Capitolo 2: Benvenuto nel gioco

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Auckley era sveglio e guardava la tv seduto sul divano in sala, aspettando che arthur si svegliasse per andare a prepararsi
Arthur fa il suo ingresso, sbadigliando e passandosi una mano sui capelli arruffati.
Indossava una canotta, che era così larga che sembrava quasi nudo.
"Buongiorno" disse arthur riempendosi una tazza con del caffè.
"Il ragazzo di ieri?" Chiese Auckley, abbassando il volume della TV.
"Che ragazzo?" Chiese arthur fingendosi indifferente.
Auckley posa il telecomando e si alza, girandosi verso arthur, che si era appoggiato al ripiano della cucina.
Auckley incrocia le braccia al petto, sospirando.
"Non sono deficiente. Ti ho visto ieri notte alle 3 con quel ragazzo" disse auckley avvicinandosi a lui.
Arthur sbaraglia gli occhi e sposta lo sguardo da un'altra parte.
"Senti, volevo dirti che domenica che ho il giorno libero cercherò un appartamento" disse auckley girandosi andando verso la sua camera.
"perché?" Chiese arthur posando la tazza del caffè sul ripiano della cucina e andando verso Auckley.
Quest'ultimo si ferma sul posto e si gira verso di lui.
"Mi sento... a disagio" rispose auckley "non so neanche perché io sia qui. Mi sento sbagliato"
"Perché dovresti?" Chiese arthur, alzando un sopracciglio.
"Perché.." auckley fa un lungo sospiro "perché in meno di un giorno ho ottenuto tutto questo" disse allargando le braccia "ho ottenuto una casa,un lavoro ben pagato. Perché?" Rincrocia le braccia al petto.
"Perché volevo liberarti da quella fogna" rispose arthur.
"Perché io? Sai quanta gente muore di fame per strada"
"Perché si. Perché voglio che tu abbia una vita migliore di quella che facevi.In poche ore, ho capito quanto tu soffrissi là dentro. Quello che ti facevano era peggio che morire di fame per strada per me"
Auckley sposta lo sguardo ovunque, cercando di non guardarlo negli occhi.
"Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi. Non devi sentirti sbagliato per questo " disse arthur mettendogli le mani sulle guance.
Auckley abbassa lo sguardo.
Arthur si avvicina di più a lui, dandogli un bacio sulla fronte.
"Non voglio che tu stia male" continuò arthur. "Non c'è motivo"
si sentono dei rumori di passi entrare dentro la sala.
"Buongiorno" disse il ragazzo, con cui ieri arthur stava scopando.
Auckley alza lo sguardo su di lui.
Arthur toglie le mani dalle guance di Auckley e rotea gli occhi, grattandosi il mento.
"Vado a prepararmi" disse auckley, andando in camera.
Il ragazzo segue con lo sguardo Auckley.
"Chi era? Il tuo coinquilino?" Chiese il ragazzo ridendo e andando davanti Arthur, cercando di baciarlo.
Arthur sposta la testa dall'altra parte, evitando le sue labbra.
Il ragazzo alza un sopracciglio, rimanendo sorpreso.
"Credo che tu debba andare" disse Arthur guardandolo negli occhi
"Cosa?" Rispose il ragazzo.
"Che pensavi? Disse arthur " è stato solo sesso. Vattene"
Arthur si dirige in camera.
Il ragazzo incrocia le braccia al petto e sbuffa.
"Tutti uguali questi stronzi"

Auckley era al banco di gioco. Oggi era giovedì e gli toccava.
Full, coppia, doppia coppia, tris, poker..
Erano le uniche parole che aveva detto per tutta la giornata.
Sale fino all'ufficio di Arthur.
"Avanti" sentì da dentro la stanza. "Oh sei tu" disse Arthur allontanandosi dall'enorme vetrata del suo ufficio, che dava sull'intero casinò.
"Sono distrutto" rispose auckley sedendosi su uno dei divanetti davanti alla sua scrivania.
"Wow, stare ad un bancone,dare carte e dire sempre le stesse cose è stancante?" Chiese Arthur.
"Non è stancante. È un pochino.... noioso. Anche se non posso lamentarmi. È già tanto se sono qua"
Arthur si siede sulla sua poltrona, girando su se stesso.
"Deve essere difficile la tua vita" esclamò auckley giocherellando con una matita che aveva preso da un portapenne sulla scrivania.
"Già. La vita da ricco è molto faticosa" rispose arthur sorridendogli.
Auckley rimane serio, fissando la matita che aveva in mano.
"Sei ancora triste?" Chiese arthur, mentre auckley continuava a giocare con la matita.
Arthur lo fissa qualche secondo, aspettando una sua risposta
"Perché te la prendi tanto? Non mi lamento io, e tu si? Non riesco a capirti" Chiese arthur poggiando i gomiti sulla scrivania"sai quante persone vorrebbero essere al tuo posto?"
"Tante suppongo" rispose auckley posando la matita sulla scrivania e guardandolo.
Arthur allunga una mano, per metterla sopra quella di Auckley.
"Quindi, finiscila di sentirti una merda, perché non c'è n'è motivo"
"Va bene"
Auckley toglie la mano da sotto quella di arthur, incrociando le braccia al petto.
"Comunque" disse arthur alzandosi e andando di nuovo davanti all'enorme vetrata "stasera c'è una festa speciale"
Auckley alza lo sguardo su di lui, mentre arthur si metteva le mani in tasca e fissava un tavolo, dove un uomo si tirava a sè delle fish vinte.
"Che festa speciale?"
"Una festa speciale su uno yacht" rispose Arthur.
Auckley sbaraglia gli occhi.
"Davvero?" Chiese.
"Si. Ti dovrai vestire in modo speciale. Chiamerò un sarto a casa"
"Perché il sarto?"
"Hai una giacca, una camicia e un pantalone elegante?" Chiese Arthur girandosi verso Auckley.
"Non credo" rispose Auckley alzando un sopracciglio.

Life is a Casinò (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora