il campanello suonò.

Mi alzai di scatto e andai a prendere la pizza portando con me i soldi.

Morgan Stark/1°Libro Della Serie "Super Woman"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora