capitolo Tre

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La partita andò benissimo. Segnai abbastanza punti da veder uscir fuori di testa Jackson e ridere di gusto Damon, Lydia, le ragazze e Stiles e Scott. Stavo benissimo, avevo visto rodere Jackson, soprattutto quando ho detto al coach che non avevo intenzione di entrare ufficialmente in squadra. Quando rientrammo nello spogliatoio me la presi comoda insieme ad Hanna. Aveva incantato il custode e ci eravamo fatte dare la chiave così da poterci chiudere dentro e farci una doccia rilassante. Ci voleva proprio! Volevo vedere i ragazzi che prendevano in giro Jackson talmente tanto che mi ero fatta prestare un paio di scarpe col tacco da Hanna da abbinare con una camicia nera, una gonna bianca e un giacchino nero. A differenza di ieri, oggi si stava benissimo. Ero vestita come una normale adolescente e questo avrebbe messo ancora di più in cattiva luce Jackson davanti agli altri. Uscimmo dallo spogliatoio e ci dirigemmo agli armadietti per prendere i libri di matematica. Andammo in classe e prendemmo posto. Per fortuna qui i banchi erano singoli. Suona la campanella e tutti prendono posto e accanto a me si siede Scott da una parte e Kira dall'altra. Bhe meglio una che due no? Mi volto verso Scott e gli sorrido. Lui ricambia il sorriso e poi mi sussurra:

-Sei stata formidabile, e poi... sei bellissima- Non posso fare altro che abbassare lo sguardo imbarazzata dal complimento continuando a sorridere e a mordermi il labbro. Alzo lo sguardo e rivolgo la mia attenzione verso la lavagna. Non sono mai stata un genio in matematica, sono brava abbastanza da un sette ma riesco a capire più discorsi in una volta, quindi sono... Intoccabile.

Volto di sfuggita lo sguardo alla mia destra e incontro quello di Kira. La stessa faccia di quando eravamo fuori. Ma cosa vuole!? Non ho fatto niente e di sicuro non mi farò intimorire da quella faccia di, non so nemmeno io cosa. Rigiro lo sguardo verso la lavagna e mi perdo nei procendimenti su di essa per diversi minuti. Mi vibra il cellulare, mi volto per prenderlo e noto ancora la faccia di Kira. Ho come la sensazione che durante la mezz'ora non abbia fatto altro che gurdarmi e questo mi dà sui nervi.

-Si può sapere cosa vuoi!?- Dico a voce un pò alta tanto che tutti gli occhi sono voltati verso di me.

-C'è qualche problema signorina Gilbert?- Mi domanda la professore.

-No, non è niente- Chiudo il discorso sperando che la smetta di fisarmi. Riprendo il cellulare e vedo che c'è un messaggio di Hanna.

-By Hanna

Ti sei messa nei guai amica mia. Quella lì vuole ammazzarti con le sue stesse mani.

Stavo per scriverle che non è l'unica quando una voce molto conosciuta dice intenzionalmente ad alta voce:

-Lo sai che non si usa il cellulare in classe?- Mi volto nella direzione della voce e indovinate chi poteva parlare?! Kira.

-Signorina Gilbert mi dia il cellulare e ringrazi che non le dia un richiamo dal preside- Credo che il mio talento nel non farmi scoprire sia andato a farsi fottere per colpa sua. Ma non ho intenzione di arrendermi.

-Cosa le dice che io non stavo controllando l'orario o un messaggio di SOS da parte della mia famiglia?- Non mi arrendo.

-Se così fosse avrebbero chiamato la segreteria e l'orologio è appeso al muro- Indica un orologio enorme appeso sopra la cattedra.

-Ma non è giusto! Non stavo facendo niente....- Cerco di convincerlo.

-Mi dia il cellulare o sconterà una punizione oggi- Mi avvisa. Non ho intenzione di dare a lui il mio cellulare. E se poi fosse soggiogato a non ridarmelo mai più o perggio ancora fosse un essere sovrannaturale che solo per farmi incazzare non me lo dà? No, no e assolutamente no!

-No- Dico.

-Allora... Tenga e oggi non uscirà da scuola fino alle 4- Dice lui e mi firma la punizione. Ci mancava solo questa, stare chiusa qua dentro fino alle 4.

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