Capitolo Ventitré

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Dopo aver camminato alla cieca per almeno 10 minuti riesco a sentire qualcosa qualche metro più avanti a me, così a velocità vampiresca mi ritrovo in una piccola radura circondata da alberi alti e da cespugli di vario tipo e al centro di questa radura c'è Rebekah inginocchiata.

La raggiungo e subito percepisco l'odore del sangue, però diverso da quello umano. Questo è sangue di vampiro.

Come immaginavo. In questo momento siamo nel luogo della morte di suo fratello.

Accanto alla chiazza c'è un piccolo ceppo d'albero e mi ci siedo sopra.

La lascio in silenzio senza interrompere il suo momento ma alla fine è lei a rompere il silenzio.

-So che non abbiamo tempo ma voglio solo qualche minuto- Dice con la voce rotta dal pianto.

-Fai con calma. So che significa perdere un fratello- Le rispondo.

Dopo qualche minuto di silenzio alza il viso verso di me e inizia a parlare.

-Mi dispiace. Io ti ho tolto tutto quello che avevi per un semplice capriccio. Tuo fratello era tutto quello che avevi e io non ho fatto altro che provocare a te tutto il dolore che avevano provovato a me. Solo ora mi rendo conto che quello che ti ho fatto è esattamente quello che hanno fatto a me. Sono stata un'egoista e una stupida...- Si scusa continuando a piangere.

Non so se sia per il fatto che io stia andando a morire o per il fatto che i fratelli morti fanno miracoli.

-Non... non preoccuparti. Mio fratello ora è vivo, e poi sapevo che fino alla fine sarebbe arrivata la mia ora- Le confesso.

-Non capisco...- Sussurra confusa.

-Essere circondata da vampiri, vivere con dei vampiri, essere fidanzata con uno di loro... è come aver firmato la tua morte. Poi non è così male, basta prendere il sangue dalla banca del sangue e non dover uccidere le persone- Le confesso.

Ci ho pensato molto su da quando sono un vampiro.

L'unica cosa capace di mandarmi ancora una volta fuori di testa è il dover uccidere le persone per bere il loro sangue. Questo non lo avrei sopportato.

-Io non ti capisco. Riesci sempre a trovare un modo per perdonare tutti. Prima Damon, poi Kira, adesso me- Dice confusa.

-Rebekah, si perdona qualcuno se c'è del buono in esso. Tu me l'hai dimostrato adesso, scusandoti. Una persona cattiva non lo avrebbe mai fatto. Tu... sei una persona buona infondo- Faccio una piccola pausa per poi continuare -Amiche?- Le domando un pò incerta.

-Ti odio comunque- Afferma sorridendo.

-Anche io- Sorrido a mia volta.

Mi alzo dal ceppo e le porgo una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei la accetta volentieri e con il mio aiuto si tira su.

Insieme raggiungiamo gli altri.


Sbuchiamo dal bosco una per volta. Prima io, poi Rebekah.

La valle è ancora avvolta nel più totale silenzio.

-Alaric!- Chiamo sussurrando guardandomi attorno.

Non voglio attirare l'attenzione di quei cosi, ma voglio anche sapere dove sono.

-Dove sono finiti?- Domanda Rebekah guardando dal lato opposto al mio.

-Non ne ho la minima idea- Le rispondo.

Cerco di ampliare l'udito in modo da cogliere ogni minimo movimento ma qualcosa mi dice che dobbiamo entrare in quella casa.

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