Capitolo 4: Il test

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Arthur era arrivato nell'ospedale "Saint Dormunt".
Va direttamente al reparto dove c'era il laboratorio per le analisi
Al bancone, un ragazzo era seduto davanti al computer, battendo tasti sulla tastiera.
Arriva davanti al bancone e Arthur appoggia le braccia su di esso e tossendo.
Il ragazzo seduto si gira verso di lui e fa un sussulto.
"Arthur" esclamò sbaragliando gli occhi. "Ciao"
Si alza dalla sedia e va davanti a lui, sistemandosi il camice e i capelli, diventando rosso.
"Ciao Gordy" rispose Arthur sorridendo.
"Come va? Posso esserti d'aiuto?"
Gordy era un ragazzo più basso di Arthur di almeno 20 cm, quasi nano, capelli mori e lineamenti infantili.
"Sto bene grazie. Mi serve un test" disse a bassa voce Arthur, sporgendosi di più sul bancone per non farsi sentire e facendo strusciare dei soldi sul bancone "in forma anonima"
"Che tipo di test?" Chiese Gordy guardandolo fisso negli occhi e prendendo i soldi, mettendoseli in tasca.
Vedendolo avvicinarsi, il suo cuore comincia a battere più forte
"Paternità"
"Oh. Vuoi sapere se hai fatto un figlio di cui non sai se sei il padre?" Chiede Gordy ridendo, per poi guardare Arthur, che aveva sempre il sorriso sulle labbra "ok. Battuta stupida" disse grattandosi il lato della testa e diventando ancora più rosso.
"Tranquillo. Non era stupida"
"Davvero?" Rispose Gordy drizzandosi ancora di più con la schiena.
"Già...e poi è cosi" rispose Arthur.
"Oh" disse Gordy sorpreso "Bene, hai il tuo campione e quello del ragazzo?"
"Si, dei capelli vanno bene?" Chiede Arthur prendendo i fazzoletti dove dentro c'erano i capelli suoi e di Auckley.
"Certo. Vado a prendere delle provette" disse Gordy andando dentro il laboratorio, aprendo la porta con una scheda magnetica.
Arthur calpesta i piedi per terra.
Auckley era a lavoro, quindi avrebbe avuto da fare.
"Prese" esclamò Gordy tornando al bancone.
Arthur si gira e prende i fazzoletti.
"Eccoli"
"Ok"
Con una pinza, Gordy mette i capelli dentro due provette.
"Quale è il tuo?"
Arthur indica una delle provette.
"Metterò dei nomi inventati. Non desteranno sospetti. Ci penso io a esaminarli" prende delle etichette, attaccandole e scrivendoci con una penna dei nomi inventati. "Oggi non c'è nessuno in pratica, quindi farò subito"
Arthur lo guardava concentrato a scrivere.
"Mi sono fidanzato" disse all'improvviso Gordy deglutendo a forza e guardando Arthur.
"Mi fa piacere. Come si chiama il fortunato?"
"Si chiama" Gordy tossisce "Max. Fa il pugile professionista
"Già".
Gordy posa le provette sul bancone.
"Bene. I risultati arriveranno in un giorno o due"
"Perfetto. Grazie"
"Ti chiamerò quando potrai venirli a prendere"
"Va bene. Grazie ancora" disse arthur sporgendosi ancora di più sul bancone e dandogli un bacio sulla guancia. "Ciao"
Arthur si stacca dal bancone e se ne va.
Gordy diventa paonazzo. Comincia a sudare.
Si siede sulla sedia, sventolandosi con un foglio.
Aveva sempre avuto una cotta per Arthur, ma mai ricambiata. Ad Arthur non interessavano le storie serie, fino a quando non ha incontrato Auckley.

Arthur stava rientrando al casinò quando gli arriva una telefonata.
"Che c'è?"
Era una delle guardie al casinò.
"Capo, abbiamo un problema"
"Che tipo di problema?"
"Con uno dei dipendenti. Auckley Borton"
"Cosa?" Esclamò Arthur premendo ancora di più il piede nell'acceleratore.
"Ho portato lui e uno dei proprietari degli attici nel suo ufficio"
"Sto arrivando. Due minuti" attacca la chiamata, tenendo gli occhi fissi sulla strada e stringendo i pugni, facendo diventare le nocche bianche.

Entra di corsa in ufficio, dove Auckley era in piedi vicino alla porta tremante e un uomo sui 50 anni era seduto sulla sedia davanti alla scrivania di Arthur, bloccato da due guardie.
"Che cosa è successo?" Chiede Arthur ad Auckley, accarezzandolo dietro la nuca.
Auckley tremava sempre di più
"Ha cercato di..." le parole muoiono nella bocca di Auckley.
"Non è vero" esclamò l'uomo bloccato dalle guardie.
"Tu tappati quella cazzo di bocca" urlò Arthur girandosi verso di lui rosso per la rabbia. "Ehi"
Arthur si gira di nuovo verso Auckley, prendendo la sua testa e appoggiandola sul suo petto, accarezzandogli i capelli.
"Calmo. Ci sono io ora" gli disse all'orecchio "portate via questo pezzo di merda. Chiamate la polizia e fatelo arrestare per attentato stupro"
Le guardie lo fanno alzare e lo portano alla porta
"Non puoi" disse avvicinando il suo viso a quello di Arthur.
Arthur lascia Auckley in piedi e va davanti a lui.
"Senti" lo prende per il colletto della camicia. "Ti conviene farti arrestare, perché se ti lasciano in mano mia, ti taglio quelle palle essiccate che ti ritrovi là sotto"
L'uomo stava per aprire bocca, quando Arthur stringe nella parte del bacino dell'uomo.
L'uomo urla.
"Sono stato chiaro?" Urlò di nuovo Arthur.
Auckley gli va vicino e gli mette le mani sul braccio libero, facendolo calmare.
Arthur si gira prima verso di lui e poi verso l'uomo.
"Via adesso"
Le guardie escono, lasciando Arthur e Auckley soli.
"Scusami" disse arthur "io... non so perché ho fatto questa stronzata"
"Quale stronzata?" Chiese Auckley
"Questo....."servizio". Che cazzo mi è venuto in mente. Ho fatto diventare questo casinò uno strip club. Invece di farti scappare finalmente da quella merda, ti ci ho rimesso"
"Ti perdono" rispose auckley abbracciandolo, appoggiando la sua testa al suo petto.
"Non dovrai più fare questo schifo di lavoro"
"E cosa farò?" Chiese Auckley, aderendo sempre di più a lui.
"Non lo so. Vedrò che inventarmi. Potresti anche non lavorare"
Auckley si stacca da lui e lo guarda negli occhi.
"Non voglio fare il mantenuto"
"Perché? La gente pagherebbe per non fare niente per tutto il giorno"
"Io no" esclamò Auckley, rimettendo la testa contro di lui.
"Va bene. Stai bene?" Chiese.
"Si. Solo che... mi ha fatto pensare a quando ero al club"
"Non succederà più. Promesso. Uccido il prossimo che prova a toccarti"
Auckley fa un mezzo sorriso. Si sentiva protetto.

Life is a Casinò (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora