15. Balla con me

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POV. CHRIS

«Quanto dobbiamo aspettare ancora?» Cassie continua a fare avanti e indietro, mentre aspettiamo Helena, difronte alla porta segreta.
Abbiamo deciso di tornare nel 1927 da quel tizio strano per fargli alcune domande. Ad esempio com'è possibile che la donna che mi ha abbandonato diciassette anni fa non si ricorda di averlo fatto.

Stamattina, quando mi sono svegliato, ho sentito subito l'odore di pancake.
Non era mai successo.
Lei era in cucina e stava parlando con Tim, il suo compagno da tre anni, di dove andare in vacanza quest'anno.
Io li guardavo impassibile. Sembravano due sconosciuti. Sono due sconosciuti, o almeno lo sono per me.

La mia vita, fino ad una settimana fa, era fatta di ragazze, molte ragazze, alcol, troppo alcol e feste, tante feste.
Invece, a detta di loro, io sono il figlio modello. Ed è davvero in assurdità ripensandoci adesso.

Io sono il ragazzo con problemi di autocontrollo della rabbia. Faccio quello che voglio, e non sempre la cosa finisce bene.
Non sono il ragazzo che va in chiesa la domenica e che gioca a football. Quello è William Anderson, non io.
Ma a quanto pare, in questa vita parallela dove non ho subito nessun maltrattamento e nessun abbandono, sono un ragazzo migliore.
E tutto questo fa schifo.

Il pensiero che la mia vita potesse  essere diversa da quella merda che è mi fa arrabbiare ancora di più. L'unico motivo del perché non ho ancora incendiato la mega villa di Tim è una ragazza dagli occhi d'oro.

Quando l'ho vista piangere a scuola ho subito sentito una morsa al cuore. Avrei fatto di tutto per rivedere il suo bellissimo sorriso.
Non era in programma asciugargli le lacrime, eppure è successo. È come se la mio corpo si fosse dimenticato dalla rabbia che stavo reprimendo appena è entrato in contatto col suo.
Non mi importava più nulla. Tutto era scomparso. L'unica cosa che vedevo era lei.
Ed era bellissima, anche con le guance sporche di mascara.

«Walker ti posso parlare?»
«Che vuoi Anderson» Chiedo annoiato.
«Che stai combinando con Helena?»  Cerca di spaventarmi inutilmente.
«Non lo so. Ma guardandoti in faccia credo che tu sappia la risposta»
«Vi ho visto oggi nel guardaroba del teatro. Eravate così vicini come se vi foste...»
«Baciati? No, purtroppo no. Se non ricordo male tu ci hai interrotti sul più bello»

La vena che ha suo collo incomincia a pulsare freneticamente.
«Ascoltami bene Walker» Si avvicina a me con fare minaccioso.
«Tu sei una nullità e sempre lo sarai. Lei merita di meglio»
Una risatina di scherno esce dalle mie labbra e se possibile si arrabbia ancora di più.
«Indovina un po' non me ne frega un cazzo di quello che pensi di me. So che non sono alla sua altezza, ma credo che debba essere lei a decidere se stare con me o con... te. Perché è questo quello che vuoi non è vero? La ami eppure per lei rimarrai per sempre un amico. È davvero molto triste»

Il primo pugno me lo aspettavo così lo evito facilmente ma è stato il secondo a cogliermi impreparato. Barcollo in dietro tenendo una mano sul fianco dolorante.
«Bastardo!» Cerca di tirarmi un altro pugno in faccia ma lo blocco storgendogli il braccio.  Sarà pure grande e grosso ma io sono più incazzato.

«Arrivo in ritardo di dieci minuti e vi ritrovo a litigare come due bambini. Cosa devo fare con voi?»
Eccola quella voce. La voce che sta incasinando i miei pensieri.
«Chris puoi lasciarlo andare?» Continuo a guardare il naso insanguinato di Will non avendo il coraggio di posare lo sguardo su di lei.

Facendo un respiro profondo stacco le mani dal colletto della sua camicia e lo spingo lontano da me, da noi. «Grazie»
«Di niente principessa» Finalmente trovo il coraggio per voltarmi verso di lei e cazzo, sono completamente fottuto.
Quegli occhi, che guarderei per giorni, mi stanno incenerendo. È stupenda, anche da incazzata, ma lo sarebbe di più se non fosse arrabbiata con me.
«Non voglio neanche sapere il motivo di questa sceneggiata. Ripulitivi, abbiamo una missione da compiere»
Sei tu il motivo. Sei sempre stata tu.
Ma questo non glielo dico.

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