Taehyung si rigirava in modo scomposto tra i lenzuoli che ricoprivano la sua eterea figura.
Il suo piccolo piano era lì in un angolo remoto del subconscio, pronto ad agire in qualsiasi caso e modo.
Prese tra due dita il lembo del tessuto di cotone giochicchiandoci nervosamente, in attesa del momento giusto, guardandosi attorno e soffermandosi troppe volte su Jungkook.
Il rosso aveva l'abitudine di non indossare la casacca durante il sonno e, cio, faceva intravedere parti del suo corpo muscoloso e rilassato.
Il platino scosse la testa più volte, sperando di non essersi procurato l'ennesimo dilemma da risolvere alla svelta, invano.
Il rigonfiamento all'altezza dell'intimo era presente anche quella sera; sbuffò facendo i viaggi mentali più strani per distrarsi.
Un sorrisino sghembo gli intorpidì l'espressione; non poteva farne a meno, si immaginava in un prato ampio, fili d'erba illuminati parzialmente dal chiarore latteo della luna, il vento piacevole che gli accarezzava le guance.
Posò un'altra volta gli occhi sul minore: era immerso nei sogni, sdraiato a pancia in giù con le braccia che stringevano il cuscino, quasi fosse una preda.
Si leccò le labbra furtivamente e senza voler causare scricchiolii si levò dal materasso, camminando in punta di piedi ed arrivando a toccare il muro.
Si appollaiò sul davanzale, tenendosi in equilibrio con le falangi piantate nel materiale.
I flebili fasci biancastri gli baciavano il viso, attirandolo verso l'esterno come una vocina che ti sussurra alle orecchie, che ti chiama.
Il fruscio delle foglie di quercia, ed altri alberi di cui ignorava la provenienza, riempivano il cupo silenzio.
I ciuffi platinati ricadenti sugli occhi si mossero con l'aria leggera e Taehyung li spostò automaticamente di lato.
Osservava la sconfinata campagna davanti a sè, da cui sbucavano luci del paesello sottostante di cui non sapeva neanche il nome.
Scese da lì, avvicinandosi al più piccolo ed abbassandosi all'altezza del suo volto; gli carezzò poi una guancia, sfiorando ogni curva facesse quell'ovale da cui era tanto attirato.
Un lampo azzurro nel suo sguardo prese il sopravvento e, involontariamente, le loro labbra si sfiorarono "Tae che fai?".
Il nominato balzò indietro, cadendo rovinosamente a terra, soffocando un urlo come se gli avessero appena sparato.
Jungkook, leggermente sconvolto, lanciò ai piedi del letto le coperte e si accostò al fratello.
"C-Cosa.. che hai?" domandò incastonando gli sguardi, vedendo come l'omega stesse tremando prima per lo spavento, poi per la visione propostagli di fronte.
Il rosso era inginocchiato tra le gambe semi aperte del più grande e ciò rendeva tutto meno lucido.
Il diciannovenne rimase incantato dai boccioli di rosa dell'altro, passando poi al suo petto dove fremette come se qualcuno gli stesse facendo il solletico d'improvviso.
L'alpha sorrise sghembo quando un palmo freddo venne a contatto con il suo addome, venendo spinto in modo cauto, tanto da lasciare lo spazio a Taehyung per alzarsi.
Lo bloccò per un polso quando lo vide pronto a saltare verso l'esterno che confinava con il recinto, e gli fece scontrare la schiena contro la parete.
"Adesso mi spieghi cosa ti è preso" il tono basso ed il modo autoritario con cui lo aveva detto fece eccitare oltremodo il platino.
Un'ennesino bagliore color mare lo spinse a poggiare entrambe le mani sugli addominali del minore, facendo scorrere le stesse verso l'alto fino a portarle dietro al collo.
Ora, era Jungkook ad avere fissi gli occhi sulle carnosità del più basso: le desiderava, le voleva sentire su di sè e sulle sue quindi, cinse la vita stretta del maggiore con gli arti superiori.
Taehyung, non volendo e non potendo tirarsi indietro lo provocò "Cosa stavo facendo dici" passò le dita tra i capelli spettinati sulla nuca dell'altro.
Si morse il labbro inferiore, scoccandogli un'occhiata provocatoria, cosa che fece vedere le stelle al più alto.
L'omega si sbilanciò verso il viso chiaro del minore, premendo poi le labbra su quelle del ragazzo con prepotenza.
Il suo lupo scalpitava all'interno dell'anima, gioendo per il momento e facendolo bruciare da fiamme interne.
L'alpha ci mise pochi secondi a ricambiare il bacio e, prima che potessero capirlo, da bisognoso era diventato bagnato e rude.
Gli organi tattili viaggiavano sotto la casacca, tastando il ventre piatto e piacevole del più basso, come se le falangi potessero contemplare quel corpo delicato.
Si sciolsero per un secondo, ammirandosi finchè Taehyung, vedendo la posizione in cui era e la bocca rossa e lucida di Jungkook, si svegliò dal suo stato di trance.
Si spostò bruscamente, sgranando le palpebre "Cosa stavamo facendo?!" mormorò, ma, quel sussurro giungeva come un grido.
Il più alto cercò di riprendere in mano la situazione "Tae, tranquillo, lo volevamo entrambi, è stato solo-" lo bloccò a metà frase "È stato solo, un corno!" esclamò sottovoce, spintonando il rosso.
"Kook ci siamo limonati per la miseria" camminava avanti ed indietro per la stanza, mordendosi le unghie per l'agitazione.
"E-E non vorrai dirmi che non ti è piaciuto. Sei stato tu ad iniziare!" ribattè il più piccolo, fermandolo per le spalle.
"È questo il punto" lo sguardo quasi terrorizzato del platino rifletteva il suo stato d'animo; era come una pedina della dama, potendosi muovere solo in certe direzioni e dovendo subirne le conseguenze.
"Io lo volevo, da tanto tempo" prese a coppa la gota dell'altro "Ma è sbagliato" scosse la testa "Tutto questo è assurdo" chinò il capo guardando le tavole del pavimento.
"Prometti di non dirlo a nessuno" disse poi, stabilendo un nuovo contatto visivo "Cosa?" chiese dubbioso l'alpha "Questo".
Le labbra del più basso cercarono per un'ultima volta le sue, lasciandogli un casto tocco a stampo prima di scomparire.
Si trasformò nell'animale che controllava la sua vita e prese a correre in mezzo ai pini neri e minacciosi.
Il pelo candido ondeggiava per la velocitá con cui le sue zampe si infrangevano nel terreno, sentendo la libertà addosso ed il cuore pesante.
Aveva ceduto, si era abbandonato ai suoi bisogni non pensando al fratello, il quale, lo aveva assecondato senza problemi.
Era terrorizzato dalla questione, da ciò che sentiva verso di lui e dal fatto che ricambiasse.
Corse finchè i suoi quattro arti glielo permisero, finendo con l'acasciarsi al suolo, respirando affannosamente e ritornando alla forma umana.
Strinse la maglia all'altezza della cassa toracica mentre si alzava, spazzandosi di dosso la polvere.
Osservò il cielo che si stagliava tra i rami colmi di aghi; la notte lo rincuorava, era sempre stato così, era legato ad essa ed alla figura che si celava dietro il cerchio bianco che gli illuminava il cammino.
"Dove credi di andare" una voce lo distolse dai suoi pensieri, ispezionò i dintorni sino a che non scorse la figura mascolina di Jungkook appoggiata ad un tronco.
"Yah, smettila di seguirmi" sbuffò allontanandosi "Non ti sto seguendo" sembrava essersi volatilizzato davanti agli occhi azzurri del più basso.
"Ah no?" lo spostò di lato, continuando a camminare per conto suo, con i battiti accelerati e la testa che credeva di scoppiare.
"No" rispose il rosso passati pochi secondi "Chi ha detto che questa non era una mia idea?" lo interpellò poi, assistendo al suo cambiò repentino d'espressione.
"E-Eh?" possibile che "Era quello che ti volevo dire questo pomeriggio, prima che scappassi di sopra" constatò incrociando le braccia "Non sei l'unico a voler scappare Taehyungie".
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-yeh
Questo capitolo non mi piace neanche un po' :D

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𝗛𝗶𝗺 & 𝗜 ; 𝗄𝗈𝗈𝗄𝗍𝖺𝖾
Fanfiction[𝙠𝙤𝙤𝙠𝙩𝙖𝙚 ! 𝙤𝙢𝙚𝙜𝙖𝙫𝙚𝙧𝙨𝙚] - 𝖮𝗋𝖺 𝗌𝗉𝗂𝖾𝗀𝖺𝗆𝗂 𝗉𝖾𝗋 𝗊𝗎𝖺𝗅𝖾 𝖺𝗌𝗌𝗎𝗋𝖽𝗈 𝗆𝗈𝗍𝗂𝗏𝗈 𝗂𝗅 𝗅𝖾𝗀𝖺𝗆𝖾 𝖼𝗂 𝗁𝖺 𝗌𝖼𝖾𝗅𝗍𝗂 𝖩𝗎𝗇𝗀𝗄𝗈𝗈𝗄. - 𝖯𝖾𝗋𝖼𝗁𝖾̀ 𝗍𝗎 𝗌𝖾𝗂 𝖿𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝖫𝗎𝗇𝖺 𝖾𝖽 𝗂𝗈 𝖽𝖾𝗅...