CAPITOLO 1

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Shin's Pov

Corro, corro e ancora corro. È passato oramai un quarto d'ora da quando sono uscita da quella casa. La casa nella quale sono nata, quella in cui sono cresciuta e sono contenuti i miei ricordi più cari. È passato un quarto d'ora da quando ho sentito quegli spari e visto i corpi dei miei genitori a terra, privi di vita. Subito dopo quegli uomini vestiti di nero hanno cominciato a rincorrermi, molto probabilmente con l'intento di uccidere anche me.
Sono stanca. Le gambe non riescono  più a reggere il peso del mio corpo. Le energie pian piano mi stanno abbandonando e, se non trovo subito un riparo, quei mostri mi raggiungeranno. Continuo a correre con l'intento di salvarmi e vendicare la mia famiglia. All'improvviso sento dei passi avvicinarsi sempre di più. Aumento il passo, ma cado. Quei pochi secondi passati a terra sono fatali, tanto da far diminuire la distanza tra me e loro. Mi butto contro la porta di una delle tante case del quartiere, e inizio a bussare incessantemente. Una, due, tre, quattro volte e finalmente la porta si apre, così mi fiondo dentro e mi butto sul pavimento stremata.
Inizio a piangere ripensando a tutto quello successo in un'ora. L'ora più brutta della mia vita.
Sento qualcuno inginocchiarsi difronte a me, così alzo la testa incrociando i miei occhi nei suoi. È bellissimo, forse il ragazzo più bello che abbia mai visto.

«Che ti è successo? Stai bene?» mi chiede visibilmente preoccupato.

«T-ti p-prego chiudi a chiave» è l'unica cosa che riesco a dire, avendo paura che loro mi possano trovare.
Lui si alza confuso, ma fa come gli dico per poi tornare nella stessa posizione di prima.

«Allora, mi vuoi dire come ti chiami e cosa ti è capitato?» mi posa delicatamente la mano destra sulla mia guancia sinistra, asciugando  con il pollice le lacrime che continuavano a scendere.

«M-mi chiamo Shin, Kim Shin. Sono scappata di casa perché degli uomini hanno ucciso i miei genitori e hanno cercato di fare lo stesso anche con me. Scusa se sono entrata così di colpo, ma mi avrebbero presa e..»

«Mi dispiace, ma non puoi rimanere» dice con tono freddo alzandosi da terra.

«Come?» chiedo incredula. Lo conosco solo da cinque minuti, non dovrei fidarmi, ma pensavo di poter contare sul suo aiuto.

«Se, come hai detto tu, quegli uomini ti vogliono morta, continueranno a darti la caccia e io non posso rischiare la mia vita per una sconosciuta»

«Ti prego, solo finché non troverò un'altra sistemazione. Ho paura, tanta e non so dove andare»

«E non hai pensato alla polizia? E se ti iniziasse a cercare pensando che sia tu l'assassina?»

«In quel caso me ne andrò e ti lascerò in pace» mi metto in piedi anch'io e mi avvicino a lui, guardandolo dritto nei suoi bellissimi occhi color nocciola.

«E va bene, ma solo per poco. Ora sono troppo stanco e penso anche tu, ma domani scriverò una lista delle regole che dovrai seguire fin quando rimarrai qui»

«OK...grazie. Dove dormirò?»

«Seguimi» è l'unica cosa che mi dice, così mi limito ad ubbidirgli. Saliamo le scale che portano al piano di sopra e apre la prima porta a sinistra.

«Questa sarà la tua stanza. È quella degli ospiti, ma per il momento potrai dormirci tu». È davvero spettacolare. Le pareti sono azzurre con delle sfumature bianche, un armadio enorme, una piccola televisione, una scrivania e infine il letto matrimoniale. Ero abituata anche a meno lusso di così. La mia famiglia non ha mai avuto chissà quanti soldi, quindi mi sono sempre dovuta adeguare. Lo facevo per loro, perché gli volevo bene. Sento le lacrime che minacciano di uscire un'altra volta, ma non glielo permetterò. Devo essere forte e smetterla di piangere.
Mi giro verso il ragazzo che fino ad ora era rimasto dietro di me, poggiato allo stipite della porta.

«Non mi hai ancora detto come ti chiami»

«Jungkook» mi risponde secco. Certo che è strano forte. Non c'è bisogno di essere così bipolare cazzo.

«E..» volevo sapere di più su di lui, dopotutto avrei dovuto conviverci.

«Parleremo domani, ora è tardi. Buonanotte» e prima che potessi rispondere esce dalla camera.

«Notte Jungkook e grazie..» dico in un sussurro.

RUNNING AWAY || Jeon Jungkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora