Prologo

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Il club era, come ogni giorno, operativo. Quasi tutte le donne erano impegnate e si sentivano gemiti di piacere di donne e di uomini provenire da tutte le stanze.
Vanessa, la proprietaria del club, era seduta sulla sua scrivania all'entrata, giocherellando con una penna.
Auckley era nella sua stanza disteso sul letto a baldacchino.
Guardava il soffitto, aspettando che qualche cliente aprisse la porta.
Stanco di guardare quel maledetto soffitto, si alza e va vicino alla finestra.
La sua stanza dava sulla strada.
Le macchine passavano senza sosta, e le persone sul marciapiede andavano verso chissà dove. Alcune erano ferme e chiacchieravano tra loro.
Quanto sarebbe piaciuto ad Auckley girare per quelle strade ed essere libero da tutto questo.

"Voglio un aumento" disse il ragazzo.
"Ti ho già detto di no" rispose Arthur.
Arthur Brookeman è il proprietario del casinò "Seven Hearts" di San Francisco.
Il fatturato di ogni mese fa sii che Arthur sia uno degli uomini più ricchi d'America.
"Allora mi licenzio" rispose il ragazzo alzandosi dalla sedia
"Perché vuoi tanto questo aumento?" Disse Arthur alzando le spalle e facendo bloccare il ragazzo, che stava per attraversare la porta.
Il ragazzo si gira e va a sedersi di nuovo sulla poltrona.
"Perché le condizioni in cui lavoro non le tollero più"
"Perché in che condizioni lavori?"
"Alcune delle persone che vengono a giocare si comportano in modo strano quando ci sono io intorno ai tavoli" rispose il ragazzo "mi palpano e flirtano con me mentre giocano. È una cosa che non sopporto"
Arthur incrocia le dita davanti alla bocca, riducendo i suoi occhi a due fessure.
"O mi da un aumento oppure io mi licenzio."
"Non ti bastano i 2000$? Per quello che fai, va più che bene per me" rispose Arthur.
Il ragazzo rimane fisso a guardarlo.
"Nessun aumento John. E non lo ripeto più"
"Perfetto, allora non mi vedrà mai più in questo casinò" rispose il ragazzo alzandosi e uscendo dalla porta.
"AVRAI LA TUA ULTIMA BUSTAPAGA DIRETTAMENTE A CASA" urlò Arthur.

Arthur parcheggia la sua auto, dirigendosi a piedi davanti ad un'insegna, con sopra scritto "Good Times".
Arthur frequentava molto questo posto 21 anni fa, finché non riuscì ad avere tra le sue mani il "Seven Hearts".
Da quel momento in poi, poteva avere donne e uomini a volontà nella sua villa, senza doversi far vedere in pubblico mentre andava in un bordello, rischiando di rovinare la propria immagine pubblica.
Una volta, inoltre, per sbaglio, si era bucato il preservativo mentre consumava con una donna, mettendola incinta.
Poi lei, su decisione di tutti e due, ha abortito.
Oggi voleva farsi un ultimo giro al club.
Entrato dentro, va direttamente al banco dove Vanessa era sempre seduta.
"Arthur" disse sorridendo Vanessa.
"Vanessa" rispose arthur affacciandosi su di lei e baciandola sulle guance.
"Come va? È da molto che non ti vedo da queste parti" disse Vanessa sempre sorridente.
"Sai sono molto impegnato ora con il casinò.Non ho molto tempo"
"Quindi sei qua per passare un po' di tempo?" Chiese Vanessa alzando un sopracciglio, con un sorrisetto malizioso
"Già"
"Bene. Vuoi una delle nostre ragazze o il nostro ragazzo?" Chiese Vanessa indicando con la mano Auckley, che si era affacciato dalla porta della sua stanza.
"Ehm, c'è un ragazzo?" rispose arthur, fissando Auckley, che lo guardava negli occhi.
"Si. Ha cominciato a lavorare poche settimane fa.
Ti assicuro che tutti i clienti sono soddisfatti del servizio che dà"
"Scelgo il ragazzo allora"
"Va bene. Puoi andare"
"Cosa? Non devo pagare a ore?"
"Oh no" disse Vanessa mettendo la sua mano su quella di arthur, che stava posando 100$ sulla scrivania. "Questo giro lo offro io. Stacci quanto vuoi."
"Vanessa, non ce n'è bisogno..."rispose arthur sorridendo.
"Non preoccuparti. Sei il nostro cliente più affezionato. Consideralo come un regalo" Disse Vanessa facendogli un occhiolino
"Grazie" rispose arthur tornando serio.
"Buon divertimento" disse Vanessa appoggiandosi di nuovo allo schienale della sedia e ricominciando a giocherellare con la penna.
Arthur guarda di nuovo verso la porta da dove Auckley era sbucato, accorgendosi che il ragazzo non c'era più.
Arthur entra dentro la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Auckley era già nudo e dava le spalle alla porta.
Dopo averla sentita sbattere, si gira, trovandosi davanti arthur.
"Ciao" disse arthur sorridendogli.
Lo sguardo di Auckley va sulle sue braccia allenate, ricoperte di diversi tatuaggi.
"Ciao" rispose auckley, abbassando lo sguardo.
"Mi chiamo arthur" disse avvicinandosi di più ad Auckley.
Quando gli fu molto vicino, istintivamente auckley fa un passo indietro intimorito.
"Io mi chiamo auckley" rispose lui incrociando le braccia al petto e sfregandosi un po' il braccio
"Cosa vuoi fare?" Chiese Auckley "sculacciarmi, picchiarmi, legarmi al letto... cosa vuoi farmi?"
Arthur rimase un po' turbato dalle parole del ragazzo.
"Non voglio farti niente di tutto questo" rispose Arthur alzando un sopracciglio "voglio semplicemente...fare sesso".
"Già, cos'altro potremmo fare" rispose a bassa voce Auckley sedendosi sul letto, a gambe incrociate e con la schiena dritta.
Arthur gli va davanti, mettendogli una mano sotto il mento ed alzandogli il viso verso di lui.
"Sei un bel ragazzo" disse arthur "ti trattano una merda suppongo".
Guarda un livido che aveva sul braccio.
Auckley abbassa lo sguardo, per poi rialzarlo di nuovo su Arthur.
"Io non voglio farti del male. Non l'ho mai fatto a nessuno" continuò Arthur.
Avvicina il suo viso a quello di Auckley, facendo unire le loro labbra.
Le mani di Auckley vanno sulla maglietta di Arthur, sfilandogliela e buttandola a terra.
Auckley osserva il fisico di Arthur, anche esso coperto di tatuaggi.
Togliendoli la mano dal mento, Auckley va sul pantalone di Arthur, sbottonandoglielo.
I boxer mettevano in mostra l'erezione di Arthur, che piano piano cresceva.
"I preservativi sono nel cassetto, se vuoi usarlo" disse Auckley "lo usano tutti, ma io glielo ricordo sempre"
"Tranquillo, lo uso sempre anche io" rispose Arthur aprendo il cassetto e prendendo una delle bustine di profilattici.
Va di nuovo davanti ad Auckley. Si toglie i boxer, mentre Auckley gli prendeva il preservativo dalle mani e lo poggiava sul letto.
"Che vuoi fare?" Chiese arthur alzando un sopracciglio e ridendo malizioso "non lo vuoi usare?"
Auckley si alza, andando dietro di lui.
Arthur si gira verso di lui.
I loro visi si fanno di nuovo più vicini.
Il cuore di Auckley batteva fortissimo.
Le loro labbra si uniscono di nuovo in un bacio.
Le mani di Auckley attraversano completamente il busto di Arthur.
Auckley smette all'improvviso di baciarlo, spingendolo leggermente sul petto, facendolo sedere sul letto.
Si mette a cavalcioni su di lui, facendolo stendere con la schiena.
Si fa un po' più indietro, lasciando scoperta la zona del bacino.
Auckley prende la busta del condom che aveva buttato precedentemente sul letto.
Con la bocca, la apre e sfila il condom sull'erezione di Arthur.
Si siede, prendendo dal sedere Auckley e mettendolo sopra la sua erezione.
Lentamente, la fa entrare dentro Auckley.
Un brivido di piacere sale per la spina dorsale di Auckley, che si tiene per il collo di Arthur.
Inarca la schiena gemendo, mentre Arthur lo baciava sul petto e sul collo.
Piano piano, i movimenti di Auckley sopra di lui si fanno più veloci.
Le loro bocche si uniscono di nuovo.
Ad un certo punto, Arthur prende le braccia di Auckley, invertendo le posizioni e spingendo di nuovo dentro di lui.
Gemiti più forti escono dalla bocca di Auckley.
Arthur spinge sempre di più, finché tutti e due non arrivano al culmine.
Con il fiato corto, arthur si toglie il condom e lo butta a terra, stendendosi affianco ad Auckley che riprendeva fiato.

Auckley era appoggiato sul petto di Arthur, che gli accarezzava il braccio, nel punto in cui c'era il livido.
"Chi te l'ha fatto?" Chiese Arthur.
"Non mi ricordo. Tutti gli uomini mi hanno schiaffeggiato o a volte picchiato perché non volevo fare quello che mi dicevano" rispose Auckley, accarezzandogli il petto "facevano le richieste più assurde, e avevo paura. Tu sei stato l'unico che non mi ha fatto niente"
Delle lacrime stavano per scendere sul suo viso, ma le trattiene.
"Mi dispiace tanto" rispose Arthur rattristito.
"Non devi dispiacerti. Subisco tutto questo fin da piccolo" continuò Auckley.
Auckley si stacca da Arthur e si alza, mettendosi una coperta che stava sulla sedia accanto al letto.
Si copre e va davanti alla finestra.
"Fin da piccolo?" Disse Arthur alzando un sopracciglio.
"Già. Da poco sono diventato maggiorenne" rispose auckley "Come è vivere fuori da questo postaccio?" Chiese guardando fuori
Arthur si alza dal letto, scandalizzato, e va verso di lui.
"Beh, non credo ci sia qualcosa di peggio di stare qua" rispose arthur abbracciandolo da dietro.
"Perché mi tratti così bene?" Chiese Auckley girandosi verso di lui e poggiandosi al muro.
"Perché non vedo un motivo per farti del male" rispose arthur mettendogli le mani sui suoi fianchi e tirandolo verso di sè.
"Voglio liberarti da questo inferno" disse Arthur.
"Come?" Chiese Auckley "a nessuno è mai importato di me. Perché dovrebbe importare proprio a te?"
"Perché non voglio che tu subisca tutto questo. Si vede che fai questo lavoro contro la tua volontà, e per questo voglio aiutarti" disse arthur "ho un Casinò a San Francisco, si chiama "Seven Hearts". È il più famoso, e ieri si è liberato un posto. Puoi lavorare lì. Abiterai a casa mia. Ho una stanza per gli ospiti e potrei darti tutto quello di cui hai bisogno. La paga è molto buona e dopo un po' di tempo potresti comprarti una casa tutta tua con i soldi guadagnati"
Auckley spalanca gli occhi a quella proposta.
"Accetta ti prego. Sarai libero"
Gli occhi di Auckley diventano lucidi.
"Stai piangendo?"
"È che...." disse Auckley "nessuno aveva mai fatto qualcosa per liberarmi da questo posto di merda"
Comincia a piangere e Arthur lo abbraccia, stringendolo a sè.
"Presto tutto finirà" rispose arthur baciandolo al lato della testa.

Arthur e Auckley si erano vestiti ed erano usciti dalla stanza, dirigendosi verso l'uscita
Forse quella di Arthur era stata una decisione presa troppo presto, ma a lui non gliene importava. Gli è bastato vedere e sentire le condizioni di sfruttamento e violenza in cui viveva.
"Dove andate voi due?" Chiese Vanessa alzandosi dalla scrivania.
"Via da questo posto" rispose arthur.
"Non puoi" disse Vanessa.
"Si che posso" rispose arthur andando verso di lei. "Ti conviene lasciarci andare, o tu e tutte le tue ragazze finirete in un mare di guai"
Vanessa lo guarda con aria minacciosa.
Alcune ragazze si erano affacciate per vedere cosa stava succedendo.
In mezzo a loro, Arthur riconobbe Natalia, la ragazza che aveva messo per errore incinta.
Si guardano, senza farsi un cenno, e poi arthur, insieme ad Auckley, escono da quel posto orribile.
"Tornate al lavoro" urlò loro Vanessa furiosa.

Arthur e Auckley erano in viaggio da 20 minuti.
Per tutto il viaggio, Auckley vedeva il panorama.
Rimane estasiato, perché finalmente poteva vedere cosa c'era fuori dal club.
"Cosa ne pensi?" Chiese Arthur mentre attraversavano il Golden Gate per arrivare alla sua villa.
"È tutto come lo immaginavo" Rispose Auckley mentre guardava in mezzo Alle lunghe sbarre rosse che mantengono il Golden Gate il mare e le barche in lontananza.
Finalmente, arrivano davanti all'enorme villa di Arthur.
Attraversano un enorme cancello di metallo.
Dopo aver parcheggiato, scendono dalla macchina e Auckley rimane sbalordito.
Dal vialetto d'ingresso , si intravedeva un pezzo del giardino, curato nei minimi dettagli
Arthur apre la porta con una chiave ed entrano.
Auckley, appena entrato, si guarda intorno.
Rimane incantato a guardare le alte mura di quella villa.
"Benvenuto nella mia umile dimora" disse Arthur mentre Auckley faceva un giro.
L'interno open space era dominato dal bianco.
Solo le stanze erano suddivise dal resto della casa.
"Che ne pensi?" Chiese Arthur, mentre uscivano dalla porta scorrevole della cucina e andavano in giardino.
"Pazzesco" rispose mentre guardava l'enorme piscina.
Il giardino affacciava su San Francisco.
Arrivano fino alla fine, dove c'erano dei parapetto e delle ringhiere, che facevano in modo che ci si potesse appoggiare e guardare meglio il panorama.
"La tua nuova vita ha inizio" disse Arthur mentre Auckley guardava San Francisco incantato.

Life is a Casinò (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora