Avevano perso il senso dell'orientamento, camminavano tra ramoscelli rotti e foglie cadute da qualche decina di minuti ormai.
Volevano esplorare i dintorni, trovando però, sempre alberi e foresta intorno; una distesa immensa di verde scuro copriva la volta celeste, non potendosi nemmeno affidare alle stelle.
"Bene" soffiò Jungkook "Cosa hai intenzione di fare?" si sedette su un macigno, divaricando le gambe e poggiandoci sopra i gomiti.
"In che senso scusa?" arricciò il naso il platino, lanciando un piccolo sasso nel prato "Ci siamo persi non capisci?" lo schernì il più alto, alzandosi per andargli incontro.
"Una strada la troveremo" fece spallucce l'omega, non accorgendosi del braccio che gli stava avvolgendo le spalle "N-Non toccarmi" si spostò di un centimetro, indignato.
In realtà il rosso non sapeva quanto Taehyung avrebbe voluto che lo abbracciasse, che lo tenesse per mano, che lo toccasse perchè la sua pelle ancora bolliva dell'impronta digitale dell'alpha.
Il più piccolo non capiva quanto l'altro avrebbe voluto fregarsene di tutti, baciarlo e continuare, sfiorarsi fino a sciogliersi in un corpo solo.
Jungkook non aveva idea di quanto il platino fosse confuso dalla forte attrazione per lui ma, all'opposto, volevesse tenerlo solo per sè.
Perchè aveva ancora le labbra che sapevano di lui, di un gusto dolce amaro, che ami ed odi allo stesso tempo, che adori e vorresti ripudiare.
Ecco cosa succedeva dentro la cassa toracica di Taehyung: un treno colmo di emozioni investiva i suoi principi con poca forza, sbaragliando tutti i muri e le protezioni che si era costruito in anni di vita.
La sua sicurezza lo aveva lasciato quando, sulla schiena, gli erano spuntate due ali, due oggetti preziosi che avrebbe potuto usare se solo avesse compreso come.
Quindi le nascondeva, immergeva quello che era sè stesso in regole, rimpianti, azioni bloccate a metà, desideri sbagliati e crepe nell'anima.
In quel momento, rimuginando su ciò, si accorse che, forse, non stava vivendo secondo ciò ch'era la sua mente.
Bloccato in casa, tra mura sudice e rotte, camminando su assi di legno barcollanti, finestre inesistenti; vivendo nell'ignoranza di non conoscere e comprendere le basi di un cittadino facente parte di un branco.
Lanciò un altro oggetto puntuto verso un'improbabile direzione, guardandolo rimbalzare per poi sprofondare tra i fili neri della notte.
Forse era come quel sassolino: stava saltando tra le corde che lo tenevano legato, sino a dover inevitabilmente toccare il fondo e rimanerci.
Sospirò, ritirando il braccio e guardandosi i piedi quando udì uno scricchiolio: passi.
"Hai" si bloccò indicando un tronco "Hai sentito Kook?" chiese tenendo lo sguardo fisso nello stesso punto, assottigliando le palpebre.
"Cos-" le parole gli morirono in bocca quando sentì qualcosa muoversi "Tae, qui" d'istinto si spostò davanti al fratello, tenendo un palmo all'indietro.
"Stai fermo" ripetè avanzando cautamente, abbassandosi man mano che implicava un passo in avanti.
"Chi cazzo sono" sbottò a bassa voce, seguendo cautamente i fruscii ed i sospiri, i quali, parevano di loro simili.
"K-Kookie.." si lasciò scappare Taehyung, preso dal panico "S-So proteggermi da-a solo" tremò sia per le parole pronunciate che per l'adrenalina che gli attraversava la spina dorsale.
Il nominato sorrise sotto i baffi per il nomignolo, senza perdere concentrazione "Cretino" una voce nasale giunse alle loro orecchie.
Si accovacciarono, nascondendosi tra gli arbusti per captare qualsiasi brusco movimento o, in caso, attaccare per difendersi.
"Te l'avrò detto mille volte che correre non è il mio forte" parlò di nuovo, respirando affannosamente "Stronzo non ridere" guardò con la coda dell'occhio un altro individuo.
"Dai Hobi, non prendertela" scoppiò in una risata l'altro, che, i due, potevano scorgere fosse poco più alto del nominato.
Il rosso scuro si acasciò sul tronco di un albero "Se stavolta muoio è colpa tua" puntò il dito verso il bruno.
"Non ti sembra di esagerare?" sorrise beffardo lo sconosciuto "Abbiamo fatto solo una corsetta notturna" si accovacciò di fianco all'amico, alzando il volto, contemplando i fitti rami che s'intagliavano in quella bolla di promesse e sogni quali erano le stelle.
Taehyung, erroneamente, si sgranchì la gamba, infatti, cominciava a fargli male con il passare del tempo.
