~La sua voce~

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*Alan*

Mi alzo di scatto dalla sedia. Ho le mani sul tavolo, tutti mi fissano nella grande sala. Ma questo non è il momento di curarmi di loro. Lancio una rapida occhiata a  mio fratello, incuriosito, e con uno spintone allontano da me la sedia in legno.

Inizio a camminare verso l'uscita, non ho bisogno di dare spiegazioni o di chiedere il permesso a qualcuno. Devo andare, ora, senza controllarmi ulteriormente.

Sto per poggiare la mano sulla maniglia quando una forte presa mette distanza fra noi; la mano di James è inchiodata alla mia spalla mentre si piazza davanti a me. Lo guardo dritto negli occhi aspettando che dica qualcosa, finalmente lo fa.

«Dove credi di andare?», domanda a denti stretti. «Lo sai, perché me lo chiedi?», suona più come un'affermazione che una domanda. Inizia a scuotere lentamente la testa in segno di disapprovazione e io inizio a innervosirmi.

«Non ti permetterò di farlo, devi smetterla Alan», afferma. Mi trattengo dal prenderlo di peso e togliermelo davanti, tiro un respiro profondo per placare le emozioni e cerco di dire qualcosa di tranquillo: «Fammi passare».

Suona davvero male...

«Devi smetterla Alan, non puoi continuare a controllare qualsiasi sua mossa. Mettiti in testa che non hai nessun potere su di lei o sulla sua vita», parla lui. Vorrei non ascoltarlo e scaraventarmi fuori ma forse una parte di me vuole davvero evitare di fare qualcosa... qualcosa di cui potrei pentirmi.

«Che succede?», interrompe una voce femminile e familiare. Il corpo di May si posiziona al fianco di James ma i suoi occhi guardano solo me.

«Il mio adorato fratellino vuole andare dalla tua cara sorellina», dice immediatamente James e io vorrei tappargli la bocca senza troppe pretese.

Le mani iniziano a prudermi mentre continuo a guardare fuori in cerca di qualcosa, di qualcuno... di lei.

«Non vorrai seriamente andare a controllare che sta facendo, vero?», mi chiede May. «Ciò che ho intenzione di fare non deve interessare a nessuno di voi», ringhio.

«Invece si bello mio. Non puoi fare ciò che ti pare, soprattutto con lei. E poi... non sapevo dovesse chiederti il permesso per fare qualcosa», il tono di lei sta diventando troppo amaro e le sue parole mi arrivano in faccia con le peggiori intenzioni nonostante stia ridacchiando. Anche da arrabbiata è il completo opposto di sua sorella: se a parlare fosse Rox non userebbe alcun filo di umorismo nelle sue parole. Continuo a trattenermi analizzando una per una le sue parole.

Ciò che mi pare?

Chiedermi il permesso?

Ma di che diavolo sta parlando?

«Non puoi impedirle di fare ciò che vuole, la vita è sua e tu non devi interferire», May continua a prendere le parti di James e di sua sorella. Se solo provassero a capire che cosa sto provando io adesso forse la smetterebbero di rompermi i coglioni. È da quando lei è uscita con quello stronzo che non riesco più a stare sereno, per non parlare di cosa potrebbero fare. Se vengo a scoprire che l'ha toccata io-.

«Devo uscire di qui», dico di punto in bianco. Allontano con forza tutti e due dalla porta, la spalanco completamente per poi ritrovarmi fuori e con loro dietro come dei segugi. «Non seguitemi, non se volete fermarmi», urlo loro senza voltarmi.

Inizio a camminare, girando su me stesso, non ho né una meta né un obiettivo ma una parte di me dice che devo cercarla ma, soprattutto, trovarla.

«Voglio solo farti capire che lei è con lui, devi lasciarli soli Alan. Non so cosa ti giri in quella testolina ma non puoi piombare lì e fare una scenata!», continua a strillare May mentre prova a tenere il mio passo.

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