I wished to see you every single day.Jungkook non aveva molti amici. Non era molto socievole. Ma comunque ne aveva un po' e li considerava vicini come una famiglia. Chiunque sano di mente sapeva che fare del male a uno qualsiasi degli amici di Jungkook significava scavarsi la fossa da soli. Nonostante ciò tre ragazzi pensarono che sarebbe stato divertente fare lo sgambetto ad Hoseok mentre stava andando ad una delle aule studio del college.
"Jungkook," Hoseok inseguì il ragazzo mentre scendeva le scale con passo pesante, la rabbia che gli ribolliva nel petto ogni volta che guardava il gesso intorno alla mano di Hoseok. "Jungkook per favore, sto bene."
Yoongi sorrise e trattenne Hoseok per le spalle, fermandolo dal correre dietro al ragazzo più giovane che aveva chiaramente deciso cosa doveva fare. A differenza di Hoseok, a Yoongi piaceva il fatto che quelli che si erano permessi di fargli del male ora avrebbero sperimentato la collera di Jungkook.
"Yoongi digli di non picchiarli per favore. Yoongi lui-"
Yoongi zittì Hoseok con un leggero bacio sulla guancia. L'altro si arrese alla sua presa e si abbandonò tra le sue braccia. Se qualcuno era anche solo lontanamente spaventoso quanto lo era Jungkook, questo era Min Yoongi. Era esile, certo, ma questo non lo aveva fermato dall'essere il capitano della squadra di basket. Attualmente si stava diplomando in psicologia, una materia che tutti consideravano "perfetta per Yoongi". Il ragazzo aveva il sorriso più bello del mondo ma era difficile che qualcuno al di fuori della sua stretta cerchia di amici lo avesse mai visto. Giravano voci che Min Yoongi non avesse mai sorriso dopo la sua infanzia.
"Non li picchierà Hobi," Yoongi sussurrò. "Non glielo lascerò fare. Li spaventerà solo quel che basta perché questo non succeda mai più, non preoccuparti."
Yoongi e Jungkook erano legati, molto legati. Probabilmente perché entrambi avevano così tanti tratti in comune, o magari perché entrambi sentivano il bisogno di difendere coloro che amavano quando questi non ci riuscivano. Per questo Yoongi capiva Jungkook su un livello spirituale.
Jungkook trovò due dei tre ragazzi vicino la mensa. Una leggerissima spinta al petto ed entrambi sembravano sul punto di farsela sotto.
"Avvicinatevi ancora ad Hoseok o ad uno qualsiasi dei miei amici," disse Jungkook con i denti serrati, " e vi farò vedere di cosa sono capace."
Sapendo che i due ragazzi avrebbero trasmesso il messaggio al terzo, Jungkook lasciò la mensa senza preoccuparsi di girarsi a guardarli andarsene. Aveva bisogno di due grandi tazze di caffè. Aveva dovuto passare la notte in bianco il giorno prima per poter terminare il suo progetto di arte. E la mancanza di sonno rendeva Jungkook irritato e sfinito. Entrò in uno dei bar lungo la strada di Hongdae. Il campanello suonò quando entrò e l'odore del caffè lo investì come un camion. Il bar (Jungkook non si era preoccupato di controllare il nome) non era molto affollato. Sembrava come ogni altro bar, con piccoli quadri lungo i muri in legno, tavoli comodi e sedie posizionate a tema rustico, un piccolo giornale e un portariviste all'angolo...
E Jimin.
Jungkook sbatté le palpebre stupidamente mentre guardava la bocca di Jimin muoversi. Jimin era in piedi proprio di fronte a lui. Jimin indossava un grembiule che adornava il suo corpo esile in modo perfetto. Jimin... lavorava qui?
"Uhm... ciao?" Ci volle un intero minuto prima che Jungkook realizzasse che era Jimin ad avergli parlato.
"Hey," Jungkook finalmente rispose quando tornò in sé. "Scusami, mi ero distratto. Non sapevo lavorassi qui. Sono stato colto un po' alla sprovvista."
Jimin sorrise e Jungkook desiderò morire. "Cosa posso portarti?"
"Due tazze della cosa più forte che avete." rispose Jungkook, prendendo i soldi dal portafoglio e mettendoli sul tavolo quando sulla cassa apparve il prezzo dei drink. "Caffè tostato leggero alla vaniglia? E' il drink più forte qui?"
Jimin scosse la testa prendendo i soldi e diede il resto. "E' salutare. La vaniglia ti aiuterà a calmarti e la tostatura leggera non fa così male al corpo."
Jungkook fissò Jimin senza parole. Se solo Jimin sapesse che c'erano altre cose che facevano del mare al suo corpo. "Lo farai tu?"
"Scusa?" Jimin aggrottò le sopracciglia. Jungkook pensò che era davvero adorabile.
"Preparerai tu il mio caffè? Voglio che sia tu a farmelo."
Jimin squadrò il ragazzo di fronte a sé. Era vestito con dei jeans stretti neri strappati alle ginocchia e un giacchetto nero degli Yankees. Aveva le occhiaie, probabilmente non aveva dormito abbastanza la notte precedente, dedusse Jimin. Di solito lui puliva le tazze, le tazzine e i piatti e prendeva gli ordini. Quel giorno lavorava in cassa perché uno dei commessi era in malattia. Non aveva mai preparato del caffè lì prima. Comunque sorrise e annuì al ragazzo davanti che aspettava una risposta.
"Certo. Lo farò io. Il tuo nome?"
"Jungkook. Jeon Jungkook."
A Jimin il nome piacque. Mentre si girava per andare in cucina, Jungkook si sedette pensando al nome del ragazzo che al momento gli stava preparando il caffè. Sulla targhetta c'era scritto Park Jimin.
Park Jimin.
Anche il suo nome era bello. Come lui del resto.
Quando Jimin tornò con la bevanda, attese che Jungkook prendesse un sorso e urlò di gioia quando il ragazzo si complimentò dicendo che era delizioso; Jungkook si ritrovò a sorridere. Park Jimin era adorabile. Sembrava felice, al contrario del giorno in cui Jungkook lo aveva trovato nello scenario peggiore piangendo a dirotto.
"Verrò qui ogni giorno," biascicò Jungkook, facendo sì che Jimin lo guardasse confuso. "Verrò ogni giorno. Per bere questa roba incredibile che fai, come anche per vedere te."
Il bel rossore che dipinse le guance di Jimin rese tutto ciò che aveva detto degno di essere stato detto. Jungkook sorrise quando vide Jimin urtare uno sgabello mentre tornava dietro la cassa, felice di sapere che le sue parole lo avevano raggiunto fino a quel punto.
Chiunque fosse Park Jimin, Jungkook lo voleva conoscere. Voleva che il ragazzo fosse suo amico. Voleva sapere tutto ciò che c'era da sapere su di lui. Così fece una promessa a sé stesso. Avrebbe trovato il tempo di tornare lì ogni giorno.
Uscendo, Jungkook si assicurò di leggere l'insegna del bar.
Café Serendipity.
Jungkook sorrise.
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strawberries and cigarettes // jikook
Fanficdove jungkook ama le giacche in pelle e i tatuaggi e jimin è un ragazzo innocente troppo gentile per questo mondo. © jikookiejar translated by dafxve