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Vedeva un'ombra, una figura azzurrina che volteggiava offuscata davanti ai suoi occhi immobili.

Un profumo di rose, candido ed accogliente, aleggiava indisturbato come in una fiaba dal finale principesco.

Era buio tutto intorno, nero pece, un'atmosfera impenetrabile, uno sfondo tinta unita insolito.

Sembrava essere in un buco nero, non potendosi muovere e nemmeno ragionare, tanto incapace di realizzare il luogo e l'orario.

Provò a spostare i suoi arti, accorgendosi di riuscire solo ad ondeggiare goffamente in quello che sembrava un vento caldo.

Si guardò le mani, notandole stranamente bianche e trasparenti poi, si accorse che stesse emanando una sottospecie di luce flebile.

Barcollò in avanti, facendosi strada nell'ombra e borbottando tra sè e sè per quanto poco si vedesse in quel posto.

Cadde improvvisamente a terra, sbattendo malamente le ginocchia e sentendosi obbligato a guardare in una certa direzione, come se lo tenessero legato.

Aguzzò lo sguardo, assottigliando le palpebre finchè, un bagliore accecante non lo costrinse a richiuderle.

Si sentì teletrasportato, scaraventato in una dimensione parallela, quindi, una risata che lui conosceva troppo bene.

Di scatto osservò intorno con i palmi che vagavano confusi ed il respiro mozzato.

Era lui. Era bambino e giocava con una donna dall'aria familiare, la quale, risplendeva dello stesso celeste precedente.

La mora, con i capelli raccolti in una coda lo prese in braccio e lo coccolò, regalandogli piccoli bacini sul naso.

Il bimbo ridacchiò di nuovo e, quel suono, risultò martellante ai timpani di Taehyung come se fosse stato investito dai ricordi.

Nonostante gli sforzi non rammendava nulla di quegli attimi con la ragazza che, a suo detto, sembrava poco più che adolescente.

Il feto si aggrappò alla spalla della più alta piagnucolando; sembrava dolore e delle scosse lo fecero rabbrividire.

Ancora inginocchiato, non perdeva ogni singolo movimento, volendo capire cosa stesse accadendo.

L'infante cambiò il colore dei suoi occhi in una fase demoniaca, venne posato a terra e, sulla figura femminile, vedeva formarsi delle lacrime di commozione.

"La sua prima trasformazione" pronunciò esaltata la donna mentre, tra preoccupazione e felicità, cercava di stare a debita distanza dal pupo.

Il bambino avvertì un'immenso dolore alla schiena finchè non si vide ricoperto di peluria color neve che brillava d'argento al contatto con i raggi del sole.

Zoppicava un po', non abituato a camminare su quattro zampe ma, poco a poco, iniziò a correre ed ululare per il cortile.

Il platino rise alla buffa reazione del piccolo, con le pupille incastonate nel volto colmo di orgoglio della mora.

Il pargolo ritornò alla sua forma iniziale traballando, finendo col cadere a terra.

Era veramente strano che, un'omega, avesse la sua prima metamorfosi a circa due anni, troppo piccolo per sopportare il trauma dato dal cambio di struttura e troppo ingenuo per capirlo.

Malgrado ciò, il feto pareva gioioso, non curandosi dell'accaduto e saltando in grembo alla ragazza.

Una parola flebile ma risultante un urlo, fuoriusci dalle sue labbra minuscole "Eomma" Taehyung era incredulo e pietrificato.

𝗛𝗶𝗺 & 𝗜 ; 𝗄𝗈𝗈𝗄𝗍𝖺𝖾 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora