~Cosí vicino~

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La casa è sommersa da gente e il caos si fa strada nella testa già a chilometri di distanza. La festa è nel pieno della sua attività e tra musica, luci abbaglianti e ragazzi già mezzi ubriachi, mi viene difficile camminare tranquilla.

«Permesso», dico ad alta voce verso un bestione abbronzato che mi sorride prima di spostarsi. Sono l'ultima della fila e dietro ad Alan, non è la migliore situazione.

«Vai avanti», dice quest'ultimo fermandosi per farsi sorpassare da me. «Muoviti», continua e mi afferra il braccio posizionandomi dove vuole lui. Sono dietro May adesso che ogni tanto si gira a sorridermi mentre mi trema la pelle sulla schiena. Uff. Il telefono squilla e mi fermo di botto per rispondere: Zoe. Nessuno mi aspetta e Alan si limita a una sola occhiata sul mio cellulare e su di me, per poi sparire insieme ai nostri fratelli.

«Pronto? Zoe dove sei?», urlo per sovrastare la musica. «Sarò lì fra di-», non riesco a sentire oltre la sua risposta mentre continuo a urlarle di ripetere. «Non sento niente a causa della musica. Quando sei qua davanti fammi uno squillo!», le dico e mi sembra di sentire approvazione da parte sua. Non può mandarmi messaggi e questo è davvero molto scomodo quando ti trovi in situazioni come queste. La musica è maledettamente alta e in confronto a questo potrei addormentarmi a un concerto. Abbandono l'idea di trovare mia sorella e inizio a farmi strada tra la gente fino a raggiungere la cucina dove posso prendere un po' d'aria. La gente che c'è qui dentro è più di quanto una casa così potrebbe contenere. È un casa grandicella, più lussuosa di casa mia ma non esagerata come potreste pensare. Qui vengono fatte sempre le feste più importanti e con più gente e so che la cosa non sorprende neanche voi. Lui capitano della squadra di football, lei cheerleader, i genitori ricchi... credo proprio sia una notizia ovvia questa.

Mi avvicino al frigo prendendo quella che sembra la cosa più simile a dell'acqua, la verso in un bicchiere pulito e bevo un sorso. È normale che l'acqua sia così amara? Sputo tutto nel lavandino gettandoci anche il bicchiere e divertendo due ragazze che mi passano di fianco. Sono vestiti quelli che hanno addosso? O forse sono fili d'erba? Non lo sapremo mai.

«Che hai assaggiato per avere quella faccia?», domanda una voce familiare. «Acqua», taglio corto e mi viene da ridere quando incontro gli occhi allegri di Lauren. Mi abbraccia e mi pizzica le guance senza nascondere la vivacità. «Da quanto sei qui? Non mi hai avvisata», dice. «Da poco, speravo di trovarti in giro a dirla tutta», spiego. «La festa è iniziata prima o...». «Lasciamo stare, è successo un casino e sono ancora furiosa con mio fratello», dice e inizia subito il suo racconto che comprende un gruppo di ragazzi arrivati in anticipo e molti altri che si sono presentati poco dopo. Accenna a putiferio e Instagram, poi chissà cos'altro. Annuisco e alcune volte sorrido o rido anche se, a dirla tutta, ho capito la metà di quello che mi ha detto.

Appoggia le mani sui fianchi e io mi concentro sul suo outfit che non lascia molto spazio all'immaginazione e che bisogna osservare con gli occhiali da sole. È ricoperta da paillettes che luccicano sotto le luci e indossa un top striminzito da cui fuoriesce il piercing all'ombelico.

«Sempre sobria tu eh», scherzo e lei fa un risatina per poi girare un paio di volte su se stessa. »Io sono vestita come ad ogni altra festa, sei tu che... sono di tua sorella vero?», domanda e annuisco semplicemente. «Dalla vita un giù mi piaci amorina ma questa camicetta la mette mia nonna», annuncia. Ecco un'altra cosa bellissima del carattere di Lauren: non ha peli sulla lingua. Neanche peluria a dirla tutta. È sempre una cosa buona questa ma sarebbe meglio non dirmi certe cose dopo che il guaio l'ho già fatto.

«Mi sono lasciata influenzare... guarda i miei capelli, l'ultima volta che li ho tenuti sciolti era alla recita di Natale delle elementari», le spiego e lei inizia a ridere portandosi una mano alla bocca. «Dai tranquilla, non è così grave, vuoi che ti presti qualcosa? Vedrai che troveremo qualcosa per il tuo seno anche se... ma ti crescono la notte?», chiede curiosa e io le do un colpetto sulla spalla. «No grazie», rido. Alza le mani in segno di resa per poi posarmi un braccio sulle spalle e stringermi a se. Mi stampa un bacio rumoroso sulla guancia e infine mi abbandona per andare in pista a farsi ammirare da tutti. Mi pento di essere venuta a questa festa e ballare al centro del salone non mi sembra l'idea migliore.

