Capitolo undici. - "Il ritorno della pazzia."

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«Nulla di importante.» dissi. «Pensavo solo a Camila, tutto qua.» cercai di camuffare. «Non so se sia viva o no, per questo dico.» dissi io piano e lui silenziosamente, si spostò.

Io guardai Ally, facendole capire di non mettersi in mezzo, andai via da loro, e mi misi un po' bene i capelli che erano decisamente mal messi. Ero nervosa, forse troppo.

Ormai non ero nemmeno più nervosa per il fatto di Camila. Non sapevo se fosse sopravvissuta o no. Ma per camparci, avrei dovuto scoprire cosa avesse in mente di fare Troy.

Mi fumai una sigaretta, chiusi gli occhi e non appena li riaprii, vidi la figura femminile bionda e di bassa statura. Corrugai le sopracciglia, non sembrava molto contenta.
«Lauren.»
Quando Allyson mi chiamava così, non prometteva niente di buono. «Dimmi.»

Lei sembrò molto abbattuta, piuttosto turbata. «Io ti credo che ci sia qualcosa sotto, Lauren.» disse lei seria. «Mi distrugge il fatto che... Insomma, avevamo dei piani ben diversi... Il matrimonio, tutto. Ma non voglio che il mio futuro marito sia la causa della mia morte.»
Annuii. «Dovremmo riprendere da sole, Allyson.»

Ally negò. «Tu dovrai riprendere da sola, Lauren. Io non credo di poterci arrivare. Sarà tutto un casino.»
Io socchiusi gli occhi. «No, devi venire con me. È l'unica cosa da fare, non posso combattere in solitario. Loro saranno in tanti, io sarei sola, senza nessuno al mio fianco. Se voglio morire, voglio cadere con te.» dissi io con serietà.

Allyson Brooke alzò le spalle e sospirò. «Okay, continueremo il nostro viaggio. Ma tu cerca di stare calma, okay? Ignora tutto ciò che riguarda lui. È Troy che ci sta portando in pasto. Non faticheremo affatto, basterà attendere, Laur.»
Annuii convinta del suo pensiero corretto. Avrei dovuto avere tanta pazienza.

Troy ci raggiunse dopo un po'. «Dai, dobbiamo riprendere il nostro cammino e far sì che questa missione finisca con successo.»
Non dissi nulla e tornai dentro il veicolo.

Durante il tragitto, il ragazzo decise di parlare, anzi, di rompere il ghiaccio visto che era da mezz'ora che stavamo mantenendo un certo silenzio. «Non vi trovo convinte, lo sento dal vostro respiro.» disse lui mentre si toccava l'orecchio.
«Ho il mio periodo.» dissi come una scusa.
«Ally, anche tu hai il ciclo?»
Lei negò. «... No, lo sai che te l'avrei detto.»

Troy prese un dosso, facendomi sbattere la testa in un lato. «Ouch! Bada dove guidi, stupido.»

Lui inchiodò e si girò verso di me. «Non ti permetto di darmi dello stupido.»
Io corrugai le sopracciglia. «Vedo che... Sei diventato così acido da non capire nemmeno dov'è l'ironia.» dissi io con frustrazione.

Il ragazzo alto si stette zitto. Effettivamente avevo ragione e forse l'aveva capito anche lui.

Dopo altri minuti, ci fermammo e lasciammo la macchina parcheggiata. «Ragazze.» disse lui a una certa.

Sembrava abbattuto, triste.
«Dicci.» disse Ally con le braccia conserte. Il suo respiro era intenso, stava sudando un po' dalle tempie, sicuramente aveva capito cosa stesse per dire il suo futuro marito. «Troy, ti stiamo ascoltando.» insisté.

«Io mi sento... In contatto.» disse lui abbattuto. «Io sto coi nemici, ceh non... Non in alleanza, ma li sento.»
Strinsi i pugni. «Per questo sapevi ogni cosa, dove andare? Per questo?!» dissi io furiosa.
Lui alzò le braccia. «Okay! Ammetto che ero alleato con loro! Mi avevano offerto una grossa cifra di denaro che avrei usato per il matrimonio mio e di Allyson, ho sbagliato! Sono stato tentato e non ho potuto fare a meno che accettare.»
Io mi portai da lui per attaccarlo ma Allyson mi fermò. «Sei un bastardo!»
La bionda mi strinse. «Stai tranquilla, Lauren.»

Lui si portò le mani sul viso. «Ci ho ripensato nel tragitto, ho capito che facendo così avrei messo in pericolo la vita della mia futura moglie, per questo mi sono fermato. Sono stato uno schiocco, una persona poco coerente con voi e con me stesso. Mi dispiace tantissimo.»

Lo sputai sul viso. Le mie vene si ingrossarono maggiormente. «Tu, brutto stronzo bastardo, non meriteresti nemmeno di mettere un tuo capello oltre le porte del paradiso! Sei un mostro. Hai praticamente messo in pericolo la mia vita e quella della tua fidanzata! Sei un pezzo di merda.»

Lui chiuse gli occhi. «Lo so, lo so. Ma vedrai, riusciremo a fare qualcosa. Sono sicuro che ci sarà un cambiamento e che potremmo combattere questa battaglia e ad uscirne vincitori.»
Mi calmai, ormai il mio cervello aveva l'input di uccidere chiunque, ero tornata pazza. Un'altra volta.

Troy mi guardò. «Lauren, riusciremmo a fare qualcosa. Ne sono certo. Ora continuiamo secondo i piani, ma nel mentre studieremo bene le dinamiche del nostro nuovo piano, chiamato "A.L.T."»
Allyson fece un espressione confusa. «"A.L.T."? Che nome è?»
«Mi è venuto sul momento adesso, sono le nostre iniziali.» disse il ragazzo e io mi spostai, mettendomi sotto un albero.

Allyson non disse niente ed entrò in macchina, Troy rimase in solitudine con mille sensi di colpa.

Ma non mi interessava, anzi, ben gli stava.

Camila... Camila, l'amore della mia vita. Ero sempre più vicino a lei, per poterla salvare insieme a nostra figlia. Mi mancava così tanto, veramente tanto da non sentire più il benessere della mia testa. Era una cosa straziante sapere che la tua ragazza stava rischiando la vita ogni giorno nelle mani di quei pazzi psicopatici. Mi distruggeva.

Sicuramente non era trattata da principessa come potevo farlo io.

Chiusi gli occhi ancora una volta e mi lasciai andare tra le braccia della brezza di quel posto così tranquillo. Un sonnellino pomeridiano non mi avrebbe fatto male, anzi, mi avrebbe aiutato a pensare e a riflettere sul cosiddetto "Piano A.L.T.".» il mio corpo si aderii bene al tronco dell'albero secolare, i miei occhi chiusi decisero di dar spazio alla mia mente, facendomi sognare.

La mia me, anzi, il mio senso, sperava che il mio cervello mi facesse sognare cose tranquille. Ormai sono giorni che sono in viaggio, le notti sono composte da incubi che mi divorano il petto.

Avevo bisogno di pace, di tanta pace.

caníbal²Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora