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Percorreva lentamente la strada del ritorno alla sua fetida e diroccata abitazione. Calciava qualche sasso senza troppa forza, quella necessaria per farli ruzzolare giù dalla collinetta e, aguzzando l'udito, sentire il rumore atutito dell'acqua che inghiottiva quei doni, depositandoli sul letto dello stesso. Il continuo scorrere del fiume sottostante lo rilassava, gli scioglieva i muscoli e lo incitava a respirare a pieni polmoni. Quell'acqua calma lo cullava come se fosse il luogo ove depositare tutti i suoi pensieri più profondi e lasciarli scivolare via.

Una goccia lungo il collo, una sulla guancia e poi sul terreno sottostante. La pioggia lo aveva colto impreparato ma, finchè la situazione non si sarebbe fatta più ardua, una pioggerellina autunnale non gli sarebbe dispiaciuta; anzi, decise di scendere al corso cristallino ed accovacciarsi a pochi centimetri dal suo piccolo bacino. Nel compiere quell'azione il ciondolo cadde dalla tasca, finendo a coronare uno dei molteplici massi presenti, questo di moderate dimensioni. Si sporse, tendendo un braccio e ficcando le unghie dell'altro salde alla riva. Non era sua intenzione farsi il bagno in quel momento. Perse per un attimo l'equilibrio, graffiandosi le dita con lo spigolo della roccia, riuscendo successivamente ad aggrapparsi ad essa e sfilare la collana. Cadde seduto sull'erba dietro di sè con il pugno stretto ed un sospiro di sollievo a creare la sua personale aura attorno al platino. Aprì il palmo notando del sangue colare dai suoi polpastrelli. Inclinò il capo senza fare nulla, rimanendo a contemplare il suo percorso lungo il polso quando qualcosa di insolito lo attirò: l'estremità del ciondolo, ove, su consiglio di Hoseok, aveva barattato i pochi risparmi con un minerale, prese a luccicare. L'Olvina, dal suo colorito verde oliva divenne di un celeste splendente, brillando pochi secondi per poi affievolirsi. Alzò dubbioso il naso al cielo, scorgendo lo stesso particolare in quel grande cerchio latteo.

Spaventato, sobbalzò facendo finire la pietra preziosa tra i ciuffi ed i rami bagnati. Sgranò gli occhi dando un'ultima occhiata alla Luna -ritornata nel frattempo quella di sempre- mentre nuvole grigie la oscuravano. Ancora incredulo si inginocchiò per cercare il cristallo, raccogliendolo delicatamente ed accarezzandone la superficie. Il caratteristico colore era oscurato dalle tenebre della notte ma non vi era più nessun accenno al paranormale, se non una semplice pietra con proprietà straordinarie.

- Questa ti aiuterà a trovare la luce interiore, la tua guida, togliendo di mezzo dubbi e paure.

Si levò spolverandosi le ginocchia dal fango, rimettendo in tasca l'oggetto ed allontanandosi da quello spiazzo illuminato da un fascio biancastro e tenue. Si guardò un'ultima volta all'indietro, ancora confuso e traumatizzato mentre i suoi passi si facevano maggiormente distratti e veloci.

- Sarà uno scudo protettivo per la tua gioia e  per ciò che ti rende felice.

L'assordante silenzio produceva più chiasso delle sue stesse condense di pensieri. Solo una vocina acuta spiccava tra esse, rammendando a Taehyung fosse del negoziante che gli aveva ceduto una parte dei suoi prodotti, uno dei più importanti.

- Indossala e ti guiderà verso la retta via. Ti insegnerà a trovare il tuo ruolo in questo mondo fatto di riti e destino.

Così diceva mentre allungava le mani verso quelle di Taehyung, prendendole a coppetta e racchiudendole tra le sue con l'Olivina in esse. Gli aveva sorriso dolcemente, tradito però, dal suo sguardo indagatore. Sembrava stesse calcolando l'esistenza del biondo luna, lasciando successivamente andare i suoi palmi e scostandosi un ciuffo grigio dalla fronte. Il platino non aveva scordato l'incredibile concentrazione che il ragazzo, circa della sua età, metteva nell'armeggiare con boccette, polveri e cristalli. Pareva un'enciclopedia vivente. Un giovane dall'immensa capacità di ricordare particolari e difetti di qualsiasi persona, libro, anima o oggetto. Un talento come il suo non aveva mai avuto la fortuna di incontrarlo, altrimenti, avrebbe occupato un notevole spazio della sua confusione cranica.

- Ogni spirito della Natura ti parlerà, si confiderà con te.

Continuava a raccontare per poi socchiudere le palpebre e pronunciare una frase che aveva intimorito notevolmente Taehyung:

- Perchè in te non scorgo il semplice sangue di un'omega.

Aveva parlato con tanta serietà quanta dolcezza. Con il desiderio di far carpire al suo interlocutore il significato della sua ultima uscita, prese a far scorrere il cuscinetto pallido dell'indice lungo la vena principale dell'arto superiore destro, finendo col disegnare uno strano simbolo al centro del palmo ambrato. Il platino non aveva smesso di caricarsi d'ansia a causa dei gesti ambigui del venditore, fino a quando non sentì premere quel particolare punto dalla falange del grigio, nel momento in cui la sua visuale venne coperta istantaneamente da un piccolo specchio. L'oggetto riflettè i classici tratti quasi femminili e quello che, mentre ormai correva nella direzione di casa, gli stava affollando la testa peggio di un treno in corsa: i suoi occhi viola.

Taehyung inciampò nell'esatto istante in cui gli si palesò di fronte la scena di poche ore fa. Respirò affannosamente, provando ad alzarsi a stento per la caviglia slogata e le gambe sfregiate dai rovi. Prese come appiglio un ramo d'albero abbastanza basso, sollevandosi tra sudore e pioggia, imprecando a gran voce per l'impossibilità di camminare in fretta. Legò il ciondolo al collo, non sapendo dove posarlo per poi decidere di fare un ultimo ed azzardato tentativo; la figura fradicia di un lupo bianco prese a correre, guaendo ogni tanto e voltandosi più volte alle sue spalle come se scappasse da anime che lo perseguitavano.

Il tratto, fortunatamente, non fu lungo, infatti Taehyung vide in lontananza l'abitazione dopo pochi secondi di corsa disperata. Balzò nella finesta, raggiungendo la camera del fratello in un batter d'occhio. Riprese la forma normale, stramazzando immediatamente sul pavimento instabile, sentendo i polmoni bruciare e la caviglia pulsare. Jungkook si girò di scatto avendo udito un tonfo a terra, terrorrizzato nel vedere il suo compagno ridotto in quelle condizioni.

- Taehyung! - esclamò, seppur sottovoce, inginocchiandosi alla sua altezza e cercando di capire cosa fosse successo - Tae guardami! - ripetè alzandogli il viso con due palmi e schiaffeggiandogli delicatamente una guancia per farlo riprendere. - Tae che hai fatto!? - mormorò ancora, stupito dalle condizioni di quest'ultimo. Si allarmò maggiormente quando notò le palpebre del suo compagno serrarsi straziate e stanche, cercando riposo. Infatti, udiva il suo nome sempre più ovattato e le parole del moro non giungevano completamente ai suoi padiglioni auricolari.

- S-Stringimi, ho freddo. - fu l'ultima frase che sussurrò prima di perdere conoscenza. Ma, Jungkook, preso dal panico, non si accorse che l'Olivina si era illuminata al collo del platino, emarginando le ferite e rimettendolo in forze.

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- credo che questo capitolo sia palesemente orribile but enjoy! :D

𝗛𝗶𝗺 & 𝗜 ; 𝗄𝗈𝗈𝗄𝗍𝖺𝖾 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora