Capitolo 13: amore ritrovato

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Arthur e Gordy si trovavano nella stessa macchina, con destinazione il club da cui Auckley fuggì con Arthur, quello che stava per accadere non era una visita di cortesia, ma una resa dei conti.
"Quello che è successo prima..." disse Gordy rompendo il silenzio.
"Non è mai successo" Arthur finì la frase "lo so, non avrei dovuto farlo, ma...ne avevo bisogno".
"Va bene, tranquillo, non fa niente" concluse Gordy.
Parcheggiarono tutti e due la macchina ed entrarono. Arthur aprì la porta del club facendola sbattere. Vanessa era al suo solito posto e vedendo la porta aprirsi di colpo si alzò, guardando storto Arthur, che fece il suo ingresso. Il locale sembrava vuoto.
"Non si usa più bussare?" Chiese lei.
Arthur corse verso Di lei, mettendole le mani al collo.
"Mi sono stufato delle tue stronzate, Vanessa"
Vanessa strinse le sue mani su quelle di Arthur , cercando di divincolarsi.
"Cosa fai Art" disse Gordy cercando di tirarlo via.
Arthur lascia la presa e Vanessa si poggia alla sua scrivania tossendo e mettendosi le mani sul collo, cercando di riprendere fiato.
Le ragazze del locale si affacciarono dalle loro
stanze per capire cosa stesse succedendo.
"Scommetto che hai organizzato tu tutto questo teatrino" disse Arthur.
"Che teatrino? Non capisco di che parli" rispose Vanessa.
"Volevi vendicarti vero? Magari per ricattarmi hai fatto tutto questo, o semplicemente perché non potevi sopportare che io sono una persona importante e tu una nullità" Arthur lancia in faccia a Vanessa il foglio con il test di paternità.
"Oh, vedo che l'hai ricevuto, proprio come volevo" rispose Vanessa ridendo "beh chi è quindi tuo figlio?"
"Natalia ti ha supportato in questo?" Chiese Arthur
"No, lei non ha fatto nulla. Quando sei venuto qui tutto incazzato" disse Vanessa sistemandosi il vestito davanti allo specchio "lei era confusa su cosa stesse succedendo, Auckley è suo figlio, ma in realtà lei sa bene chi sia il padre e quello non sei tu. Figuriamoci, tra poco non sai badare a te stesso, pensa se andassi ad un altro essere umano"
Arthur, infuriato, cercò di andare di nuovo contro Vanessa, ma Gordy lo ferma.
"Lo sai che io sono a conoscenza di ciò che fai in quel casinò vero?" Continuò Vanessa "qui gira molta gente importante, anche le persone con cui lavori e mi parlano molto bene di te, dei mafiosi con cui fai patti, contratti e inciuci. Non pensare che io non sappia chi tu sia veramente"
Gordy guardava tutta quella scena molto confuso, non credeva che Arthur potesse fare tutto ciò.
"Tu non sai un bel niente di me" rispose Arthur "poi non hai prove per ciò che dici"
"Oh, le prove le troverei eccome" disse Vanessa ridendo "se mi metto d'impegno, potrei rovinarti in poco tempo"
"Non credo che avrai tempo per questo" disse Arthur, scrivendo un messaggio sul suo telefono.
"Cosa fai? Messaggi mentre parli con me? Non sai che è da maleducati?" Rispose Vanessa continuando a ridere.
"Stai tranquilla, non sono messaggi di piacere, sono messaggi importanti" disse Arthur sogghignando " Dici addio a tutto questo bordello di puttane"
"Come scusa?" Chiese Vanessa, venendo poi travolta dai poliziotti che fecero irruzione.
Arthur vide tutta la scena senza un'espressione in viso. Lasciò che gli agenti fecero il loro lavoro.
"Ti rovinerò la vita, Arthur, stanne certo" disse Vanessa veniva portata via. La sua carriera era finita e il suo club, che sulla carta era un night club e non un bordello, chiuse per sempre i battenti.

Gordy e Arthur andarono tutti e due al molo vicino il Golden Gate. Era sera e gli unici suoni che si sentivano erano i suoni delle macchine che passavano dietro di loro.
"Mi pento di come mi sono comportato con Auckley"
Arthur, alla fine, raccontò tutta la storia di ciò che è successo a Gordy, sapeva che di lui poteva fidarsi, anche perché tutti e due avevano dei segreti che non potevano essere svelati.
"Puoi ancora rimediare secondo me" rispose Gordy.
"Miei uomini mi hanno detto che Auckley ora è sotto l'ala di Dimitri Allen" disse Arthur "figuriamoci se sta pensando a me"
"Non puoi sapere cosa prova" disse Gordy.
Arthur ci riflette un po'.
"Domani chiamerò Dimitri" disse Arthur "e parlerò con Auckley"
"Non sarà rischioso chiamare lui?" Chiese Gordy "se sta con lui, non credo che te lo cederà così facilmente"
"Non preoccuparti, Dimitri mi deve molto e se si metterà in mezzo, se la vedrà con me"
"Wow, va bene" Disse Gordy ridendo "lascio fare a te"
Arthur riportò a casa Gordy
"Grazie per questa nottata movimentata" disse Gordy, mentre Arthur accostava e spegneva il motore della macchina.
"Scusa per tutto" disse Arthur "per questa cosa del test di paternità non ho dormito molte notti, avevo paura che tutto uscisse fuori e la mia reputazione sarebbe stata rovinata, ma ovviamente non solo per quello, sentivo che ero sporco perché pensavo di avere come fidanzato il proprio figlio"
"Posso capire" rispose Gordy.
Gordy si tolse la cintura e si sporse su Arthur, dandogli un bacio sulla guancia, facendolo rimanere stupito.
"Parla con Auckley, spiegagli tutto, spero che capirà"
"Buonanotte" rispose Arthur pizzicando la guancia a Gordy, provocandogli una risata.
"Buonanotte"
Arthur lo osserva mentre entrava a casa e, appena la sua porta si chiuse, se ne andò.

Life is a Casinò (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora