Mi svegliai. Ar dormiva, come un ghiro. Il sogno continuava a farmi pensare a quanto fossi fortunata ad averlo ancora qui con me. Per poterlo stringere ancora e per potergli parlare.
Fu molto negativa la confusione che mi riempì il cervello, proprio a causa di ciò che il mio subconscio aveva proiettato durante il mio sonno. Cosa provavo per lui? Non sapevo cosa volesse dire amare realmente una persona, quindi non sapevo se mi stessi innamorando di lui. Forse era solo un'impressione, forse mi stavo solo affezionando a lui come una semplice amica. Non conoscevo nulla sul vero amore, quindi non sarei mai stata in grado di distinguere l'amore da altri sentimenti, ben diversi, a parere degli altri.
Ero confusa, vidi il suo viso, le sue belle labbra. Fissai per qualche secondo i suoi dolci ricci, i suoi bei lineamenti.
Sfiorai con le mie dita la sua pelle, fermandomi vicino l'inizio delle labbra. Non pensai, agii. Gli diedi un leggero bacio sulle labbra. Sentii sotto la mano (che avevo posato sul suo petto) il suo battito accelerare. Tolsi subito le sue labbra dalle mie, gli avevo dato un bacio breve, leggero, quasi impercettibile. Mi sedetti. Lo guardai ancora.
Ricordo bene che pensai:" Fanculo la confusione, siamo amici, punto. Di certo non mi piace e di certo non gli piaccio."
Lo pensai così intensamente che quasi lo pronunciai ad alta voce.
Gli baciai la fronte,proprio come si fa ad un fratello, e scesi dal letto.
Aprii la porta e uscii, poi silenziosamente la richiusi.
Non appena entrai nel salotto, tutti sembravano freschi come rose, come se la festa della sera precedente non ci fosse mai stata.
La casa era pulita, ogni traccia era stata eliminata.
Sicuramente ero io la pivellina non molto abituata ai postumi di una festa così. Si, ero io senz'altro.
Quasi come per ricevere una conferma di ciò che stavo pensando, Zacky mi guardò, dicendomi:
"La novellina deve imparare a reggere i postumi degli after!"
Tutti risero, io mi limitai a tirargli uno schiaffetto sulla nuca. Zacky mi prese tra le sue braccia, stringendomi.
"Ma il mio amore Ar dov'è?" Disse ridendo.
"Il bell'addormentato dorme."
"Oh, lo vado a svegliare, oggi c'è il pic-nic!"
Guardai l'orologio, erano le 12.30. Cavoli, era tardi! Zacky mi lasciò, andando da Ar.
Io con cautela mi sdraiai sul divano. Avevano già parlato in precedenza di questo pic-nic, ma eravamo rimasti d'accordo che non ci sarei andata, per non far rischiare i ragazzi, per non farmi riconoscere.
Sarei rimasta tutto il giorno da sola. Senz'altro avrei passato tutta la giornata nel letto, a dormire, era un pò deprimente, ma lo avrei fatto per riprendermi e farmi passare quel terribile mal di testa.
Passarono quasi quindici minuti, tutti erano pronti per andare, tutti tranne Ar, che era ancora in pantaloni e maglietta del pigiama, con una tazza di latte tiepido in mano.
"Ar, se non ti muovi ti lasciano qui!" Gli dissi quasi disinteressata.
Deglutì il latte che stava assaporando, poi parlò:
"Rimango qui, non voglio lasciarti sola soletta."
In quel momento mi successe qualcosa di strano. Sentii il cuore stringersi, sentivo una strana sensazione nello stomaco.
Divenni improvvisamente rossa. Sarei stata tutto il giorno da sola con lui. Stupendo!
"Oh, b-beh, grazie!" Nessuno si era mai preso così tanto cura di me.