Il cellulare inizia a squillarmi in tasca e mi torna in mente il fatto che Zoe dovrebbe essere già arrivata quando leggo il suo nome sul display. Non ci metto molto a trovare l'uscita, mi sono fatta strada dando parecchie spallate e ricevendo numerosi "vai a quel paese" da persone a cui ho prestato i piedi perché non mi facevano passare.

I tacchi hanno anche i loro lati positivi.

Mi sembra di essere rinata quando metto i piedi sull'erba e chiamo Zoe.

«Finalmente! Dove diavolo eri finita?», dice lei ma la sua voce la sento per due volte accorgendomi in fretta di averla di fronte agli occhi. Cammina sulla stradina in pietra partendo dall'auto di sua zia, che saluto calorosamente da lontano, fino a me. «Scusa, ho visto Lauren e mi ha iniziato a parlare di quanto fosse brutta la mia camicetta... sapessi che ragazze ho visto. Sono più nude che vestite la maggior parte di quelle lì dentro», ammetto ma lei non sembra ascoltarmi, i suoi occhi sono incollati alla mia, indovinate, camicetta.

«Che ha di male... mi piace tanto!», annuncia e io rimango al dir poco esterrefatta dalla sua affermazione. «Te la regalo volentieri», inizio ridendo poi continuo facendole i complimenti per il suo di outfit. È casual ma mi piace molto, è proprio il suo stile e la invidio al momento.

«Niente tacchi?», domando curiosa di sentire la risposta.

«Ci ho provato, giuro che ci ho provato ma... no, i tacchi non fanno proprio per me. Vuol dire che farò la nana anche stasera», afferma e la prendo sotto braccio senza smettere di ridere.

Rientriamo dentro fianco a fianco e troviamo un posto più appartato e con poca gente intorno, giusto per stare tranquille. Poco dopo, davanti alla postazione del Dj, arriva Lucas aprendo un varco nel salone. «Buonasera a tutti bellissimi e bellissime», dice prendendo il controllo della situazione e del microfono. «Volevo ringraziare tutti per essere qui perché se ci siete vuol dire che siete importanti... oppure siete solo infiltrati che se becco se ne vanno a casa a calci in culo». Lucas non è proprio fatto per i discorsi sentimentali anche se all'inizio aveva convinto quasi anche me. Le sue parole delicate come petali di una rosa addolciscono il viso di tutti arrivando fino al cuore di ognuno... si, certo, come no.

«Sapete bene che la festa di inizio anno è sempre stata fatta per sola tradizione ma, questa volta, festeggiamo qualcosa di molto importante: i nuovo giocatori della squadra di football!», urla al microfono l'ultima frase rimbombando fastidiosamente. Gli altri anni la festa è stata fatta senza un motivo preciso, così come ha detto lui, ma quest'anno la squadra è quasi completamente nuova con tutti i nuovi arrivati. Così diventa tutto più speciale.

«Vorrei invitare qui al centro i migliori giocatori che abbia mai conosciuto, mi hanno sorpreso con il loro talento e ora sono, ovviamente, parte della squadra. Alan e James siete pregati di venire qui!», continua a parlare e mi stupiscono le sue parole. Ho compreso fin da subito il segno che i miei due vicini avevano lasciato ma non pensavo avessero toccato così tanto Lucas che, vuoi o non vuoi, è un fantastico giocatore. Parte un grande applauso quando James arriva seguito da suo fratello, accanto a Lucas che li abbraccia come fossero amici da una vita. Alan sorride e una fossetta gli compare sulla guancia sinistra. Lucas ricomincia il suo discorso incitando tutti a dare il meglio e chiamando al centro anche gli altri che pareva essersi dimenticato.

Il tempo sembra fermarsi quando i miei occhi incrociano quelli grigi di Alan ed è subito silenzio. Non so per quanto rimaniamo a guardarci ma abbastanza da permettermi di vedere quello che sta provando ora. È orgoglioso di se stesso e di quello che è riuscito a fare. Ho visto quello sguardo anche altre volte, anni fa, sono occhi che ti rimangono in testa per tutta la vita.

Un lato delle mie labbra si alza e lui fa un profondo respiro, da lontano, lontano da me, eppure così vicino da mozzarmi il fiato.

Poi ricomincia il caos.
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Salve a tutti!

Eccoci con un altro capitolo e il continuo sia della storia che delle festa. Ma aspettate, non è finita di certo qui...

Spero vi piaccia!!

Firma: Blonde✨

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