Capitolo Sei

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-Potreste lasciarmi un'attimo da sola? Ho bisogno di...-

-Certo. Vai- Mi risponde subito Stefan. Si allontanano dalla porta e si siedono sui gradini.

Ed eccomi qui, a casa mia. La casa dove fino a qualche mese fa abitavo, la casa dove vivevano anche i miei genitori. Se un tempo era luminosa, viva e allegra ora sembra spenta, triste. Sembra la casa del nulla. Armeggio in borsa alla ricerca delle chiavi e quando sto per infilarle nella serratura mi tremano le braccia. Mi assalgono tanti di quei ricordi che per poco non crollo sotto il loro peso. 

Una lacrima sfugge dal mio occhio e per poco non mi faccio assalire dallo sconforto. Ripenso a Jeremy, al nostro legame e a tutto quello che abbiamo passato insieme.

-Posso farcela- sussurro. Infilo la chiave e sblocco la serratura. La porta si spalanca e vengo invasa dal profumo di casa. Entro e mi guardo attorno. Non è cambiato niente. Le scale che portano di sopra nelle camere da letto, il corridoio per la cucina di fronte a me e a sinistra il salotto. Il divano, il camino, la tv... tutto è come lo avevamo lasciato.

Faccio un giro di perlustrazione e alla fine decido di salire le scale verso la mia camera. Decido di prendere giusto qualcosa come: vecchie foto, libri, qualche altro vestito e il mio vecchio diario segreto. Me lo aveva regalato mia madre. Ci ho sempre  scritto di tutto fin da quando avevo 7 anni. Mi piaceva scrivere anche se quella non era la mia aspirazione. Ho sempre voluto fare il medico, come mio padre. Aiutare le persone, curarle. Ho sempre pensato che quello fosse il lavoro giusto per me. Esco dalla mia camera e mi dirigo in quella di Jeremy. 

Mi sembra di vederlo ancora qui, seduto sulla sua sedia intento a sentire musica a tutto volume con le cuffie sul computer. E' tutto disordinato. Prendo qualcosa che potrebbe servirgli, così quando sarò tornata a Beacon Hills potrò dargliele. Alla fine esito per entrare in camera dei miei genitori. Entro e per poco non inciampo in una scatola lasciata per terra. Okay, è un pò strano dato che prima di partire avevamo fatto in modo che tutt fosse in ordine, apparte la camera di Jer. La raccolgo e la poggio sul letto. Guardo all'interno e trovo un'anello con una pietra azzurra al centro. All'interno del ci sono delle iniziali. M.G. Miranda Gilbert. Me lo infilo al dito e decido di portarlo con me. Rovisto ancora nella scatola e trovo delle carte. Ci sono talmente tante cose scritte che per poco la mia testa non esplode. Riesco a scorgere solo alcune parole: Isobel, Gilbert, adottata e Dottor Grayson. Me le infilo in borsa e prima di uscire rovisto nei cassetti. Trovo dei vestiti di mia madre e mio padre, li prendo con l'intenzione di dare quelli da uomo a Jer o ad Alaric. Arrivo all'ultimo cassetto e lo trovo vuoto. Non avrebbe senso dato che abbiamo lasciato questa stanza così com'era. Non ci siamo portati dietro niente. Tasto la superficie, magari qualcosa mi è sfuggito e noto che in fondo al cassetto c'è una specie di maniglia, la tiro e il piano del cassetto si rialza. Mi ritrovo con 4 diari, della stessa dimensione del mio, solo molto rovinati, molto vecchi. Li esco tutti e decido di metterli in borsa, magari contengono qualcosa sulla mia adozione, poi, trovo una lettera. La esco e noto che doveva essere per me. Sono un pò riluttante nell'aprirla ma alla fine cedo.

Bambina mia,

Se stai leggendo questa lettera vuol dire che qualcosa è andato storto e che non noi non potremo esserci per dirti quello che è successo. Forse zia Jenna non ti avrà detto niente o forse l'avrà già fatto. Lei è sempre stata in disaccordo con noi. Voleva dirtelo quando avresti compiuto i tuoi 14 anni, noi volevamo aspettare. Tesoro, quello che stai per leggere non cambierà ciò che sei per noi. Il 5 Ottobre, me lo ricordo come fosse ieri, si presentò una ragazzina sulla porta di casa. Aveva 17 anni e tra le braccia aveva la creatura più bella che avessi mai visto. Aveva te, Elena, fra le sue braccia. 

Diceva di chiamarsi Isobel e che non poteva tenerti per colpa dei suoi genitori e perchè doveva continuare gli studi. Senza pensarci due volte ti presi tra le mie braccia e incontrai i tuoi occhi. Eri talmente piccola e bella e io non riuscivo ad avere figli così decidemmo di adottarti. Qualche anno dopo nacque Jeremy.

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