Burned stages

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"J-Jessie?". Zacky aveva un viso interrogativo.

"Merda, merda, merda!" Continuai a ripetere, battendo i pugni sul divano in pelle.

Il suo sguardo si fece serio, le sue braccia mi circondarono, evitando così alle mie mani di continuare a premere sul divano. Mi accarezzò pian piano, tranquillizzandomi. 

"Jessie, le prendi ancora le pillole, vero?" Mi disse preoccupato.

Abbassai lo sguardo, iniziando a piangere a dirotto, come mai avevo fatto. Non poteva essere, ero troppo giovane per rimanere incinta. In più avevo un terrore folle del parto.

"Stà tranquilla, non è detto che lo sia, potrebbe essere davvero indigestione." Mi disse continuando a stringermi a sè, rendendomi così più sicura di ciò che diceva.

"Che poi non c'è bisogno di allarmarsi così, Arin non la prenderebbe male." Sospirai, cercando di non far scendere altre lacrime sulle mie guance.

"S-si." La mia voce era quasi impercettibile.

"Il problema è un'altro, ma non fa niente. Non dirai a nessuno di questa probabilità, vero?"

"Tranquilla Jessie. Sai che di me ti puoi fidare."

Mi scostai quasi subito da lui, presi la giacca e le scarpe.

"Dove vai adesso?" Zacky inarcò le sopracciglia.

"Torno subito, devo comprare quel cazzo di test di gravidanza, devo sapere." Gli dissi cercando di non inciampare nei lacci degli anfibi.

"Aspetta! Più tardi lo fai, meglio è. Deve essere passata almeno una settimana, altrimenti ti potrebbe risultare negativo, quando in realtà poi è positivo. Dai vacci un'altra volta." Su questo aveva ragione, ma sentivo il bisogno impellente di uscire.

"Allora lo rifarò fra un settimana. Torno subito, davvero." 

"Aspetta, ti accompagno. Non vorrei ti sentissi male per strada." Si alzò di scatto. Era un ragazzo davvero tanto gentile. Poteva tranquillamente considerarmi una ragazzina stupida, mentre era sempre al mio fianco, pronto ad aiutarmi.

Chiudemmo la porta, uscendo di nuovo. Uscii dal mio giubbotto in pelle una Marlboro, presi l'accendino. Zacky mi guardò storto, e non intendeva smetterla di fissarmi.

"Dai!" Gli dissi premendo il dito sull'accendino, facendo uscire la fiamma. "Anche tu hai detto che potrebbe essere solo un'indigestione." Aspirai il fumo, che mi tranquillizzò quasi subito. Dopo pochi passi, ecco comparire quella scritta verde shock.

Varcammo la soglia, iniziando a girovagare per gli scaffali in legno. Era senz'altro la farmacia più grande che avessi mai visto.

"Vi serve aiuto?" Ci disse cordiale una ragazza che sbucò improvvisamente da lato di un corridoio.

"Ehm...si. Mi servirebbe un...insomma..." Mi vergognavo. Non mi era mai capitato prima d'ora. Come non mi era mai capitato di chiedere dove si trovassero i test di gravidanza.

"Ci servirebbe un test di gravidanza." Si intromise Zacky deciso. La ragazza sorrise. "Certo, seguitemi." 

Ci posizionammo davanti ad un'altro immenso scaffale. C'erano tantissimi test, non sapevo quale scegliere. Zacky mi capì al volo per l'ennesima volta, prendendone uno, dirigendosi poi verso la cassa.

Lo seguii, pgai, e tornammo a casa. 

"Come va lo stomaco?" Mi disse varcando la soglia di casa.

"Ho ancora la nausea." In fretta tolsi le scarpe, lasciandole dove capitava, lanciai la giacca sul divano, e mi fiondai in bagno. Presi tremante la scatola, lessi le istruzioni. Seguii tutte le procedure, dovevo solamente guardare se fosse positivo o no. Non ne avevo il coraggio, continuavo a tenere gli occhi chiusi.

"Hai fatto?" Risuonò nella stanza accanto la voce di Zacky. 

"Quasi!". Urlai a pieni polmoni.

Posai le mani sul lavandino, aprii un occhio, pian piano, poi l'altro.

Uscii dalla stanza trascinando i piedi. 

"Allora?" 

"è...è..positivo." Gli dissi fredda. La mia vita stava improvvisamente tornando a fare schifo. 

"Voglio vedere la faccia di Arin quando glielo dirai, da filmino! Così impara a uscire prima di venire!" Disse maliziosamente Zacky.

"Non glielo dirò." Lui si incuriosì. 

"Perchè non dovresti?" Mi guardò, cercando di leggere la risposta nei miei occhi.

"Perchè..è presto per dirglielo." Mentii spudoratamente, prima a me stessa, poi a Zacky.

"Oh, capisco." Rimase perplesso.

"Mi puoi fare un enorme favore?" Gli dissi supplicante.

"Tranquilla non lo dico a nessuno, lo so." Mi disse ammiccando.

"No, un'altro. Mi potresti accompagnare dal ginecologo, domani? Dobbiamo anche inventarci una balla da dire agli altri." 

"Certo, sta tranquilla.". Tolsi ogni prova della presenza i un test di gravidanza, poi tornai sul divano, rifugiandomi tra le braccia calde di Zacky. Iniziò a giocherellare con i miei capelli.

"Ma...vuoi tenerlo il bambino, vero?" Mi chiese diretto, dopo qualche minuto. Bella domanda. Volevo tenerlo? Ero davvero troppo giovane per avere un bambino, in più io ero sempre rimasta terrorizzata dai parti. Non doveva succedermi, non in quegli istanti. E se fossi ancora in tempo per rimediare?

"Non lo so, domani ne parlerò con il ginecologo." Mi sembrava assurdo anche solo parlare di bambini. La realtà era venuta in contro alla mia vita, ancora, e più fredda e dolorosa che mai. Stavo per fare un altro errore? E cosa dovevo fare di quella piccola vita che stava per crescere dentro di me? 

Portai le mani sul ventre, sentendomi più matura, più grande. Avevo bruciato per l'ennesima volta le tappe, e le conseguenze si sarebbero viste, di nuovo.

A little piece of heavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora