Auckley si sveglia, abbracciato ad un cuscino. Dentro le sue narici entrava il profumo di Arthur, che aveva impregnato il cuscino.
Auckley tasta il cuscino, per poi alzarsi con il busto e constatare che Arthur non era con lui nel letto.
La sera prima gli aveva detto "ti amo" e non sapeva se l'aveva sentito.
Forse era per questo che se ne era andato prima.
Auckley si alza dal letto e si dirige in cucina, dove la macchina del caffè aveva già preparato tutto.
Prende il boccale pieno di caffè e lo versa dentro una tazza.
Va verso il tavolo, dove c'erano delle cose posate sopra.
Posa la tazza con il caffè sul tavolo e prende il foglietto che era posato affianco ad una carta di credito e ad una scatola
Legge il foglietto.
"Ciao Auckley,
Se leggi questo foglio significa che io sono già andato via e tu ti sei appena svegliato.
Come ho detto ieri, non lavorerai più al casinò, quindi d'ora in poi sei libero di fare quello che vuoi e di andare dove ti pare. Mi sono fatto fare una carta di credito per te" Auckley, con la mano libera, prende la carta di credito in mano, facendola girare "compra tutto quello che vuoi, senza badare a spese"
"Non posso crederci" disse sottovoce Auckley continuando a leggere la lettera.
"Inoltre, ti ho preso anche un regalino"
"Come se non bastasse tutto questo" disse di nuovo sottovoce
Auckley apre la scatola, ritrovandosi un telefono.
Lo prende in mano, girandolo e guardando ogni minimo particolare.
Era già acceso e , insieme al telefono, c'era anche il caricabatterie.
"Sei incredibile..." pensò Auckley.
"Le sorprese non sono finite. Ho assunto un uomo, che sarà il tuo "assistente". Ti porterà ovunque vuoi e quando vuoi e se ci sono esigenze speciali ci penserà lui. Ovviamente per esigenze speciali non intendo...."
Auckley capì cosa voleva dire con quei puntini sospensivi.
Scoppia a ridere da solo.
"Sei il mio ragazzo e se ti facessi qualcuno che non sono io finiresti in guai seri. E poi, lui è etero, quindi non hai possibilità.
Ci vediamo stasera.
Arthur "
Auckley sorride e posa il foglio, accendendo il suo telefono e controllando i numeri sulla sua rubrica.
C'era quello di Arthur e quello di un altro ragazzo.
"Samuel" lesse ad alta voce Auckley "chi è Samuel?" Alza un sopracciglio e guardandosi intorno, accorgendosi della presenza di un uomo in giacca e camicia, in piedi accanto alla porta d'ingresso.
"E lui da dove compare?" Si chiese Auckley, pensando al motivo per cui non lo avesse visto prima.
Auckley si avvicina lentamente a lui.
"Ciao" disse squadrandolo dalla testa ai piedi
"Buongiorno signor Burton"
"Signor?"
L'uomo non risponde.
"Quindi, sei tu Samuel?"
"Esatto"
"Ok. Senti, sai per caso se c'è qualche centro commerciale molto grande a San Francisco"
"Ma certo" rispose tenendo sempre la testa alta e in petto in fuori, con le mani unite davanti.
"Mi ci puoi portare?"
"Quando vuole"
"Va bene. Vado a prepararmi allora" rispose Auckley indicando con le dita la sua camera "faccio subito"
Samuel rimane immobile, guardando un punto fisso della sala, senza un espressione in volto.
Auckley si gira e si dirige in camera, andando al bagno e chiudendosi la porta alle spalle."In pratica sei il cagnolino di Arthur" disse Auckley mentre passavano davanti alle vetrine dei negozi.
"Deve comprare qualcosa?" Chiese Samuel.
"Non darmi del lei. Dammi del tu" rispose Auckley guardando verso di lui "comunque... non lo so. Volevo solo fare un giro".
Auckley si gira verso di lui, notando che teneva le sopracciglia alzate e gli occhi un po' sbarrati.
"Perché quell'espressione?" Chiese piazzandosi davanti la vetrina di un negozio di vestiti.
"È strano che non sei dentro ogni negozio a prendere quello che ti pare" rispose Samuel guardandosi intorno "di solito i ricchi comprano anche le cose più inutili e vestiti che non indosseranno mai"
"Non sono abituato a tutti questo" rispose Auckley mettendo le mani sulla vetrina, osservando con molta attenzione un vestito da donna lungo e blu elettrico.
Samuel segue il suo sguardo, guardandolo di profilo perso guardando quel vestito.
Decidono di entrare.
Auckley si fonda direttamente al reparto donna, iniziando ad esaminare dei leggins.
Delle donne, che erano nello stesso reparto, li guardavano con aria perplessa.
"Qualche volta mi chiedo perché non sono nato donna" disse Auckley prendendo una stampella con appeso una maglia che lasciava la zona dell'addome scoperta "le cose da donna sono più fighe. I felponi mi piacciono ma.." posa la stampella e ne prende un'altra con una gonna. "Questa mi starebbe da dio" disse rivolgendosi verso Samuel, poggiandosi la gonna sulle gambe e ridendo.
Samuel ricambia il sorriso.
"Ok basta. Usciamo da qui"Come al solito, era nel suo ufficio. Era seduto alla scrivania, con in mano una busta, proveniente dall'ospedale "Saint Dormunt".
Girava e rigirava la busta, decidendo se aprirla o meno.
Si erano fatte le 6, e pensava a cosa stesse facendo Auckley in quel momento.
Prende il telefono e gli scrive un messaggio.
"Che fai?" Gli scrisse.
Sente bussare alla porta.
In fretta e furia mette la busta dentro un cassetto della scrivania.
"Avanti" urlò sistemandosi il colletto della camicia.
"Signor Brookeman. Il signor Barton è qui" disse una delle sue guardie
"Lo faccia entrare"
"Subito"
La porta si spalanca del tutto, e i riccioli di Auckley fanno il loro ingresso dentro la stanza.
"Ciao" disse Auckley sorridendogli e posando le buste sul divanetto.
"Comprato qualcosa?" Chiese Arthur.
"Delle felpe e basta" disse sedendosi sul divano dell'ufficio, posando le boste affianco a lui e sospirando "Samuel è molto gentile".
Le gambe di Arthur facevano su e giù in modo agitato. Voleva sapere cosa c'era scritto nei risultati dentro la busta.
"Tutto ok?" Chiese Auckley.
"cosa?" chiese Arthur alzando la testa dal cassetto.
"Oggi sei strano" disse Auckley.
"Giornata stressante" rispose "ci sono stati alcuni problemi con dei giocatori giù" disse indicando i tavoli da gioco visibili dalle finestre dell'ufficio che davano sul casino.
"Ah" rispose Auckley alzandosi e andandogli dietro, mettendogli le mani sul petto accarezzandoglielo.
"Ti faccio accompagnare a casa?" Chiese Arthur.
"Non mi vuoi qui?" chiese Auckley ridendo.
"No" rispose Arthur "ma ti annoieresti qui... le mie giornate in ufficio sono abbastanza noiose"
"Allora torno a casa" disse Auckley staccandosi da Arthur e andando verso il divanetto, a prendere le buste con gli acquisti.
Arthur apre la porta e chiama Samuel.
"Si,signore?" Chiese sull'attenti.
"Accompagna Auckley a casa" rispose Arthur.
"Subito"
"Ci vediamo a casa allora" disse Auckley.
"Certo" arthur diede un bacio a stampo ad Auckley.
"Ciao" disse Auckley andandosene con Samuel.
Arthur chiude la porta dell'ufficio e si dirige alla scrivania, aprendo il cassetto della scrivania e aprendo la busta dei risultati.
Sfila il foglio e inizia a leggere.
Gli occhi stavano per uscire dalle orbite, mentre Arthur continuava a leggere fino in fondo.
Alza lo sguardo dopo aver letto i risultati.
Posa il foglio sulla scrivania e si appoggia con le mani su di essa, mantenendo la testa bassa
"Merda" disse sbattendo il pugno sulla scrivania.Arthur parcheggia l'auto davanti al "Good Times", scende da essa chiudendola con la chiave ed entra nel club.
Vanessa, come al solito, era seduta al suo solito bancone.
"Spero che tu sia qui per una buona ragione" disse Vanessa, alzandosi, mentre Arthur andava verso la stanza di Natalia.
Entra senza bussare, trovando Natalia a fare un pompino ad un uomo sulla trentina.
"Esci da qui" disse Arthur all'uomo.
"Che cosa cazzo vuoi?" Chiese l'uomo, mentre Natalia si era alzata e si era messa le coperte intorno al corpo nudo.
"Ho detto che devi uscire di qui, se non vuoi che ti prenda a calci in culo"
"Ma io ti conosco..." disse l'uomo indicandolo con un dito.
Arthur riconobbe John, l'uomo che ha licenziato e che Auckley ha rimpiazzato.
"Puoi uscire da qui, John? Te ne prego"
"Va bene" rispose alla fine, non volendo far scoppiare una lite "solo perché sei tu"
Quando si era rivestito e stava per uscire, Arthur lo prende per il braccio.
"Dì una parola sul fatto che io sia qui..."
"Non dirò nulla, tranquillo." Rispose John scollandosi la mano di Arthur da dosso.
"Dobbiamo parlare" rispose Arthur.
"A che proposito?" Chiese Natalia
"Lo scoprirai" disse Arthur chiudendosi la
porta alle spalle.
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Life is a Casinò (boyxboy)
Fanfic🔞Nella storia ci sono diverse scene erotiche Auckley Barton da sempre vive nel club a luci rosse "Good Time". Figlio di una delle donne del club e di un padre di cui non sa il nome, fin da piccolo, è costretto a vendere il proprio corpo a ogni uomo...