Disclaimer: in questo testo si parla di un Tony Stark giovane, perciò non si tiene conto delle esperienze che gli accadono quando è adulto.
(le spiegazioni sul suo carattere saranno alla fine del capitolo)Finiva sempre così.
Ogni volta mi ritrovavo fuori di casa col cane al guinzaglio per sbollire la rabbia accomulata.
Succedeva ogni volta che io e mio fratello litigavamo.
Certo, apprezzavo il fatto che si preoccupasse per me, ma di lì al costringermi a non vedere nemmeno le mie amiche ce ne voleva.
Da quando i nostri genitori sono morti è diventato paranoico e iperprotettivo, come se costringermi a stare chiusa in una stanza potesse farmi stare bene.
So per certo che lo fa perché non vuole perdermi, ma ogni volta che provo a fargli capire come mi sento sembra capire tutto il contrario e inizia ad arrabbiarsi e a gridarmi contro che lo fa per me.
Non sono mai stata certa lo facesse per me, ma più per se stesso e questo gliel'ho persino urlato in faccia poco prima di uscire di casa.
Perciò ora mi ritrovo al parco, con il mio cane, cercando di trattenere le lacrime.Tengo lo sguardo ancorato a terra. Non ho mai sopportato che qualcuno mi vedesse piangere ed è da quando sono più piccola che mi sono ripromessa di non piangere mai, ma la situazione in cui sono costretta mi impedisce di mantenere quella stupidissima promessa.
Provo a regolarizzare il respiro, trattenendo qualche singhiozzo, mentre il mio cane cerca di consolarmi gironzolandomi intorno.Gli sorrido, senza staccare gli occhi dal terreno e continuando a camminare, ma dall'alto della mia furbizia, il non guardare avanti mi fa sbattere contro qualcosa.
Mi ritrovo a fare qualche passo indietro, squadrando il ragazzo di fronte a me.
Non si distingue da altri. Una felpa abbinata a dei jeans e le scarpe da ginnastica ai piedi. Eppure il suo viso è familiare.
Mi fa un sorrisetto sghembo per poi cominciare a parlare.
-Ehy, dovresti stare più attenta. Ti saresti potuta scontrare con il presidente.
Serro le labbra cercando di non lasciarmi scappare un sorriso divertito, evitando costantemente il suo sguardo.
-Scusa, ero distratta.
-Tranquilla, non è nulla.Lo noto soffermarsi sul mio viso, più precisamente sui miei occhi e una smorfia si fa spazio sulla sua faccia.
-Stai bene?
Mi passo una mano sotto agli occhi, annuendo distrattamente.
-Io, sì, sto bene. Solo, allergia, ora scusa, ma devo andare.
La sua disapprovazione alla mia bugia è particolarmente evidente, ma non mi soffermo più di tanto a riflettere a ciò che può pensare e faccio qualche passo per andarmene, ma la sua voce, insieme al suo braccio, mi fermano.
-Si vede che non stai bene e so perfettamente cosa si prova a essere dannatamente tristi e arrabbiati, se vuoi puoi parlarne.
La sua frase mi sorprende e, per la prima volta, alzo lo sguardo per puntarlo nei suoi occhi.Mi scruta, cercando di capire se io mi senta esattamente come lui ha descritto, mentre io osservo i suoi occhi marroni, realizzando che le sue parole sono vere e sincere, senza nessun secondo fine, ma non per questo mi sarei aperta con lui.
Sono sempre stata molto timida e diffidente verso chiunque e dopo la morte dei miei genitori mi sono chiusa ulteriormente.
-Non ci conosciamo nemmeno.
La sua mano molla la presa sul mio braccio e si posiziona di fronte a me, che mi ero girata totalmente verso di lui.
-Anthony, piacere.
Un sorrisetto fa capolino sul mio volto.
Ho conosciuto molte persone, ma a quanto pare questo ragazzo è testardo come pochi.
Stringo la sua mano, presentandomi, mentre il mio cane annusa Anthony per identificarlo.
Non classificandolo come una minaccia, inizia a saltargli accanto, attirando la sua attenzione.Si abbassa all'altezza del cucciolo e inizia ad accarezzarlo, parlandogli con una voce acuta.
-Ehy piccolino, che carino che sei.
Trattengo una risata ascoltando il suo tono vocale, cercando di non dargli a vedere il mio divertimento.
-Come si chiama?
Mi abbasso anche io all'altezza del mio cagnolino, grattandogli dietro l'orecchio.
-Tris. È strano, di solito non apprezza gli sconosciuti.
Ci rialziamo, rimanendo uno di fronte all'altra.
-Bhe, sarà un segno. Ti va di fare una passeggiata?
Si accarezza il retro del collo, sembrando improvvisamente in imbarazzo.
Annuisco, mantenendo un piccolo sorriso stampato in volto.-Ti va di dirmi perché stavi piangendo poco fa?
Serro le labbra e socchiudo gli occhi, abbassando leggermente la testa.
Non ne ho mai parlato con nessuno, ma forse, parlare con qualcuno che non mi conosce minimamente è la scelta giusta. In fondo, quante probabilita ci sono che vada a sparlare di qualcuno di cui a mala pena conosce il nome?Prendo un profondo respiro prima di iniziare a parlare e spiegargli la situazione.
Sorprendentemente non mi interrompe e non prova a darmi consigli. Mi lascia semplicemente parlare, finché non finisco il mio discorso.
-Credo tu abbia ragione. Ti rinchiude e questo non fa altro che farti sentire oppressa e imprigionata. Vorresti solo essere una ragazza normale, con una vita comune e uscire ogni tanto con le amiche e chissà, magari trovarti il ragazzo.
Rimango sorpresa da ciò che ha appena detto. Per tutto il racconto non ho mai parlato di come realmente mi sentissi e di cosa mi piacerebbe, eppure lui ha compreso, ha compreso tutto.
-Come?
Sogghigna, fermandosi.
-Posso capirti più di quanto credi.
Rimango a guardarlo negli occhi, sorpresa e ancora incredula.
-Io... Grazie Anthony.Mi sorride, senza però lasciar intravedere i suoi denti e io gli sorrido di rimando.
-Tony.
Vedendomi accigliata e confusa decide di chiarirsi.
-Tony. Mi chiamano tutti Tony.
Gli sorrido dolcemente.
-Grazie, Tony. Sei stato l'unico.
Noto un leggero rossore sulle sue guance e il suo comportamento mi fa intendere che l'ho imbarazzato un pochino.
-Se vuoi possiamo parlare anche altre volte.
Con un gesto fluido faccio passare la mia mano nella tasca posteriore dei miei pantaloni ed estraggo il telefono.
Lo sblocco velocemente e glielo tendo, permettendogli di scrivere il suo numero.
-Ci vediamo, Anthony.
Dopo averlo salutato esco dal parco con Tris che mi saltella accanto, entusiasta del nuovo amico che ha trovato per fargli le coccole.Allora. Ho deciso di fare Tony più dolce e cordiale rispetto all'adulto Tony, perché penso che il suo comportamento sia più che altro dovuto alla morte dei suoi genitori. Ceh, trovo che si amplifichi dopo la sua perdita e che probabilmente prima era meno... Come dire... Esagerato.
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Marvel one-Shots
FanfictionOne-shots tema marvel Comprende: personaggio x lettore, attore x lettore ed eventuali one-shot sulle ship marveliane Se richiesto scrivo anche al maschile, altrimenti vado di default al femminile.