Jungkook lo fulminò con lo sguardo "S-Scusa" ricevette in risposta, e ciò, fece allarmare i due ragazzi comodamente sdraiati.
"Qualcuno ha parlato" affermò deciso Hoseok, alzandosi e seguendo il leggero suono di quella voce calda che aleggiava nell'aria.
"Cosa, non c'è nessuno qui" sbuffò Namjoon, spolverandosi il sedere per poi seguire il più grande.
"Io non direi" sorrise non appena notò una chioma platinata sbucare lentamente, come se dovesse costituirsi per una malefatta.
"Hey, ciao, chi sei?" domandò il maggiore gentilmente, venendo atterrato da un'altra figura.
Mugulò di dolore sentendo la nuca sbattere violentemente a terra "Ma che sei matto?!" esclamò al rosso che lo aveva colpito in piena faccia.
"Cosa volete?!" gridò l'alpha con il pugno pronto "N-Nulla, ci stavamo d-divertendo" mormorò la vittima deglutendo rumorosamente "Siamo a-amici" la voce scossa.
"E levati, lascialo stare" intervenì il più alto tra tutti, scrollando Jungkook dal ventre del beta, squadrando da capo a piedi i nuovi arrivati.
Il minore tra tutti rimase all'erta, in quanto, l'istinto gli dicesse di proteggere suo fratello "Ricominciamo da capo" si schiarì la voce il più saggio "Namjoon, branco Saebyeog" tese la mano.
"Ho-oseok" si massaggiò la spalla dolorante "Stesso branco suo" ricevette uno schiaffetto "Ahia! Che c'è?!" borbottò confuso quando vide il bruno fargli cenno di allungare il braccio.
Strinsero entrambi i palmi presentandosi "Taehyung" indicò sè stesso l'omega "e Jungkook, non apparteniamo ad un branco" ciò suscitò lo stupore generale.
"Ma.. è impossibile" si picchiettò un dito sul mento Namjoon, ragionando intensamente e frugando tra i ricordi perchè, era molto strano che due persone particolari come loro sbucassero fuori all'improvviso.
Il platino scosse la testa "Viviamo con nostro padre da quando siamo nati e non ci ha mai fatti uscire di casa" spiegò con una punta di rabbia "Quindi siamo fuggiti" finì con un timido sorriso.
Il bruno ed Hoseok crearono un contatto visivo che parlò da sè, perplessi dalla situazione e forse sapendone la causa ma decisero di oltrepassare l'argomento.
"Beh benvenuti a Saebyeog" si avvicinò di poco il maggiore tra i tre, abbracciando amichevolmente Taehyung.
Si voltò nella direzione dell'alpha "Posso?" quello sguardo tagliente durante la stretta con il più basso lo aveva fatto rabbrividire.
Ricevette un cenno positivo del capo e, con riluttanza, mise le braccia attorno al busto di Jungkook.
"Venite" li esortò poi Namjoon; passeggiarono chiaccherando per una decina di minuti, inciampando in vari punti e meravigliandosi della bellezza inesplorata di alcuni luoghi nella foresta.
Scoprirono che i conoscenti erano già adulti e maturi: uno di loro divideva l'abitazione con un partner mentre l'altro era ancora alla ricerca.
"Questa è la nostra casa" spostò dei rami la mano gentile del rosso scuro, scoprendo un panorama tutto nuovo per gli occhi.
"Che ne dite? Facciamo un giro?"
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- pure questo capitolo non mi piace :(
Ho ricontrollato di fretta scusate
È corto I know ;-;
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𝗛𝗶𝗺 & 𝗜 ; 𝗄𝗈𝗈𝗄𝗍𝖺𝖾
Fanfiction[𝙠𝙤𝙤𝙠𝙩𝙖𝙚 ! 𝙤𝙢𝙚𝙜𝙖𝙫𝙚𝙧𝙨𝙚] - 𝖮𝗋𝖺 𝗌𝗉𝗂𝖾𝗀𝖺𝗆𝗂 𝗉𝖾𝗋 𝗊𝗎𝖺𝗅𝖾 𝖺𝗌𝗌𝗎𝗋𝖽𝗈 𝗆𝗈𝗍𝗂𝗏𝗈 𝗂𝗅 𝗅𝖾𝗀𝖺𝗆𝖾 𝖼𝗂 𝗁𝖺 𝗌𝖼𝖾𝗅𝗍𝗂 𝖩𝗎𝗇𝗀𝗄𝗈𝗈𝗄. - 𝖯𝖾𝗋𝖼𝗁𝖾̀ 𝗍𝗎 𝗌𝖾𝗂 𝖿𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝖫𝗎𝗇𝖺 𝖾𝖽 𝗂𝗈 𝖽𝖾𝗅...