Mamma, la mia depressione è un mostro:
un giorno è piccola quanto una formica nel palmo di un orso,
il giorno dopo è l'orso,
in quei momenti mi sento morta finché l'orso va via e mi lascia da sola.
Chiamo i giorni difficili "giorni bui".
Mamma dice "allora prova ad accendere qualche candela",
ma appena vedo una candela penso solamente a quanto sarebbe bello buttarmi sulla fiamma e prendere fuoco. I cimiteri sono pieni di candele. Inoltre non ho paura del buio... ed è proprio questo una parte del problema.
Mamma dice "pensavo che il problema fosse che non riesci ad alzarti dal letto".
Ed è così, è vero. Ci sono mattine in cui non ci riesco. Mi mancano le forze, qualcuno ha staccato la corrente, non ho energia, l'ansia mi stringe forte e mi tiene inchiodata lì, prigioniera della mia stessa casa, prigioniera di me stessa.
Mamma dice "da dove viene quest'ansia?" .
L'ansia è la cugina lontana che viene ogni tanto in città e, ovviamente, la depressione si sente obbligata ad invitarla alla festa. Mamma, la festa sono io.
Mamma dice "perché non provi realmente ad andare a qualche festa?".
Certo, io faccio sempre programmi per la serata, ma non voglio andarci. Faccio programmi perché so che dovrei andarci, lo so, qualche volta mi viene voglia di uscire davvero... il fatto è che non è molto divertente divertirsi quando non hai per niente voglia di divertirti.
"Ma così incontri i tuoi amici" mamma dice.
Amici? Quali amici? Come faccio a farmi degli amici se appena incontro una persona nuova penso che non mi devo affezionare, perché tanto se ne andrà via e io rimarrò delusa. La cosa ridicola è che alla fine mi ci affeziono davvero, ne divento dipendente e diventa tutto un casino. Non riesco a percepire l'amore, non sento i sentimenti degli altri, non ci riesco. Mi vuoi bene? Sì, lo so, la mia mente oggettivamente lo sa, ma non è quello che mi arriva dentro.
Mamma dice "sei solo un po' paranoica, non hai ancora trovato le persone giuste".
Sì, sì lo sono! Sono paranoica nelle relazioni, vivo con la paura costante di essere abbandonata e nella mia testa c'è solo "non ci tiene a te" "non ci tiene a te". Quindi allontano tutti, ma vorrei qualcuno al mio fianco, ho bisogno di affetto, ma tengo lontano tutti perché non voglio soffrire ancora.
Mamma dice "esageri, sei drammatica, è normale avere il cuore spezzato alla tua età".
Mamma, non c'è nulla di normale in me. Non c'è nulla di sano, di bello, sono solo un enorme disastro. Non esagero, sembro drammatica perché quello che provo è cento volte superiore a quello che provi tu o gli altri. Ho un amplificatore addosso, è tutto di più, tutto troppo e io non lo so gestire. Ogni cosa mi ferisce, i dettagli mi spezzano, vivo dentro a un tornado di emozioni che mi sconvolgono e mi sbattono al muro ogni volta.
Mamma dice "devi stare tranquilla".
Sai, mamma, ogni notte l'insonnia mi trascina tra le sue braccia e rimango immobile con lei a fissare il soffitto.
Mamma dice "prova a contare le pecore oppure disegna", ma la mia mente riesce solo a contare tutti gli sbagli che ho commesso e i motivi per cui dovrei morire al più presto. I pensieri si moltiplicano e diventano un oceano in tempesta in cui però non posso annegare, io sono lì in mezzo in balia delle onde che mi fanno bruciare gli occhi. E gli unici disegni che faccio sono sulla mia pelle, in rosso, usando la lametta come matita. Piango, vorrei essere felice.
Mamma dice "la felicità è una scelta".
ma non ho mai scelto di cadere così in fondo, non ho deciso io di vivere nell'inferno sulla terra. Non sorrido più, non rido più, il dolore fa parte della mia routine. La felicità? Non la immagino neanche.
Sai cos'altro non riesco ad immaginare mamma? Me stessa. Non so chi sono, non so cosa voglio fare, sono persa in un oblio senza fine. Faccio un passo, sprofondo nel vuoto.
Mamma dice "basta riempire quel vuoto".
C'è un mucchio di ossa, della pelle rovinata, un cuore che purtroppo batte ancora... nient'altro. Il vuoto è intorno a me e dentro di me. Mi chiedo sono viva? Questo è disumano e io sono sola.
A volte provo a riempire quel vuoto con il cibo, mangio e mangio, sto meglio ma è un'illusione. Dopo il vomito mi corrode lo stomaco, vuole uscire fuori a tutti i costi e io non lo trattengo.