at that time I was so grateful to have you by my side.
Jimin stava avendo una giornata terribile a lavoro. Era entrato un cliente particolarmente maleducato e aveva chiesto a Jimin di leggergli l’intero menù, per poi ordinare solo una cioccolata calda grande e un frappè arcobaleno da asporto che dovevano essere servite entro due minuti. Come se non bastasse Jinsoo non si era presentato a lavoro quel giorno e Jimin era anche occupato con la cassa. Era difficile conciliare il tutto ed era sul punto di crollare.
“Sono già passati venti minuti, potrei per favore avere la mia cioccolata?” La voce del cliente raggiunse Jimin e il ragazzo guardò incredulo il suo orologio. Erano passati solo cinque minuti.
“Sì, signore. Le sue bevande sono pronte.” Jimin parlò nel modo più calmo possibile mantenendo la calma mentre camminava verso il tavolo con le bevande in mano su un vassoio. Posò il vassoio cautamente sul tavolo e quando il cliente prese un sorso fece per andarsene, ma una mano che sbatté sul tavolo lo fece sussultare per la sorpresa e si girò.
“Questa cioccolata calda è la peggiore che io abbia mai bevuto in vita mia. E considerando quanto ci hai messo per preparare questa cioccolata di merda, dovresti essere licenziato.”
Jimin si accigliò e lanciò un’occhiata alla barista che l'aveva preparata. Questa scrollò le spalle e fece segno a Jimin di occuparsi del cliente. Jimin sospirò e si inchinò educatamente.
“Le mie scuse, signore. Chiederò di farne preparare un'altra se questa non le piace-”
“Per poi chiedermi di pagarla, giusto?” Il cliente ora era in piedi e Jimin istintivamente per via della sua altezza fece un passo indietro.
“Offre la casa, signore. Ci scusiamo per l’inconveniente-”
“Ci? Sei solo tu ad essere inutile. Tutti gli altri sembrano star facendo un ottimo lavoro qui. Al contrario tu ci metti così tanto a portarmi la mia bevanda e la prepari di merda. Chi ti fa lavorare qui?”
“Io prendo solo gli ordini, signore.” Jimin parlò con tono sommesso. I suoi occhi erano fissi sul cliente di fronte a lui così non notò Jungkook, Yoongi e Hoseok entrare. “Non preparo io le bevande.” Si inchinò ancora. “Gliene porto un’altra.”
Jimin era rimasto profondamente ferito dalle parole che aveva sputato quel cliente in modo così irrispettoso senza ragione. In ogni caso decise di comportarsi da adulto e di continuare a svolgere il suo lavoro. Pensava di aver gestito la situazione abbastanza bene. Finché non si sentì la pelle bruciare per la scottatura e l’odore della cioccolata calda si alzava dai suoi vestiti. I suoi colleghi lo guardarono con occhi sgranati mentre il ragazzo trasaliva e negli occhi gli si formarono delle lacrime. Si fecero automaticamente avanti per difendere Jimin e dire al cliente di andarsene ma prima che potessero raggiungerlo una mano afferrò la maglia dell’uomo e lo trascinò fuori dal bar.
“Come ti permetti?” La voce sembrava così feroce che i colleghi di Jimin decisero di restare indietro e osservare l’evolversi degli eventi. “Hai superato il limite qui. Togliti dalla mia vista prima che io chiami la polizia per maltrattamento.”
Il cliente girò i tacchi e corse via di lì e il ragazzo che lo aveva fatto andare via si precipitò da Jimin. Yoongi e Hoseok avevano già trascinato Jimin in bagno per aiutarlo a pulirsi ma si fecero un po' indietro quando entrò Jungkook. Hoseok aveva aiutato Jimin a togliersi il grembiule e la maglia e ora il ragazzo sedeva sul pavimento con la schiena appoggiata contro il muro con indosso solo degli skinny jeans e delle scarpe da ginnastica consumate. La testa era posata sulle ginocchia dove piangeva silenziosamente.
“Stupido,” Hosek sussurrò piano a Jungkook, spingendo il ragazzo verso Jimin e indicando la sua giacca.
Jungkook inciampò quando si tolse la giacca per poggiarla gentilmente sulla schiena scoperta di Jimin. Jimin tirò su con il naso e alzò lo sguardo con gli occhi lucidi e Jungkook sentì come se qualcuno avesse preso un martello e gli avesse frantumato il cuore in mille pezzi. Yoongi passò a Jungkook il suo zaino e lasciò il bagno con Hoseok per dar loro un po’ di privacy. Gli occhi di Jungkook esaminarono il rossore della pelle di Jimin prima di realizzare che il ragazzo era stato inzuppato di cioccolata calda. Tirò fuori velocemente l’asciugamani dallo zaino e lo bagnò prima di passarlo sulle zone arrossate della pelle di Jimin.
“Me ne porto sempre dietro uno nello zaino,” disse e Jimin lo guardò curioso. “Per lavarmi via il colore dalle mani. Frequento l'indirizzo di arte.” Rivolse un sorriso gentile a Jimin e questo sentì la sua preoccupazione alleviarsi. “Sai, le mie nocche non vedevano l'ora di incontrare la sua faccia per quello che ti ha fatto.”
Jimin sentì una lacrima solitaria tradire i suoi occhi e scendergli giù per la guancia ma prima che potesse raggiungere lo zigomo, la punta di un dito la raccolse e degli occhi neri la fissarono brillare alla luce.
“Lacrime umane, sono preziose.” disse Jungkook a bassa voce, arruffando i riccioli biondi di Jimin con qualcosa simile all’affetto. “Le tue in particolare. Non sprecarle per persone del cazzo che non se le meritano.”
Jungkook fu scioccato quando Jimin di strinse forte alla sua maglia e gli passò esitante un braccio intorno alle spalle. Jungkook sospirò rilassandosi nell’abbraccio e avvolse con le sue braccia il ragazzo più esile. Non si conoscevano da molto ma Jungkook si stava affezionando a Jimin velocemente e molto facilmente.
Quando Jungkook sentì quanto piccolo fosse il corpo di Jimin se paragonato al suo, avvertì il bisogno incontenibile di difenderlo da ogni tipo di male. Forse era per il modo in cui il corpo di Jimin si incastrava nel suo più largo. O forse era perché Jimin era sembrato così vulnerabile, quasi come se fosse stato lì per crollare, e quello a Jungkook non andava bene in ogni caso.
“Sono così felice che tu sia venuto,” farfugliò Jimin piano sulla scapola di Jungkook. “Sono così felice che tu sia qui. Sono così felice che tu sia sempre qui Jungkook-ah. Sono- sono così felice di averti incontrato.”
Le sue parole furono seguite da un’altra nuova serie di lacrime che bagnarono la t-shirt blu navy di Jungkook formando una macchia scura su di essa. Ma a Jungkook non sembrava interessare minimamente. Al contrario, si portò la testa di Jimin più vicino alla sua spalla così che lui potesse appoggiarsi su di lui e piangere il più comodamente possibile.
“Lo so,” sussurrò Jungkook così piano che Jimin non riuscì a sentire. “Lo so. Sono felice di averti incontrato anche io.”
Le sue dita accarezzavano abilmente la testa di Jimin, con le punte metteva in disordine le ciocche biondo chiaro incredibilmente morbide. Jungkook era una persona molto irascibile di solito ma stare così con Jimin gli portò una grande pace. In qualche modo la presenza di Jimin vicino sembrava rendere la sua vita migliore e più luminosa.
“Io ci sarò sempre,” un altro sussurro che non raggiunse le orecchie di Jimin così che lui potesse decifrare le parole. Ma Jungkook aveva pronunciato quelle parole più come una promessa silenziosa a sé stesso.
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strawberries and cigarettes // jikook
Hayran Kurgudove jungkook ama le giacche in pelle e i tatuaggi e jimin è un ragazzo innocente troppo gentile per questo mondo. © jikookiejar translated by dafxve